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Il consumo di cibi e bevande troppo acidi aumenta l’erosione dello smalto dentale

redazione

Il consumo di cibi e bevande troppo acidi aumenta l’erosione dello smalto dentale

mercoledì 09 Maggio 2018

Un problema ancora poco conosciuto dalla maggior parte degli italiani, che può mettere a rischio la salute della bocca 

in collaborazione con ITALPRESS
 
TORINO – Il consumo eccessivo e frequente di cibi o bevande acide, come energy drink e bibite gassate o frutta e verdure acide, come può accadere nella dieta vegana e vegetariana, anche sotto forma di estratti e centrifugati, può aumentare il rischio di erosione dello smalto dentale, ma pochi italiani lo sanno. Lo rivela un’indagine dell’Accademia italiana di Odontoiatria conservativa e restaurativa (Aic) che sarà presentata in occasione del Congresso nazionale, in programma a Torino da domani al 12 maggio.
 
Ingialliti, più fragili al punto da scheggiarsi facilmente, consumati in alcuni punti. Ipersensibili al caldo e al freddo: quando i denti perdono lo smalto è a rischio tutta la salute della bocca, oltre che la bellezza del sorriso. Eppure l’erosione e l’abrasione dello smalto, che riguardano il 40% degli italiani a tutte le età, sono fenomeni ancora poco noti e sottovalutati: solo il 13% imputa correttamente la perdita di smalto al consumo di cibi e bevande troppo acidi, appena il 10% sa che il deterioramento può dipendere anche da una dieta eccessivamente ricca di verdura e frutta acida.
 
Secondo i risultati dell’indagine, il 44% degli italiani non si preoccupa dei possibili danni allo smalto perché pensa che possa auto-rigenerarsi e oltre la metà crede che la saliva, fondamentale per impedire l’aggressione di acidi e batteri sullo smalto dentale, sia invece del tutto inutile. Pochi, poi, si preoccupano delle possibili conseguenze: soltanto uno su due accorgendosi di avere denti molto usurati si rivolge al dentista, gli altri lo fanno soltanto se l’estetica del sorriso è compromessa o se si manifestano sintomi evidenti e fastidiosi come l’ipersensibilità dentale.
 
L’indagine, che è stata condotta da Datanalysis su 1.000 adulti rappresentativi della popolazione italiana attraverso un questionario telefonico, mostra che un italiano su quattro imputa l’erosione dentale ai troppi zuccheri e uno su cinque ai cibi troppo caldi o troppo freddi, ma soltanto il 13% sa che possono esserne responsabili gli alimenti troppo acidi come gli agrumi, i pomodori, i sottaceti o le bibite gasate.
 
“L’usura dentale – ha spiegato Lorenzo Breschi, presidente di Aic – è poco conosciuta: consiste in una perdita di materiale mineralizzato del dente, lo smalto, ovvero lo scudo esterno protettivo del dente stesso. Il 40% degli italiani ha la superficie dei denti usurata perché i denti vengono erosi o abrasi per colpa delle cattive abitudini. L’erosione consiste nel deterioramento dello smalto dentale dovuto all’aggressione di sostanze chimiche, ovvero gli acidi che sono in grado di aggredire e distruggere la parte più esterna dei denti. Gli acidi possono trovarsi nel cavo orale a causa di varie patologie dell’apparato digerente come il reflusso gastro-esofageo o disturbi alimentari, ma più spesso sono dovuti al consumo frequente di cibi e bevande molto acidi come energy drink, bibite gassate e spremute di agrumi soprattutto se vengono sorseggiate a lungo senza lasciare tempo alla saliva di riportare il ph orale a un livello di sicurezza. Per bere senza rischi anche un centrifugato o un estratto che contenga agrumi, frutta o verdure acide può bastare usare una cannuccia, in modo che il contatto con i denti sia minimo”.
 
“Altrettanto sconosciuti – ha aggiunto – sono i rischi delle diete con eccessivi consumi di vegetali acidi: meglio optare per ortaggi poco acidi e fibrosi come sedano, broccoli, verdura a foglia, che aiutano anche a ‘spazzolare’ i denti durante la masticazione. Non aumentano il rischio di erosione dentale invece i chewing-gum, perché incrementano la produzione di saliva fino a dieci volte il normale flusso, ma devono essere quelli senza zucchero o a base di xilitolo. Assolte anche le sigarette elettroniche, mentre il cloro nell’acqua delle piscine può diventare rischioso soltanto se si nuota quattro, cinque volte a settimana per almeno due ore”.
 
“Purtroppo – ha concluso – i segni caratteristici dell’indebolimento dentale sono poco noti alla popolazione che generalmente tarda a rivolgersi al dentista: solo l’8% sa che l’ingiallimento dei denti può significare una perdita dello smalto, appena uno su tre che ne è un segno anche l’ipersensibilità al caldo o al freddo”.
 
Anche l’abrasione dentale, ovvero l’usura dello smalto indotto dall’azione meccanica come lo sfregamento continuo dovuto a bruxismo o all’uso di spazzolini troppo aggressivi, non è un fenomeno conosciuto agli italiani. Solo il 23% sa che i dentifrici abrasivi, come quelli sbiancanti, possono danneggiare lo smalto.
 
“Purtroppo – ha evidenziato ancora Breschi – non va meglio sul fronte della prevenzione: appena un italiano su quattro pensa di dover limitare alimenti e bevande acidi per proteggere lo smalto. E due su tre non sanno che è meglio aspettare circa mezz’ora prima di lavarsi i denti dopo aver mangiato cibi acidi per ridurre i rischi per lo smalto. Facendolo immediatamente, infatti, lo spazzolamento meccanico può agire su uno smalto intaccato dall’acido ovvero uno smalto più ‘morbido’ per la presenza dell’acido stesso, comportando perciò un’aggressione meccanica da spazzolamento. Purtroppo la prevalenza di erosione chimica e abrasione meccanica è in crescita, per esempio in bambini e adolescenti che fanno largo uso di succhi di frutta o bibite gasate: è perciò importante sapere che una dieta corretta e una buona igiene orale, con dentifrici al fluoro in grado di favorire la remineralizzazione, sono fondamentali per proteggere lo smalto”.
 
“Soprattutto – ha concluso – è essenziale non trascurare i segnali di un indebolimento dello smalto, come un ingiallimento dei denti, un’usura eccessiva o i margini dentali assottigliati, perché come pochi sanno lo smalto non si rigenera ed il danno che ne consegue è irreversibile”.

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