Fondo Pensioni Sicilia, spreco di 8 milioni di euro - QdS

Fondo Pensioni Sicilia, spreco di 8 milioni di euro

Lucia Russo

Fondo Pensioni Sicilia, spreco di 8 milioni di euro

giovedì 14 Gennaio 2010

Sprechi. Regione unica a gestire propri pensionati in house.
Inpdap. Tutti i dipendenti di tutte le Regioni d’Italia sono iscritti a fini pensionistici all’Istituto nazionale previdenza e assistenza dipendenti amministrazione pubblica, tranne in Sicilia.
Art. 15 l.r. 6/2009. Ha abrogato la legge regionale 2 del 2002 che prevedeva l’affidamento all’Inpdap e ha previsto l’istituzione del Fondo di quiescenza del personale della Regione.

Solo la Sicilia è la Regione d’Italia i cui dipendenti non sono iscritti a fini pensionistici all’Inpdap. Le pensioni rappresentano un peso sul Bilancio regionale con uscite di 500 milioni di euro all’anno. La l.r. 2/02 prevedeva l’affidamento all’Istituto nazionale di previdenza e assistenza dipendenti pubblici, per eliminare questa anomalia. Ma con legge regionale 6 del 2009 si è abrogata questa decisione  ed è stato istituito il Fondo Pensioni Sicilia, ovvero il Fondo di quiescenza dei pensionati della Regione. Sarà gestito da dipendenti a carico della Regione in locali, con sistemi informativi e organizzazione a carico della Regione, per un costo stimato di 8 mln euro.
 
