Lampedusa: Procura Agrigento sequestra depuratore comunale - QdS

Lampedusa: Procura Agrigento sequestra depuratore comunale

redazione

Lampedusa: Procura Agrigento sequestra depuratore comunale

giovedì 26 Aprile 2018

Nelle acque marine batteri fecali diecimila volte superiori ai limiti di legge. Tredici gli avvisi di garanzia che hanno colpito il sindaco in carica Martello, il suo predecessore Giusi Nicolini, funzionari regionali e imprenditori. Il procuratore Patronaggio parla di "imputazioni provvisorie". Il primo cittadino, "Inquinamento solo nella zona di Cavallo Bianco, poi il mare è limpido"

La Procura della Repubblica di Agrigento ha disposto il sequestro dell’impianto di depurazione del Comune di Lampedusa  e ha emesso tredici avvisi di garanzia dopo un’indagine che ha accertato che gli impianti non funzionavano producendo
livelli di inquinamento da batteri fecali 10mila volta superiori ai limiti di legge.
 
I magistrati, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, hanno notificato anche 13 avvisi di garanzia che hanno raggiunto l’ex sindaco Giusi Nicolini e l’attuale, Totò Martello.

A procedere sono stati i carabinieri del centro Anticrimine natura e i militari della Guardia costiera.
 
"Da tempo – ha detto durante una conferenza stampa Patronaggio – tenevamo d’occhio la situazione di Lampedusa. Dal 2012 il vecchio depuratore non funzionava più e la situazione si è sempre più aggravata. Nella nuova struttura le opere che dovevano essere effettuate non sono state realizzate e oggi abbiamo una situazione di estrema gravità".
 
"Abbiamo dovuto necessariamente – ha aggiunto Patronaggio – inviare le informazioni di garanzia a tutti gli amministratori che si sono succeduti dal 2012 a oggi proprio perché vogliamo capire se ci sono state omissioni penalmente rilevanti. Non escludiamo l’esistenza di reati contro la pubblica amministrazione e inadempienza nelle pubbliche forniture perché questo appalto si è protratto per più tempo e ancora non è stato chiuso.  E’ nostra preoccupazione far partire la stagione estiva per cui abbiamo impartito al Comune delle direttive che se verranno rispettate, probabilmente, riusciranno a contenere l’inquinamento ambientale, altrimenti poi si procederà con un amministratore giudiziario".
 
"Si tratta di imputazioni provvisorie – hanno tenuto a precisare il procuratore capo Luigi Patronaggio e il sostituto Alessandra Russo – in attesa di ulteriori verifiche".
 
Oltre al sindaco Salvatore Martello e al suo predecessore, Giusi Nicolini, sono undici – fra dirigenti di Regione e Comune e responsabili delle ditte che avrebbero dovuto fare i lavori di sistemazione dell’impianto di depurazione di Lampedusa – a essere stati iscritti nel registro degli indagati per le presunte irregolarità nel funzionamento del depuratore.
 
Si tratta di Maurizio Pirillo, 56 anni, ex direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Sicila; Felice Ajello, 60 anni, direttore dei servizi attuativi della gestione del servizio idrico della Regione; Salvatore Stagno, 47 anni, responsabile unico del procedimento relativo al rinnovo del depuratore; Giuseppe Tornabene, 64 anni, direttore dei lavori; Giuseppe Dragotta, 62 anni, direttore dei lavori; Manlio Maraventano, 50 anni, ex dirigente dell’Utc di Lampedusa; Francesco Brignone, 55 anni, ex dirigente Utc; Calogero Fiorentino, 61 anni, ex dirigente dell’Utc; Sonja Nunziatina Cannizzo, 48 anni, amministratore della Nuroni Srl, società che avrebbe dovuto realizzare il nuovo depuratore dell’isola; Luigi Fidone, 43 anni, direttore tecnico della Nuroni e Giovanna Taormina, rappresentante della Epilscan, società che si occupava del conferimento dei rifiuti sull’isola che avrebbe creato una discarica abusiva.
 
Il vecchio depuratore di Lampedusa non funzionava più dal 2012. Il Comune, beneficiando di finanziamenti per l’insularità, aveva ottenuto 8 milioni di euro per i lavori di ripristino. Ma in questi anni nulla è stato fatto.
 
"Il progetto prevedeva una serie di step per la consegna degli interventi, tutto si sarebbe dovuto risolvere nel giro di due anni", ha spiegato il sostituto procuratore di Agrigento Alessandra Russo che ha disposto il sequestro dell’impianto e aperto un’inchiesta.
 
"Qualcosa – ha detto il procuratore Patronaggio – si è inceppata. Il depuratore non funziona Venivano utilizzate impropriamente le vasche del vecchio e del nuovo depuratore e un tubo, una sorta di collettore, che si vede che spande in acqua i rifiuti melmosi".
 
Commentando gli avvisi di garanzia il sindaco Martello ha detto: "Ritengo sia un atto dovuto: quando sono stato eletto sindaco, poco meno di un anno fa, mi sono immediatamente attivato per chiedere all’assessorato regionale all’Energia il motivo per il quale il vecchio impianto di depurazione era stato chiuso, nonostante il nuovo impianto non fosse ancora pronto".
 
"In questa vicenda i lampedusani sono parte lesa – ha aggiunto – e io, insieme con loro, sono il primo a chiedere che sia fatta piena luce. L’amministrazione comunale è pronta a fornire tutte le informazioni e quanto sarà necessario alla magistratura per l’accertamento dei fatti".
 
Il Sindaco ha tenuto a precisare che solo nella zona di Cavallo Bianco, interessata dall’impianto di depurazione, risultano alti livelli di inquinamento, "Ma il nostro mare resta quello che migliaia di turisti hanno amato e apprezzato in questi anni".
 
 
 
 

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