Ars: Musumeci, "La Manovra non è un marchettificio" - QdS

Ars: Musumeci, “La Manovra non è un marchettificio”

redazione

Ars: Musumeci, “La Manovra non è un marchettificio”

venerdì 27 Aprile 2018

L'accusa era stata lanciata ieri sera da Valentina Zafarana (M5s) sottolineando una spesa per le collaborazioni di Presidente e assessori cresciuta di ben sette volte. Il Governatore, "Aperti al confronto con il Parlamento". Giuseppe Lupo del Pd ha parlato invece di una finanziaria "di un governo che è nato stanco" e di una manovra priva di politiche sociali. L'esame della Finanziaria riprende stamattina alle 9,30

"Questa è la finanziaria che poteva esprimere questa coalizione nelle sue condizioni interne ed esterne, ma non è un marchettificio".
 
Questo il commento del presidente della Regione, Nello Musumeci, intervenuto all’Ars ieri sera a conclusione della discussione generale sulla Manovra di bilancio, protrattasi per cinque ore.
 

 
Il termine "marchettificio" era stato utilizzato dalla capogruppo del M5s Valentina Zafarana che aveva parlato di "Una manovra senz’anima, priva di visione politica e priorità d’intervento, che non dà risposte ai siciliani" accusando Governo e maggioranza di aver prodotto "una bulimia normativa che ha trasformato il testo base in un marchettificio in chiave elettorale".
 
L’idea del "marchettificio" la si ritrova in una spesa per gli incarichi di collaborazione del personale degli uffici del presidente della Regione e degli assessori che cresce di ben sette volte rispetto all’anno scorso: da 17 mila a 112 mila euro.
 
In compenso sono stati azzerati i capitoli per la costruzione, l’ampliamento e il completamento di edifici scolastici (era di 911 mln) e per l’eliminazione delle barriere architettoniche (era di 200 mila euro).
 
Dimezzato il capitolo alle Attività produttive per i fondi alle cooperative (da 534 a 200 mila), ridotti i capitoli dei Beni culturali per le spese di esproprio (da 763 a 50 mila euro) e gli indennizzi per il ritrovamento di oggetti d’arte (da 313 a 38 mila).
 
In aumento invece la spesa (assessorato Economia) per la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale (da 5 a 15 milioni di euro) e per l’incremento del patrimonio dell’Irfis (da zero a 10 milioni).
 
Tra i tagli più rilevanti, i quattro milioni di euro in meno per l’Assemblea siciliana: il budget per Palazzo dei Normanni passa da 143 a 139 milioni di euro.
 
La riunione dell’Ars è stata rinviata a oggi alle 9,30.
 
L’Assemblea prima discuterà il bilancio dell’Ars, poi voterà la modifica del regolamento interno per allargare l’ufficio di Presidenza a due nuovi segretari, quindi passerà alla votazione degli articoli della Manovra.
 
"E’ una finanziaria –  aveva spiegato ieri il Governatore Musumeci – nata e concepita da una Regione fortemente indebitata con un contenzioso aperto con il governo nazionale e con un contributo che dobbiamo alla finanza pubblica di 1,3 miliardi. Eppure abbiamo voluto assecondare la richiesta dell’opposizione di presentare una finanziaria snella ma forse abbiamo commesso un errore: era di 36 articoli e dopo lo stralcio siamo arrivati a 118. Delle due l’una: o facevamo una finanziaria blindata o il governo si apriva al confronto col Parlamento".
 
Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all’Ars, aveva risposto che questa è la finanziaria "di un governo che è nato stanco, e che procede con passo lento in un clima da fine legislatura".
 
"Il governo aveva annunciato il Bilancio entro dicembre – aveva aggiunto – poi lo ha rinviato a marzo, ma la discussione in aula è iniziata solo a fine aprile. Era stata annunciata una Finanziaria ‘snella’ che è stata appesantita da tanti emendamenti-coriandolo lanciati in commissione da una maggioranza senza un progetto. Ma nonostante la manovra conti adesso oltre 90 articoli, non affronta le emergenze della Sicilia né i temi dello sviluppo e del lavoro".
 
"Il Pd – aveva concluso Lupo – porterà avanti le sue proposte per la lotta alla povertà, per lo sviluppo e le politiche sociali, per i giovani e il sostegno ai Comuni".
 
 La seduta parlamentare era stata aperta alle 13 e subito rinviata dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che ha convocato i capigruppo per concordare la tempistica per l’esame in aula delle norme della manovra.
 
Alle 14,30 in aula si erano presentati il governatore Nello Musumeci e l’assessore all’Economia Gaetano Armao con altri componenti la giunta ed era cominciata  la discussione generale della manovra finanziaria.

 
La seduta è stata  presieduta dal vice presidente Giancarlo Cancelleri.
 
Le prime polemiche erano venute dal fatto che le spese per la Presidenza della Regione previste nel bilancio 2018 aumentassero di circa 200 mila euro rispetto all’anno scorso, ha rinfocolato le pomemiche sulla Legge di stabilità.
 
L’aumento riguarda le spese per esperti e consulenti per 30 mila euro (150 mila euro in totale), quelle di rappresentanza, convegni e congressi (+60 mila euro, 200 mila euro il totale), 20 mila euro in più all’ufficio stampa (100 mila euro), 30 mila euro in più per le pubblicazioni (90 mila euro), 40 mila euro in più per la propaganda dell’autonomia regionale (62 mila euro).
 
Rimane invariato il capitolo dei fondi riservati del presidente: 50 mila euro.

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