Il controllo esercitato dall’Ombudsman non riguarda, in senso stretto, la legittimità degli atti amministrativi, ma, è finalizzato allo sviluppo di dinamiche interne alla burocrazia amministrativa di tipo virtuoso ed attente alle esigenze dei Cittadini.
Il difensore civico denuncia, all’interno delle Istituzioni, le inadempienze e le lungaggini della macchina amministrativa comunale, provinciale o regionale.
Nella Finanziaria 2010 il governo, per volontà del ministro Calderoli, ha introdotto una serie di emendamenti volti a ridisegnare il quadro normativo degli Enti Locali, imponendo, tra le altre prescrizioni, l’obbligo per i Comuni di eliminare la figura del Difensore civico.
Il tutto avviene in un momento nel quale i Difensori civici regionali, metropolitani, provinciali e comunali italiani stanno tentando di dare nuovo slancio all’Istituzione attraverso la nascita della Rete di rappresentanza nazionale
Appare davvero strano realizzare una modifica sostanziale dell’assetto istituzionale degli Enti locali attraverso la Finanziaria, anziché aprire un confronto con i Comuni per giungere a delle scelte condivise.
Pertanto, dal punto di vista strettamente formale il richiamo nella Finanziaria 2010 al T.u.el in Sicilia non appare come direttamente applicabile.
La Sicilia è l’unica regione d’Italia ad non avere mai previsto nel proprio ordinamento regionale la figura del Difensore civico regionale, privando i Cittadini di uno strumento di tutela nei confronti della farraginosità della burocrazia regionale.
L’attuale governo regionale non è intervenuto in alcun modo sulla materia, pur palesando la volontà di aumentare il tasso di trasparenza dell’amministrazione regionale stessa.
In particolare, un comitato di Ombudsmen comunali siciliani, evidenziando che a Gennaio il Parlamento Europeo sarà impegnato nell’elezione del difensore civico europeo – il Mediatore – ha inviato una formale lettera di protesta agli europarlamentari eletti nel proprio collegio, sottolineando la profonda incongruenza tra il contesto europeo e quello italiano; infatti, se a breve i deputati italiani al Parlamento Europeo eleggeranno il nuovo difensore civico, in Italia i deputati al Parlamento hanno già votato l’abrogazione del difensore civico comunale.
Vista la disomogeneità complessiva e l’assenza di una rete che consentisse di amalgamare e rafforzare queste differenti esperienze il Coordinamento dei Difensori civici regionali e delle Province autonome ha intrapreso un nuovo percorso, finalizzato a comporre l’eccessiva frammentazione della difesa civica, che da sempre ha rappresentato uno dei suoi punti di debolezza.
Pertanto, tra Novembre e Dicembre 2009, sono state convocate tre differenti assemblee a cui sono stati invitati tutti i Difensori civici italiani: regionali, provinciali, metropolitani e comunali.
Gli Stati generali della Difesa civica hanno avuto come sedi di lavoro Matera, Firenze e Verona.
Da questo confronto costruttivo e vivace si è aperta una nuova fase culturale per la Difesa civica italiana.
Un Comitato nazionale, eletto nelle singole assemblee, cercherà di porre le basi per un nuovo cammino sempre più inclusivo, che giunga alla costituzione della Rete di Rappresentanza nazionale della Difesa civica.