Formazione, addio a un colosso. Continua la "morìa" di enti storici - QdS

Formazione, addio a un colosso. Continua la “morìa” di enti storici

Michele Giuliano

Formazione, addio a un colosso. Continua la “morìa” di enti storici

martedì 10 Aprile 2018

Esce di scena un altro ente: per la Regione si moltiplicano i ricorsi dei dipendenti licenziati. Il Tar respinge il ricorso dell’Eduform contro il ritiro dell’accreditamento  

PALERMO – Anche l’Eduform è fuori dai giochi. Mentre a breve si attendono le tanto sperate novità per il mondo della formazione professionale, che potrebbe ripartire con le attività dopo oltre due anni e mezzo di stop, non si ferma la morìa di enti che, per un motivo o per un altro, si ritrovano senza accreditamento e quindi senza la possibilità di partecipare ai bandi e quindi accedere ai finanziamenti.
 
Il Tar ha emesso la sentenza che riguarda il ricorso presentato dall’Eduform contro l’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale per l’annullamento del decreto di revoca dell’accreditamento, considerandolo infondato e quindi respingendo le richieste dell’ente.
 

 
L’Eduform aveva sostenuto il ricorso basandosi su una presunta violazione del diritto di accesso nel procedimento dal quale è scaturito il provvedimento, e asserendo che gli era stato concesso un termine eccessivamente breve per poter compiutamente esprimere la propria posizione, e che il provvedimento adottato sarebbe comunque fondato su presupposti errati o comunque travisati. L’amministrazione regionale ha naturalmente chiesto il rigetto. Riguardo al diritto di accesso, il tribunale ha ritenuto che l’ente ricorrente è stato chiaramente messo a conoscenza delle irregolarità rilevate, e rispetto ad esse ha avuto modo di difendersi, o contestandone la sussistenza o dimostrando che non sono ad esso imputabili.
 
Ancora, il termine di dieci giorni concesso è stato considerato congruo per poter articolare una attività difensiva e che “tale censura risulta meramente strumentale e priva di effettiva consistenza” in quanto la “parte ricorrente, nel lasso di tempo concesso, non deve elaborare articolate tesi giuridiche, ma semplicemente giustificare le irregolarità fattuali riscontrate”.
 
Infine, non è stata ritenuta condivisibile l’argomentazione dell’Eduform secondo la quale, per potersi giustificare avrebbe dovuto avere piena conoscenza degli atti attraverso i quali l’amministrazione è venuta a conoscenza delle irregolarità contestate: tali irregolarità sono state dettagliatamente indicate nell’avviso di inizio procedimento. Infine, il Tar ha rilevato che il provvedimento impugnato contiene il rilievo di parecchie gravi irregolarità riscontrate, ciascuna delle quali sufficiente a giustificare la revoca adottata, mentre l’ente ricorrente si limita a formulare giustificazioni, per lo più generiche, con riguardo solo ad alcune di tali irregolarità.
 
Il ricorso dell’Eduform è uno dei tanti presentati da diversi enti che hanno visto, secondo il proprio parere, lesi i propri diritti. E non solo, anche i singoli operatori che hanno perso il lavoro stanno ricorrendo ai tribunali. Il numero dei ricorsi, secondo quanto accertato dal dipartimento regionale della Formazione, sono all’incirca 3 mila. Lo stop delle attività formative e il taglio ai finanziamenti ha portato molti enti di formazione a chiudere baracca e burattini, e siccome gli enti sono nella maggior parte dei casi no profit e totalmente finanziati dalla Regione non hanno il becco di un quattrino. Di conseguenza il dipendente licenziato si rivale sulla Regione che sempre, o quasi, viene condannata a pagare.
 
Per analizzare i casi ad uno ad uno, ed evitare che i ricorsi possano moltiplicarsi la Regione ha potenziato gli uffici del dipartimento con l’intenzione proprio di smaltire queste pratiche. Un problema che si incastra con i tanti altri, come ad esempio le vere e proprie “ruberie” accertate dalle varie Procura in Sicilia.

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