Pasqua di terrore: l'Italia si blinda - QdS

Pasqua di terrore: l’Italia si blinda

redazione

Pasqua di terrore: l’Italia si blinda

venerdì 30 Marzo 2018

L'ultimo arresto stamattina all'alba a Cuneo, in Piemonte. Il ministro dell'Interno Minniti parla di "minaccia seria" e sottolinea il pericolo degli "imprevedibili" lupi solitari. Il pericolo nelle carceri e anche dagli sbarchi. Crescono le espulsioni "per motivi di sicurezza dello Stato": una ogni tre giorni nel 2018
TUTTI I PARTICOLARI ALL'INTERNO
 

Di "minaccia incombente" aveva parlato solo pochi giorni fa il capo della polizia, Franco Gabrielli, salutando il Papa in Vaticano. E adesso il ministro dell’Interno Marco Minniti ha confermato: "la minaccia – ha detto – era, è e resterà seria per un certo periodo di tempo nei confronti dell’Italia".
 
E gli arresti e le espulsioni di questi giorni nella galassia jihadista – l’ultima cattura è di questa mattina all’alba a Cuneo, in Piemonte – non fanno che confermare lo stato di allerta degli apparati di sicurezza.
 

 
La propaganda contro Roma sede della cristianità ed i "crociati" si è fatta sempre più intensa e il rischio è che qualcuno si "attivi" in un periodo delicato per la sua simbologia come quello delle festività pasquali.
Riti religiosi, pienone di turisti nelle città d’arte: un contesto che preoccupa il Viminale.
 
Minniti ha invitato a rafforzare ulteriormente i controlli nelle aree affollate e ha sottolineato che "le operazioni di polizia dimostrano una straordinaria capacità di prevenzione".
 
Nell’operazione di oggi a Cuneo un cittadino marocchino residente in Italia è stato fermato all’alba dai carabinieri del Ros e da quelli del Comando provinciale per terrorismo. Al centro delle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Roma, le "attività criminali" dello straniero, "fortemente indiziato", sottolineano gli investigatori, di istigazione a delinquere per finalità di terrorismo e di far parte di una associazione terroristica.
 
Intanto segnalazioni su possibili attacchi arrivano in continuazione e vengono esaminate dal Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), ieri convocato in seduta straordinaria da Minniti. Al tavolo – che riunisce esponenti di forze di polizia e 007 – si è ribadito che non ci sono evidenze di minacce concrete, ma il momento richiede la massima attenzione e l’intensificazione delle già elevate misure di prevenzione.
 
Il livello di allerta è infatti già al massimo, il 2. Quello successivo, il 3, scatta quando c’è un attentato in atto.
 
I "lupi solitari", come quello che ha colpito in Francia venerdì scorso (con quattro morti), sono il pericolo numero uno. Giovani, disadattati, di recente radicalizzazione, possono passare all’azione stimolati dai continui appelli al jihadismo che viaggiano in rete.
 
"Possono attivarsi – ha aggiunto il ministro – con una capacità di prevenzione molto bassa e a prevedibilità zero". Da tenere d’occhio anche i combattenti di ritorno dai teatri di guerra: poco più di 120 quelli che hanno avuto a che fare con l’Italia. Per rientrare nei Paesi di provenienza possono seguire le rotte dei migranti, come più volte segnalato da Minniti. Da qui l’invito a rafforzare il monitoraggio su chi sbarca.
 

Altro ambiente caldo è quello delle carceri, dove ci sono oltre 300 detenuti considerati a rischio per il loro islamismo radicale. Anche in questo caso le antenne sono alzate, come dimostra l’espulsione pochi giorni fa dell’ex imam del carcere di Alessandria, un marocchino 35enne rimandato in Patria subito dopo la scarcerazione.
 
Proprio le espulsioni "per motivi di sicurezza dello Stato" rappresentano uno degli strumenti chiave messo in campo dal Viminale: sono già 28 nel 2018, praticamente una ogni 3 giorni e 265 dal 2015. Tra gli allontanati, una ventina di imam.
 
Più in generale, la sconfitta militare dell’Isis in Iraq e Siria fa aumentare l’allarme sull’altra componente del Califfato, quella terroristica. La minaccia dunque, come rilevato nell’ultima relazione dell’intelligence, resta "di prima grandezza", proprio per la capacità di innescare processi di radicalizzazione nei paesi ‘bersaglio’ e incoraggiare l’azione autonoma "con ogni mezzo disponibile".

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017