Differenziata, "obiettivo 35%". Regione in pressing sui Comuni - QdS

Differenziata, “obiettivo 35%”. Regione in pressing sui Comuni

Rosario Battiato

Differenziata, “obiettivo 35%”. Regione in pressing sui Comuni

mercoledì 11 Aprile 2018

In attesa del Piano rifiuti, la Giunta ha approvato un documento con le istruzioni per le Amministrazioni. Secondo gli ultimi dati Ispra, attualmente la raccolta nell’Isola si attesta al 15% 

PALERMO – In attesa del Piano regionale di gestione dei rifiuti e dei Piani d’ambito con la messa a regime dell’impiantistica, la Regione si muove per recuperare l’esagerato gap di raccolta differenziata che esiste col resto del Paese. Lo fa con un documento che segnala le azioni da mettere in campo da parte delle Amministrazioni comunali per la revisione dei sistemi di gestione della raccolta e che offre, inoltre, spunti e riflessioni sui vari settori che potrebbero beneficiare di una raccolta virtuosa e della riduzione degli sprechi e della produzione.
 
Lo scorso 5 aprile la Giunta regionale ha deliberato l’approvazione del documento “Gestione integrata dei rifiuti – ‘Primi indirizzi per l’incremento della raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti’”. Si tratta di un documento che costituisce parte integrante degli obiettivi specifici che sono riportati all’interno del “Piano stralcio di gestione dei rifiuti”, che ha lo scopo di “incrementare la raccolta differenziata – si legge nella delibera – carta, plastica, vetro, metalli e legno, al fine di conseguire, in un biennio, l’obiettivo di almeno il 35% di raccolta differenziata”. Attualmente la Sicilia, stando ai dati Ispra riferiti al 2016, si trova al 15,43%, cioè la metà della penultima regione, che è il Molise, e distante di quasi cinque volte rispetto al dato del Veneto (72,91%). Anche le più ottimistiche proiezioni dell’Ufficio speciale, che collocano la rd regionale oltre il 20%, sono comunque abbondantemente inferiori ai dati nazionali.
 
Non solo ambiente. La gestione dei rifiuti, infatti, interessa da vicino la connessione con altri comparti. A partire da rifiuti e turismo visto che “il rifiuto abbandonato o disperso restituisce la peggiore immagine della Regione Sicilia sia in ambiti naturali che in quelli urbani” e ci sono “studi sul sistema turistico hanno evidenziato che la presenza di rifiuti dispersi nelle spiagge è il primo fattore per il loro abbandono da parte di un turista”.
 
Del resto, precisano dall’assessorato, la correlazione rifiuti-turismo è da “intendersi anche in rapporto alla grande quantità di rifiuti prodotti in aree soggetti a forti variazioni stagionali e alla bassa differenziazione degli stessi nei periodi di maggiore carico”. Determinanti anche l’aspetto della food security che inquadra la donazione delle eccedenze alimentari e quello relativo ai rifiuti dell’industria agricola e food, nei servizi e nel manifatturiero, che, all’interno del documento, vengono affrontati sulla base delle nuove norme nazionali.
 
Ultimo passaggio è quello relativo allo sviluppo economico/occupazionale che offre importanti possibilità: a livello globale è stimato che per il 2019 il settore varrà 1.440 miliardi di euro tra cui la gestione dei rifiuti solidi urbani costituirà il 24%, cioè 340 miliardi.
All’interno del documento, dopo questa prima fase illustrativa, sono indicati gli spunti di riflessione e le indicazioni per consentire alle amministrazioni comunali di “rivedere, ripensare e rivalutare integralmente il proprio sistema di raccolta differenziata che, in quanto sistema ‘complesso’, è in costante evoluzione sia dal punto di vista giuridico, che da quello tecnico impiantistico ed economico”.

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