Sottobosco della povertà con tanto "nero" - QdS

Sottobosco della povertà con tanto “nero”

Carlo Alberto Tregua

Sottobosco della povertà con tanto “nero”

martedì 08 Maggio 2018

Basta pietismo, serve verità 

L’Istat certifica che in Italia vi sono 7,3 milioni di persone in forte disagio economico, che votano. Ecco perché sono state illuse dal Movimento 5 stelle, che ha proclamato ai quattro venti come il loro eventuale ma impossibile Governo avrebbe dato a tutti almeno 780 euro per cranio e a famiglie di quattro persone un assegno di 1.900 euro al mese.
L’indomani delle elezioni tutti costoro si sono precipitati presso i Comuni a chiedere da quando avrebbero potuto incassare tale assegno: una colossale buffonata.
Che vi siano famiglie indigenti è un fatto, che deriva da almeno due cause: molti non hanno lavorato, altri hanno lavorato in “nero”, vi è stata una moltitudine di persone che non ha versato i contributi previdenziali con la conseguenza di avere un assegno insufficiente o di non averlo affatto.
Poi vi sono intere categorie di cittadini che continuano a fare le loro attività in nero, alimentando quel sommerso che l’Istat stima in circa 200 miliardi.
 
Attività sconosciute, pari a un quarto di tutte le entrate dello Stato e a oltre un decimo del Pil nazionale, sono un’anomalia tutta italiana. Infatti, in nessun altro Paese d’Europa, forse fatta eccezione per la Grecia e qualcuno dell’Est, vi è tanta parte della ricchezza nascosta che produce un altro guaio: l’evasione fiscale. Essa è stimata intorno ai 150 miliardi (un po’ meno di un decimo del Pil) nonostante ogni anno Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate accertino una quindicina di miliardi: un pozzo senza fondo.
Viene quindi da dubitare che la povertà dichiarata sia effettiva, nel suo sottobosco c’è tanto nero in cui si devono comprendere tutte le illecite attività della criminalità organizzata.
Essa è molto forte nelle tre regioni meridionali (Campania, Calabria e Sicilia), anche se si è trasferita in massa nelle aree più ricche del Paese, ove c’è maggiore materia economica. Non è un caso che siano stati sciolti per mafia Comuni in Lombardia e Liguria.
Forse possiamo considerare poveri i mafiosi? Eppure, ai sensi di legge, essi lo sono.
Forse possiamo considerare poveri gli evasori fiscali? Eppure, ai sensi di legge, essi lo sono.
 
Basta pietismo, occorre che le istituzioni dicano la verità e distinguano i veri dai falsi poveri.
Di recente ha destato scalpore il sequestro di un castello a Fiano Romano del valore di molti milioni di euro, di proprietà di un imprenditore accusato di bancarotta (povero?). E ancora più scalpore, nel 2014, quando la Guardia di Finanza ha scoperto che una signora romana possedeva 1.200 immobili, ripetiamo milleduecento immobili, senza averli mai dichiarati al Fisco. Anche questa era una povera?
Un Paese serio dovrebbe fare chiarezza e le istituzioni dovrebbero rifiutare la facile demagogia, indicando con precisione chi è povero e chi invece non lo è; indicando con altrettanta precisione come e perché si indichino tanti poveri e quali sia la causa della loro povertà.
Ma il nostro non è un Paese serio. Ancora oggi si discetta fra destra e sinistra, collocazioni ideologiche che non esistono più. A proposito, vogliamo precisare la distinzione fra ideologia e ideale: la prima ha un significato negativo in quanto privo di fondamento della realtà, utilizzato anche dal marxismo; il secondo esiste nello spirito e nel pensiero, è un’aspirazione nobile e ha un fine lodevole.
 
Come si può ben comprendere dalle definizioni enciclopediche prima riportate, vi è una profonda differenza tra ideologia e ideale. Ma allora perché tanti caproni continuano a parlare di ideologia anziché di ideale? Perché ripetono a pappagallo quello che sentono dire dagli altri, senza metterci del proprio per comprendere effettivamente il senso delle parole e ciò che esse rappresentano?
La moda guida il cervello delle persone, i blablatori non sono da meno. Essi fuggono dalla realtà, fanno vedere ai cittadini lucciole per lanterne, fanno credere che tutti sono uguali, mentre dovrebbero chiarire, se fossero persone oneste, che tutti sono uguali nel punto di partenza ma poi la natura differenzia per qualità e merito.
Basta pietismo, occorre dire la verità, che emerga chiara come la luce del sole, comunicata da persone oneste. Oppure non lo sono!

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