“I dipendenti di tutte le Regioni italiane, con la sola eccezione della Sicilia, sono iscritti a fini pensionistici all’Inpdap in particolare alla Cpdel (Cassa pensioni per i dipendenti degli enti locali)”. Ce lo conferma il presidente dell’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza e assistenza dei dipendenti dell’amministrazione pubblica) Paolo Crescimbeni.
Interpellando la Regione Lombardia abbiamo appreso che l’amministrazione di pensioni, liquidazioni e contribuzione dei dipendenti regionali è svolta dall’Istituto di previdenza Inpdap, al quale la Regione Lombardia non versa nulla.
Dunque abbiamo chiesto al presidente dell’Inpdap se c’è diversità di trattamento tra Regioni ordinarie e Regioni a Statuto speciale. “L’iscrizione ai fini pensionistici è obbligatoria senza alcuna differenza tra Regioni a statuto ordinario o speciale – ha risposto Crescimbeni – e non è gestita tramite convenzioni perchè le competenze in materia pensionistica non sono delle Regioni ma dello Stato che le esercita tramite l’Inpdap. Le pensioni sono finanziate dal prelievo contributivo che ammonta complessivamente a circa il 33% della retribuzione dei lavoratori (di cui una quota parte di circa i 3/4 è a carico dell’amministrazione datrice di lavoro e la restante parte a carico del lavoratore) ma non vi sono costi per la gestione del servizio perchè, come detto, è un servizio obbligatorio e non è esercitato tramite convenzioni”.
Avvocato Crescimbeni, gestite Fondi pensione di dipendenti regionali? “Non esistono altri fondi di previdenza obbligatoria per le altre regioni. L’unica eccezione è costituita dalla Sicilia che ha istituito il proprio sistema di previdenza obbligatoria con la legge regionale n. 2 del 1962”.
L’Inpdap è stato istituito con il D.lgs. 30/6/1994 n. 479 ed in esso sono confluite le gestioni previdenziali soppresse con il DL n. 34/1993, tra cui la Direzione generale degli Istituti di previdenza (facente capo all’allora Ministero del Tesoro) che amministrava le casse pensioni dei dipendenti degli enti locali, tra cui la Cpdel, cui erano e sono iscritti i dipendenti delle regioni.
Prima dell’Inpdap quindi le pensioni dei dipendenti delle regioni erano liquidate da detta Direzione generale e pagate dalle ex Direzioni provinciali del Tesoro che oggi sono anch’esse confluite in Inpdap. Oggi quindi tutti gli aspetti attinenti alla previdenza obbligatoria sono gestiti dall’Inpdap che conta circa 7 mila dipendenti ed ha sedi in ogni capoluogo di provincia e strutture di coordinamento in ogni regione per assicurare la propria presenza capillare sul territorio vicino agli utenti.
Ultima domanda al presidente dell’Inpdap: la Regione siciliana ha mai contattato il vs istituto per una convenzione per la gestione dei 15 mila pensionati regionali? “In passato (agli inizi degli anni 2000) ci sono stati dei contatti nei quali è stata esaminata la possibilità di iscrivere anche i dipendenti della Regione Sicilia all’Inpdap che però non hanno poi avuto seguito da parte della Regione siciliana”.
È dello scorso 22 dicembre il comunicato dell’assessore Gaetano Armao sull’approvazione da parte della Giunta del regolamento del “Fondo pensioni Sicilia” istituito con la legge regionale 6 del 14 maggio 2009. In tal modo con l’operatività del fondo, che è stata assicurata entro questo mese, si pone fine al pagamento delle pensioni degli ex dipendenti direttamente dal Bilancio della regione. Il “Fondo pensioni Sicilia” è un ente pubblico non economico dotato di autonomia patrimoniale, finanziaria, gestionale, amministrativa e contabile, che si avvale di 110 dipendenti di ruolo dell’amministrazione regionale, che continueranno ad essere stipendiati dalla Regione e opereranno (come previsto dall’articolo 15 della l.r. 6/09) in locali e con arredi, macchine elettroniche e sistemi informativi messi a disposizione dalla Regione, oltre al contributo annuo per spese di funzionamento e organizzazione di 200 mila euro che grava sul capitolo di bilancio dell’assessorato alla Presidenza, oggi denominato Funzione pubblica.
Al fondo è destinata una dotazione finanziaria di 885 milioni di euro pari al montante contributivo maturato alla data del 31 dicembre 2009, oltre al conferimento di beni immobili individuati con decreto del presidente della Regione.
Quando Gaetano Armao, esperto avvocato amministrativista palermitano, è stato nominato assessore alla Presidenza nel secondo governo Lombardo a luglio 2009, già era legge l’articolo 15 che ha istituito il Fondo Pensioni Sicilia abrogando l’articolo 5 della l.r. 2/02 che prevedeva il trasferimento dei contributi all’Inpdap. Armao, adesso assessore ai Beni culturali, si è preoccupato di fare approvare il regolamento del Fondo nei tempi previsti dalla legge.
“Una regola dell’Amministrazione regionale dovrebbe essere quella di rispettare la legge – ha dichiarato Armao nell’intervista che ci ha rilasciato – La legge in questo caso chiedeva il regolamento entro sei mesi e noi abbiamo provveduto con un ritardo di trenta giorni, cercando di dare un segnale all’Amministrazione nel senso che è possibile rispettare i tempi”.
Sull’anomalia della regione Siciliana, l’unica in Italia a non affidarsi all’Inpdap, Armao osserva: “Intrapreso questo percorso, riusciremo a non pagare sul Bilancio le pensioni dei regionali.
Tra l’altro questo fondo potrebbe diventare anche un riferimento per altri soggetti privati. Altre Regioni, ad esempio il Friuli Venezia Giulia, il Veneto hanno lanciato (e su questo c’è da riflettere) i Fondi pensione regionali rivolti alle imprese private. Per cui i cittadini che si vogliono creare delle pensioni aggiuntive piuttosto che versare risorse a imprese azionarie possono versarli a un fondo regionale”.
“La nostra – sottolinea Armao – è un’esperienza pilota che da la possibilità di valutarne nuove altre.
Non passi inosservato che il legislatore nazionale per i fondi pensione prevede un numero di cinque componenti nei Cda dei fondi, ma noi ne abbiamo previsti tre.
Inoltre il comitato di sorveglianza non ha gettoni, e sono stati conferiti immobili al fondo, per alleggerire la gestione del fondo stesso”.

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