Governo: scintille Renzi-Di Maio, giornata d'attesa - QdS

Governo: scintille Renzi-Di Maio, giornata d’attesa

redazione

Governo: scintille Renzi-Di Maio, giornata d’attesa

lunedì 30 Aprile 2018

L'esponente dem, "Chi ha perso le elezioni non può andare al governo". Il leader pentastellato, "Ha un ego smisurato". L'ex premier, "Ha detto 'o faccio il premier io o niente'". E mentre si attende l'esito del voto in Friuli Venezia Giulia, si comincia a parlare di elezioni a ottobre. Che per Mattarella, con questa legge elettorale, potrebbero rivelarsi inutili

Dopo il botta e risposta a distanza di ieri sera tra Renzi e Di Maio è una giornata di attesa quella di oggi nei palazzi della politica.
 
Da una parte si attende di sapere come sono andate le elezioni in Friuli Venezia Giulia, dove il primo segnale non buono è la bassissima affluenza, dall’altro di conoscere le "grandi novità" annunciate da Luigi Di Maio in un tweet ieri sera dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi ospite della trasmissione di Fabio Fazio "Che tempo che fa".
 

 
"Domani seguitemi in diretta sulla mia pagina Facebook. Ci saranno novità!" ha annunciato nel cinguettio il leader del M5s dopo aver attaccato l’esponente dei dem: "Altro che discussione interna al Pd. Oggi abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi col suo ego smisurato".
 
L’ira di Di Maio è la risposta alle affermazioni televisive di Renzi, che si possono così riassumere: "Incontrarsi con Di Maio sì, votare la fiducia a un governo Di Maio no, la gente sennò poi non crede più alla democrazia. Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo: tocca a Salvini e Di Maio a governare. Non possiamo rientrare dalla finestra come un gioco di palazzo".
 
Adesso, considerando comunque che dovrà essere la direzione del Pd del tre maggio a decidere, si aprono diversi scenari.
 
Per esempio ci si aspetta che il dialogo tra Lega e M5s possa ripartire.
 
L’obiettivo del presidente Sergio Mattarella resta quello di dare un governo al Paese e il Quirinale starebba vagliando un nuovo possibile percorso.
 
Dal centrodestra è giunta la richiesta di una investitura "minoritaria" della coalizione per cercare in Parlamento i voti necessari alla fiducia. Ma il Colle non sembra propenso ad avventurarsi su strade prive di garanzie di tenuta.
 
Si potrebbe quindi ipotizzare un terzo giro di consultazioni per i partiti.
 
E si comincia a parlare concretamente  di elezioni a ottobre.
 
Un’ipotesi, questa, che ieri Renzi ha considerato come infausta: "Se si dovesse tornare a votare sarebbe un gigantesco schiaffo ai cittadini, perché quelli che hanno detto ‘abbiamo vinto’ non sono stati in grado di fare niente. Perché c’è uno (riferendosi a Di Maio) che ha detto ‘o faccio il premier io o niente‘. Se si torna a votare non so se prendono più voti di prima".
 
Anche per Sergio Mattarella l’ipotesi di nuove elezioni è infausta.
 
Da una parte per il rischio di esercizio provvisorio e dall’altra le fondate possibilità che, lasciando invariata la legge elettorale, le nuove consultazioni non farebbero che concludersi con uno stallo come quello che stiamo vivendo.

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