Prevenzione strumento insostituibile contro i tumori e le malattie croniche - QdS

Prevenzione strumento insostituibile contro i tumori e le malattie croniche

redazione

Prevenzione strumento insostituibile contro i tumori e le malattie croniche

mercoledì 25 Aprile 2018

Stili di vita in lieve miglioramento, anche se resistono vecchi e pericolosi vizi quali fumo, alcol e cattiva alimentazione 

ROMA – L’Italia è al quindicesimo posto tra i Paesi dell’Unione europea per speranza di vita alla nascita senza limitazioni fisiche. Piccoli miglioramenti sugli stili di vita, anche se non diminuiscono i fumatori, aumento della pratica sportiva, ma anche degli obesi. In Italia si osservano livelli di cronicità e non autosufficienza tra gli anziani superiori alla media europea, soprattutto tra le donne. Persiste, inoltre, il divario tra Nord e Sud, come si vede anche dall’ampia disparità in Italia sulla capacità di prevenire e curare alcuni tipi di tumore, soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud. Questo è il quadro venuto fuori dal “Rapporto Osservasalute 2017 – Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle Regioni italiane”, presentato alla stampa al Policlinico universitario Gemelli di Roma.
 
Il Rapporto, curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, fornisce annualmente i risultati del check-up della devolution in sanità, corredando dati e indicatori con un’analisi critica sullo stato di salute degli italiani e sulla qualità dell’assistenza sanitaria a livello regionale. L’obiettivo è evidenziare le aree di eccellenza della Sanità pubblica che possano essere esempio di realtà organizzative e strumento di valutazione comparativa. Alla presentazione del report hanno preso parte, tra gli altri, Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane e Roberta Siliquini, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli Studi di Torino e presidente del Consiglio superiore di Sanità.
 
In Italia si muore meno per tumori e malattie croniche, come il diabete e l’ipertensione (diminuiti del 20% in 12 anni i tassi di mortalità precoce per queste cause), laddove la prevenzione funziona. Gli italiani tendono a occuparsi di più della propria salute e tendono a fare più sport (nel 2016 il 34,8% della popolazione, pari a circa 20 milioni e 485mila). Nello stesso tempo però è aumentata la percentuale delle persone in sovrappeso e soprattutto la quota degli obesi. Il vizio del fumo invece è rimasto stabile (al 2016 si stima fumi il 19,8% della popolazione over 14 anni). Si assiste invece a una lenta, ma inarrestabile diminuzione dei non consumatori di alcolici.
 
È andata migliorando l’efficacia delle cure e della prevenzione delle neoplasie. In particolare per la prevenzione, ottimi risultati sono conseguiti alla diminuzione dei fumatori tra gli uomini e all’aumento della copertura degli screening preventivi. Lo dimostra la diminuzione dei nuovi casi di tumori al polmone tra i maschi (-2,7% dal 2005 al 2015) e della cervice uterina tra le donne (-4,1% annuo). È aumentata di 5,7 punti percentuali anche la sopravvivenza a 5 anni per il tumore al polmone e 2,4 punti per il carcinoma del collo dell’utero. Aumentano inoltre del 12,1% dal 2012 al 2016 le malattie croniche e la compresenza in un paziente di più di una di queste malattie. Tale prevalenza è più elevata nel genere femminile rispetto a quello maschile in tutti gli anni considerati e, nel 2016, è pari al 28,7% tra le donne e al 21,3% tra gli uomini.
 
In più, L’Italia è tra i Paesi più longevi d’Europa e del mondo dopo la Svezia per la più elevata speranza di vita alla nascita per gli uomini (80,3 anni) e al terzo posto dopo Francia e Spagna per le donne (84,9 anni), a fronte di una media dei Paesi dell’Unione Europea di 77,9 anni per gli uomini e di 83,3 anni per le donne. Anche rispetto agli anni di vita attesa all’età di 65 anni gli uomini e le donne italiane vivono in media un anno in più del valore medio europeo (rispettivamente, 18,9 anni contro 17,9 e 22,2 anni contro 21,2 anni).

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