Il mancato incontro tra Di Maio e Salvini alla manifestazione conferma la difficoltà di dialogo tra un M5s che continua a proporre il proprio contratto e una Lega obbligata a rimanere nella coalizione del centrodestra. I pentastellati virerebbero così verso il Pd. E Martina parla di centrodestra in disfacimento. Mattarella potrebbe dare un incarico mercoledì
Fallite le "Consultazioni etiliche" della cinquantaduesima edizione del Vinitaly di Verona – dove ieri c’erano Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Giorgia Meloni, Maurizio Martina ed Elisabetta Casellati – si apre una settimana decisiva per la formazione del nuovo governo.
Oggi Mattarella è a Forlì per ricordare Roberto Ruffilli, senatore democristiano ucciso dalle Brigate rosse nel 1988 perché cercava saldature e metteva in guardia dai "veti incrociati paralizzanti".
Come quelli che impediscono a Di Maio e Salvini, che ieri al Vinitaly si sono accuratamente evitati, un dialogo sereno: il M5s continua a proporre il proprio "contratto", mentre la Lega è obbligata a rimanere nella coalizione del centrodestra segnata da quel Berlusconi "male assoluto".
"Chi si ostina a proporre un centrodestra unito propone una strada che non è percorribile e che può anche fare un danno al Paese" ha mandato a dire Di Maio a Salvini. E quest’ultimo: "non hanno ancora deciso che tipo di vino bere".
"Sia Di Maio che Salvini sono astemi" chiosa Maurizio Martina, "tocca alle forze vincenti il 4 marzo dare indicazioni chiare sul governo e questo non sta avvenendo". E si spinge a parlare di centrodestra in disfacimento.
Sullo sfondo restano i risultati elettorali del Friuli Venezia Giulia e del Molise, che, secondo Di Maio, "Non possono avere una concreta influenza sulle vicende nazionali".
Mattarella con ogni probabilità lascerà trascorrere le giornate di oggi e domani. Poi, mercoledì potrà o dare un pre-incarico a Matteo Salvini o a Luigi Di Maio; oppure un incarico esplorativo a una figura istituzionale, cioè la presidente del Senato Elisabetta Casellati o quello della Camera Roberto Fico.
Sia il leader del Carroccio che quello grillino sperano che Mattarella possa concedere loro altro tempo, magari evitando un pre-incarico diretto che sarebbe ad alto rischio in questa fase. E condurrebbe probabilmente verso i "governoni" che Salvini ha detto di temere dopo che Berlusconi ha auspicato "un Governo autorevole sostenuto da una maggioranza non qualsiasi per far fronte alle emergenze internazionali".
Di Maio, in forte imbarazzo, afferma: "Noi non siamo fermi, lavoriamo per un contratto di governo sui temi, per capire gli obiettivi comuni tra il programma del M5S e quelli della Lega. L’ipotesi del governo di cambiamento la proponiamo anche al Pd, voglio fare un appello al senso pratico di tutti".