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Ars: per Corte dei conti portaborse non stabilizzabili

redazione

Ars: per Corte dei conti portaborse non stabilizzabili

sabato 12 Maggio 2018

Il presidente della sezione, Graffeo, ha bloccato qualsiasi ipotesi di assunzione a tempo indeterminato per oltre 350 persone. A rischio i lavori dell'Assemblea. Ieri Micciché aveva disertato la festa della magistratura contabile

I portaborse e gli esterni dell’Assemblea siciliana non possono essere stabilizzati.
 
Lo ha stabilito la sezione di controllo della Corte dei conti, con la delibera con la quale ha approvato i rendiconti dei gruppi parlamentari.
 
La decisione potrebbe mettere a rischio i lavori dell’Assemblea regionale siciliana che in questo momento affronta una fase molto delicata.
 
Ieri in molti avevano notato l’assenza del presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, dalle celebrazioni per il settantesimo anniversario della Corte dei conti in Sicilia, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
 
Micciché aveva risposto, polemicamente, "Le passerelle le lascio agli altri. Io ho da lavorare".
 
Al momento sono oltre 350, a fronte di 70 parlamentari, gli esterni tra cosiddetti ‘stabilizzati’ e collaboratori dei gruppi parlamentari, portaborse dei singoli deputati regionali e consulenti dell’ufficio di presidenza dell’Ars.
 
Il presidente della sezione, Maurizio Graffeo, ha bloccato qualsiasi ipotesi di assunzione a tempo indeterminato all’Ars dei collaboratori chiamati dai gruppi nel corso delle legislature: riguarda sia i cosiddetti stabilizzati, una ottantina di persone alcune con trent’anni di anzianità alle spalle, sia gli altri esterni assunti con l’avvio della nuova legislatura.
 
"Non è possibile – spiega la Corte – una sorta di stabilizzazione da parte dell’Ars sia perché si tratta di personale chiamato di volta in volta su base esclusivamente fiduciaria, con contratti di diritto privato, sia in quanto la parte datoriale è identificabile con i gruppi parlamentari, ovverosia con soggetti qualificabili come associazioni non riconosciute di natura privatistica, ben diversi dall’Assemblea".
 
Insomma, i magistrati contabili spiegano che "la situazione è del tutto dissimile dalle ipotesi di stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni".
 
"I gruppi – prosegue la sezione di controllo – di natura eminentemente transitoria, non possono certamente procedere con la stabilizzazione di dipendenti assunti in passato da soggetti giuridici diversi, benché di analoga matrice politica".
 
IL CAMBIO DELLE REGOLE IN FINANZIARIA
 
Il 29 aprile scorso l’Ars ha approvato un emendamento alla finanziaria con cui si cambiano, dal prossimo luglio, le regole per le assunzioni di esterni – portaborse e collaboratori (cosiddetti D6) – nei gruppi parlamentari.
 
 
La norma sposta il budget per i collaboratori (D6), ridotto da 58 a 38 mila euro all’anno, dai gruppi parlamentari al singolo deputato che quindi avrà a disposizione non più 3.100 euro ma 6.200 euro al mese come contributo per i portaborse.
 
Se vorranno però i deputati potranno girare una parte dei fondi al gruppo per l’assunzione di un dipendente che sarà a disposizione anche dei colleghi parlamentari.
 
 
L’Ars inoltre coprirà le spese degli stipendi del cosiddetto personale ‘stabilizzato’ (una ottantina di persone inserite in un elenco, alcuni con trent’anni di servizio alle spalle) che sarà assunto dai gruppi parlamentari: la norma fissa a 58 mila euro il limite massimo degli emolumenti per questo personale.
 
 
Il passaggio del budget per gli esterni dal gruppo parlamentare al singolo deputato era stato pensato per evitare il controllo da parte della Corte dei conti che interviene sui rendiconti dei gruppi.
 
 
Erano stati proprio i giudici contabili a sollevare il caso del numero eccessivo di contratti fati dai gruppi a personale esterno, quasi 350.
 
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, aveva sostenuto che "non sarebbe stato moralmente accettabile, licenziare i collaboratori che svolgono l’attività di supporto parlamentare in alcuni casi da oltre vent’anni".
 
 
 

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