Per l’ex difensore civico del Comune di Palermo, Antonio Tito, la questione è al centro di un vero e proprio “conflitto di competenze”, originato dalla discordante interpretazione data all’art.13 del contratto di servizio, che regola i rapporti tra l’azienda di via Nenni e l’ente controllante. Secondo costante giurisprudenza, la responsabilità dell’ente proprietario di strade e marciapiedi non viene meno con l’affidamento della manutenzione a terzi, poiché il rapporto interno tra Comune e Amia non può avere effetto nei confronti dei danneggiati.
In tal senso si è espressa l’avvocatura comunale, avendo l’Amia, in virtù dell’art. 13 del contratto, assunto l’obbligo di tenere indenne e di rivalere il Comune da ogni pretesa, sia in sede giudiziale che stragiudiziale, riconducibile alle responsabilità esclusive della società, ma anche al risarcimento danni per la proprietà, gestione delle strade e dei marciapiedi comunali anche nel caso in cui sia emessa sentenza di condanna per il Comune e compresi i casi in cui nella stessa sentenza la società venga estromessa da ogni responsabilità.
Tutto chiaro? Non proprio. Per Tito “tale situazione, se può risultare fotografata in esito a un giudizio, non è altrettanto chiara per la fase che precede l’instaurazione del contenzioso, della quale il cittadino continua a non avere certezza del soggetto obbligato”.
“Nel nuovo contratto di servizio – spiega Gaetano Lo Cicero, direttore generale del Comune, nonché commissario liquidatore di Amia – abbiamo provveduto a modificare l’articolo in questione e fissato un budget entro il quale a risarcire i danni è Amia”.
“In media – ha ricordato – riceviamo 5-6 richieste la settimana da parte dei cittadini danneggiati, istanze che poi giriamo all’ufficio legale. Il valore medio delle richieste va dai 5 ai 20mila euro”.
Dall’ultimo bilancio di esercizio Amia, emergono complessivamente 571 richieste risarcitorie presentate da nel 2008 in sede stragiudiziaria, per danni derivanti dalla manutenzione stradale, movimentazione nonché incendio dei cassonetti della spazzatura, oltreché per i danni causati nello svolgimento dell’attività lavorativa da parte dei dipendenti dell’azienda. Al 31 dicembre 2008, invece, sono state 110 le determinazioni presidenziali di presa d’atto di decisioni dell’Autorità giudiziaria e, ai sensi dell’art.13 del contratto di servizio fra Amia e Comune, a porre in essere gli atti necessari per la costituzione in giudizio da parte dell’azienda dei rifiuti.