Mancanza di igiene e sicurezza presso la sede regionale dell’Inps - QdS

Mancanza di igiene e sicurezza presso la sede regionale dell’Inps

Marina Pupella

Mancanza di igiene e sicurezza presso la sede regionale dell’Inps

venerdì 15 Gennaio 2010

Nei piani inferiori dell’Istituto, una situazione di assoluto degrado e gravi carenze igieniche. I lavoratori hanno fatto ripetuti appelli alla direzione per trovare un rimedio

PALERMO – Chissà quali consigli darebbe Topo Gigio a dipendenti ed utenti della sede regionale dell’Inps se vedesse il sudiciume che regna sovrano nei piani inferiori dell’Istituto. Intanto, quella che è apparsa ai nostri occhi, visitando quelle stanze e quei corridoi, è una situazione di assoluto degrado e di gravi carenze igieniche.
I bagni del terzo e quarto piano (aperti al pubblico) non vengono puliti da settimane, le scale di marmo bianco annerite dalla polvere che si accumula a batuffoli e che finiscono sulle sedie e sui tavoli degli impiegati, sacchi di immondizia abbandonati negli angoli e non raccolti da prima di Natale, vetrate sporche che a stento lasciano penetrare la luce e nell’aria un tanfo irrespirabile di sigarette.
Ma anche le condizioni di sicurezza lasciano molto a desiderare. Corridoi stretti, dove può transitarvi solo un singolo individuo, resi ancora più angusti da una pletora di armadi (che dovrebbero custodire i fascicoli dei cittadini, ma sono tutti rigorosamente aperti in barba alle normative sulla privacy), che, come mostrano le foto, in caso di emergenza e di eventuali allarmi impediscono il rapido accesso alle vie di uscita. Lo scenario cambia, però, se si sale ai piani superiori, quelli cioè che ospitano gli alti funzionari e dove non è previsto l’ingresso per il pubblico. Lì, la pulizia c’è eccome.
Eppure, soprattutto negli ultimi anni, il legislatore ha emanato una serie di normative volte alla tutela della salute, alla prevenzione ed alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Oltre alla arcinota 626, da due anni è in vigore il D.Lgs 2008/81, che modifica e completa la precedente, stabilendo con l’art.15 “Le misure generali di tutela”. Che prevedono: “l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo; l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro”, ed anche “le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori”. Ma ancora l’Istituto di previdenza regionale non si è completamente adeguato alla norma. I lavoratori, che mal tollerano questa situazione,  hanno fatto ripetuti appelli alla direzione regionale e a quella provinciale affinché vengano presi  provvedimenti immediati.
“Abbiamo inviato una serie di lettere indirizzate alla sede regionale e provinciale e raccolto pure delle firme per denunciare tali disagi – riferisce Aredio Giacomo Meschis, responsabile sindacale aziendale dei lavoratori per la sicurezza della Cisal- ma ad oggi non abbiamo ottenuto nessuna risposta”. Dalla direzione regionale, giunge la replica di Mario Cangialosi, responsabile team informazioni istituzionali e relazioni con il pubblico il quale chiarisce: “Siamo a conoscenza della situazione ma si sono verificati dei problemi legati al nuovo appalto per le pulizie affidato lo scorso novembre ad una ditta bolognese. Abbiamo già provveduto inviando una lettera di contestazione all’azienda diffidandola ad adempiere il contratto e minacciandola di applicare delle penali. E in caso di reiterazioni, si rescinderà il contratto stesso. Contestualmente stiamo provvedendo a rimuovere gli armadi dai corridoi”.

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