Lega nella bufera in Sicilia - QdS

Lega nella bufera in Sicilia

redazione

Lega nella bufera in Sicilia

giovedì 05 Aprile 2018

Proprio nel giorno in cui Salvini va al Colle per parlare della formazione del nuovo governo, dovrà incontrare anche il neo deputato Pagano e l'altro coordinatore siciliano Angelo Attaguile, candidato sindaco a Catania, entrambi indagati dalla Procura di Termini Imerese per voto di scambio nell'inchiesta per voto di scambio che ha portato all'arresto, ieri, di Salvino e Mario Caputo e di un "procacciatore di voti"

Proprio il giorno prima del colloquio di Salvini con Mattarella al Quirinale per discutere sul nuovo governo, sulla Lega si è abbattuto un ciclone giudiziario che coinvolge i vertici del partito in Sicilia.
 
I due coordinatori regionali, Alessandro Pagano (eletto alla Camera) e Angelo Attaguile, sono indagati in un’inchiesta della Procura di Termini Imerese per voto di scambio e attentato ai diritti politici del cittadino, che ha portato all’arresto di un altro big del partito: l’avvocato Salvino Caputo (ex Msi, An e poi Pdl), deputato regionale per quattro legislature e due volte sindaco di Monreale, noto alle cronache politiche per essere stato il primo deputato regionale al quale fu applicata, nel 2013, la legge Severino, decadendo dalla carica per una condanna per tentativo di abuso d’ufficio.
 
Con lui ai domiciliari è finito anche il fratello Mario, candidato non eletto proprio tra le file del Carroccio alle recenti regionali. Arrestato anche un "procacciatore di voti".
 
Proprio le elezioni di novembre in Sicilia sono al centro dell’indagine dei pm che hanno iscritto nel registro degli indagati una ventina di persone che ruoterebbero, secondo l’accusa, attorno a un sistema di promesse di posti di lavoro e di favoritismi di vario tipo in cambio di voti: la Lega alle regionali riuscì a superare lo sbarramento del 5% ed eleggere per la prima volta un deputato all’Assemblea siciliana: si tratta dell’ex Mpa Tony Rizzotto, che qualche giorno dopo il voto ha ricevuto un avviso di garanzia per appropriazione indebita nell’ambito di un’altra inchiesta, condotta dalla Procura di Palermo su un ente di formazione.
 
Un terremoto giudiziario che apre una questione morale dentro la Lega in un momento cruciale per la vita politica del Paese e per gli equilibri nel centrodestra.
 
Salvini ha convocato Pagano e Attuaguile a Roma per avere chiarimenti, il faccia a faccia è previsto proprio per oggi e non è escluso un commissariamento del partito nell’isola.
 
"Mi meraviglio di questa inchiesta giudiziaria a sorpresa – ha detto Attaguile, che è anche candidato sindaco di Catania – in quanto non ho ricevuto nulla. Non ho mai fatto alcun voto di scambio come si vuol far credere da alcuni giornali in quanto mi sono occupato esclusivamente della formazione delle liste nella Sicilia orientale. Inoltre non ho mai sostenuto un singolo candidato ma tutta la lista del partito e non mai fatto alcuna promessa o accordo elettorale. Spero che tutto questo non sia stato fatto per sollevare un polverone in vista delle consultazioni del capo dello Stato sulla formazione del nuovo governo".
 
Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, nella conferenza stampa di ieri, ha parlato di Salvino Caputo come di "un soggetto aduso ad un’attività sicuramente contra legem: il voto di scambio, attività che esercitava in modo sistematico".
Da qui "l’esigenza cautelare per attentato ai diritti politici del cittadino".
 
Nell’ordinanza del gip Pagano e Attaguile, invece, vengono definiti come "istigatori" del sistema.
 
In particolare i due, come emergerebbe da alcune intercettazioni, avrebbero suggerito proprio a Salvino Caputo una escamotage per non disperdere il suo pacchetto di voti in quanto lui non poteva candidarsi direttamente alle regionali per la condanna subita in passato e per questo ritenuto "impresentabile".

"Si architetta – ha spiegato Cartosio – una situazione nella quale candidato è Mario Caputo, suo fratello ma si farà credere che il candidato è Salvino Caputo. Questo non può avvenire a Palermo e Monreale, ma lo si farà credere nelle Madonie. Così si confezionano volantini e manifesti senza foto e con il solo nome Caputo".
 
 
"Sono deluso e amareggiato – ha detto Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera e anche lui impegnato oggi con Salvini nelle Consultazioni – la magistratura faccia il suo lavoro, ma sono errori di cui far tesoro per non ripeterli in futuro".
E il presidente della Regione, nello Musumeci, ha aggiuto: "Grande rispetto per il lavoro della magistratura, mi auguro che le persone coinvolte possano dimostrare la propria estraneità ai fatti".
 

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