Regione: Musumeci cede all'esercizio provvisorio e parla di tornare al voto - QdS

Regione: Musumeci cede all’esercizio provvisorio e parla di tornare al voto

redazione

Regione: Musumeci cede all’esercizio provvisorio e parla di tornare al voto

lunedì 26 Marzo 2018

"Di inaudita gravità" secondo Lupo (Pd) i refusi nella manovra economica, come quello, ammesso dal Governo. sulla norma che abolisce le Soprintendenze. Il Presidente, "Governo delle riforme con quattro-cinque priorità, poi si può discutere di andare a votare". La giornata era cominciata con la seduta sospesa per mancanza di numero legale per consolidato e rendiconto.

Il Pd ha chiesto in conferenza dei capigruppo al governo di presentare il ddl di proroga dell’esercizio provvisorio e il presidente della Regione Musumeci è stato costretto a consentire.
 
"Non ci sono i tempi per approvare la manovra, tra l’altro nella legge di stabilità ci sono dei refusi di inaudita gravità come quello, ammesso dal governo, sulla norma che abolisce le Soprintendenze  – aveva detto il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, parlando con i cronisti alla fine della capigruppo – Dunque è dovere delle opposizioni leggere con molta attenzione rigo per rigo quanto scritto nella legge e non c’è tempo visto che il provvisorio scade il 31 marzo".
 
L’assessore Gaetano Armao aveva dunque chiesto di potersi confrontare col presidente Musumeci e quest’ultimo  ha riunito a Palazzo dei Normanni, nella stanza del governo, la giunta regionale dando  il via libera alla proroga.
 
"Prendiamo atto della richiesta del Parlamento – ha detto Musumeci – ci rendiamo conto che nella legge di stabilità ci sono 3-4 norme sulle quali occorre tempo per affrontarle, sono convinto che la manovra, se c’è la volontà, può essere approvata anche a metà aprile in modo così da lavorare poi alle riforme".
 
Musumeci, parlando con i giornalisti, ha detto di avere l’obiettivo di un "governo delle riforme" con quattro-cinque priorità tra cui la modifica della legge elettorale.
 
"Poi, se si vuole – ha detto -,  si può discutere di andare a votare, perché io non sono attaccato allo sgabello, sono il presidente della semina e non della raccolta".
 
Quando parla di "governo delle riforme", Musumeci estende il ragionamento politico e istituzionale alla coalizione che lo sostiene (non parla di maggioranza) e alle opposizioni.
 
La giornata era cominciata alle 17  con il rinvio di un’ora della seduta dell’Arsper mancanza del numero legale. All’ordine del giorno c’erano il bilancio consolidato e il rendiconto generale della Regione per il 2016.
 
Era intanto passata al vaglio degli uffici dell’Ars la manovra finanziaria che dunque è pronta per essere assegnata alle commissioni di merito, ma sarà la conferenza dei capigruppo, che si terrà dopo la seduta d’aula di questo pomeriggio con all’ordine del giorno, come detto, bilancio consolidato e rendiconto per il 2016, a stabilire se ci sono i tempi tecnici per portare avanti bilancio e legge di stabilità considerando che l’esercizio provvisorio scade tre cinque giorni.
 
La sensazione era già quella che si sarebbe proceduto a una proroga per un mese dell’esercizio provvisorio per poi affrontare la manovra con i tempi dovuti.
 
Nessuno dei 35 articoli, secondo quanto risulta, è stato dichiarato inammissibile dagli uffici della Presidenza.
 
Intanto la commissione Bilancio dell’Ars, presieduta da Riccardo Savona (Fi), ha approvato il Defr 2018-2020 col voto contrario di Pd e M5s.
 
Le opposizioni avevano duramente criticato la norma che sopprime le soprintendenze, prima che il governo ammettesse che si trattava di refusi.
 
 "Mi chiedo se l’assessore Sgarbi è a conoscenza che la finanzia contiene una norma di soppressione delle soprintendenza in Sicilia e soprattutto cosa ne pensa. Se queste sono le riforme che il governo pensa di realizzare la nostra opposizione sarà durissima" aveva detto il presidente del gruppo del Pd all’Ars, Giuseppe Lupo.
 
"Il governo Musumeci è composto da giuristi sopraffini e lo dimostra il fatto che hanno inserito in finanziaria un articolo che cancella le sopraintendenze dei Beni Culturali in Sicilia. Registriamo che l’illustre critico d’arte Vittorio Sgarbi non si è nemmeno accorto di quanto stesse avvenendo nei propri uffici perché troppo impegnato a lanciare strali contro i grillini" avevano commentato dal M5s.

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