La Sicilia "affoga" nei pesticidi. Residui in oltre il 60% delle acque - QdS

La Sicilia “affoga” nei pesticidi. Residui in oltre il 60% delle acque

Rosario Battiato

La Sicilia “affoga” nei pesticidi. Residui in oltre il 60% delle acque

martedì 15 Maggio 2018

Ispra e Arpa: concentrazioni superiori agli standard nel 18% dei punti monitorati. Peggio solo il Friuli. Soprattutto nel sottosuolo l’Isola presenta livelli di inquinamento tra i più alti d’Italia 

PALERMO – Quasi 300 punti di monitoraggio, più di mille campioni e circa 144 sostanze ritrovate. Livelli di contaminazione superiori agli standard/norme di qualità ambientale (fissati dalle direttive 2008/105/CE e 2006/118CE) nel 23% dei punti delle acque superficiali e nel 18% delle acque sotterranee. Sono alcuni dei numeri siciliani che arrivano dal rapporto dell’Ispra (il centro studi del Ministero dell’Ambiente) “Pesticidi nelle acque”, che raccoglie i dati rilevati nel biennio 2015-2016 dalle Arpa regionali, le agenzie ambientali delle Regioni.
 
Andando in dettaglio, secondo il report regionale dell’Ispra, nel 2016 i dati siciliani hanno riguardato “34 punti di monitoraggio delle acque superficiali e 250 di quelle sotterranee”, complessivamente sono stati effettuati 1.048 campioni per un totale di 115.046 misure analitiche. Nelle acque superficiali sono stati registrati “residui di pesticidi nel 67,6% dei punti e nel 74,3% dei campioni investigati”.


Poco meno di 190 le sostanze ritrovate: “le più frequenti sono aldicarb, carbendazim, metalaxil, 2,4-d e azossistrobina”. Le acque sotterranee hanno fatto riscontrare la presenza di pesticidi nel “60,4% dei punti e nel 47,6% dei campioni”. In questo specifico caso sono state rinvenute esattamente 190 sostanze: “le più frequenti sono metalaxil, carbendazim, oxadixil, imidacloprid, triadimenol e dimetomorf”.
Il livello è superiore ai limiti di qualità ambientale per 8 punti delle acque superficiali, su un totale di 34, e in 46 punti delle acque sotterranee, su un totale 250.


In tutta Italia ci sono stati più di 250 pesticidi rintracciati, presenza riscontrata nel 67% delle acque superficiali monitorate, e limiti di legge superati nel 24% dei casi. Nelle falde sotterranee il 33,5% dei punti di rilevazione ha fatto registrare la presenza dei pesticidi e superamento dei limiti per quanto riguarda l’8,3% dei casi. La sostanza che ha fatto registrare il maggior numero di sforamenti dei valori di legge è stato l’erbicida glifosato.


La distribuzione dei rilevamenti ha riguardato soprattutto l’area settentrionale, spesso anche per mancanza di dati. La Calabria, ad esempio, non ha comunicato alcun dato, mentre più del 50% dei punti si trova nel Nord Italia.
 
È l’Ispra a fornire un confronto tra le diverse aree del Paese: “In alcune Regioni la presenza dei pesticidi – si legge nel rapporto – è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 90% dei punti delle acque superficiali in Friuli Venezia Giulia, provincia di Bolzano, Piemonte e Veneto, e più dell’80% dei punti in Emilia Romagna e Toscana”. Inoltre, supera il 70% anche in Lombardia e provincia di Trento.
 
Nelle acque sotterrane la presenza di pesticidi è “particolarmente elevata in Friuli 81%, in Piemonte 66% e in Sicilia 60%”. Bisogna precisare che, nelle regioni dove il dato è superiore alla media, c’è stata anche un’ottimizzazione del monitoraggio, che, di conseguenza, è diventato più efficace ed è stato orientato a concentrarsi nelle aree dove è più probabile la contaminazione.
 
I 3.129 punti monitorati relativi alle acque sotterranee ne hanno visto 260 (8,3%) con concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientale. In cima alla lista c’è Friuli-Venezia Giulia, con il 34% dei punti di monitoraggio sopra i limiti, al secondo posto c’è la Sicilia (18,4%), il cui monitoraggio delle acque “copre uno spettro di sostanze molto ampio, sebbene riguardi essenzialmente la provincia di Ragusa”.

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