Capaci: appello via social, "Antimafia sia silenziosa" - QdS

Capaci: appello via social, “Antimafia sia silenziosa”

redazione

Capaci: appello via social, “Antimafia sia silenziosa”

venerdì 18 Maggio 2018

Firmato da scrittori, giornalisti, intellettuali, esponenti politici e della società civile dopo lo choc dell'inchiesta su Montante: "Manifestiamo con il silenzio e senza inutili retoriche". Cantone, "I giovani vittime della corruzione". Orlando, "Regione asservita a interessi privati"

Un appello a manifestare in silenzio il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, è stato lanciato attraverso i social media da un centinaio tra scrittori, giornalisti, intellettuali, esponenti politici e della società civile attraverso l’hastag #Insilenzio e#Nienteretorica.
 
"Quel che accade, oramai da anni – si legge nel documento – , il susseguirsi di inchieste e arresti di uomini dello Stato e della cosiddetta antimafia, ci prospetta l’esistenza di una finzione insopportabile, del tradimento della lezione di onestà e fedeltà ai valori repubblicani di uomini come Falcone e Borsellino. In attesa dei processi e delle sentenze, sulla base di quel che emerge da queste inchieste, diciamo: questa antimafia non ci appartiene".
 
Il riferimento, pur non esplicito, è all’inchiesta "Double face" della Procura della Repubblica di Caltanissetta, che ha cominciato a far luce su quello che potrebbe essere definito il "Sistema Montante": una rete di persone di alto livello che si proteggono e si sostengono attraverso la corruzione nascondendosi dietro la bandiera dell’Antimafia.
 
Per i firmatari dell’appello, che ha già raccolto numerose adesioni, "si deve rifuggire da sistemi di finzione e di retorica all’ombra dei quali far prosperare affari e carriere".
 
"Se pezzi dello Stato – continua l’appello – hanno consentito quegli affari e quelle carriere pervertendo le normative e i regolamenti e consentendo il ricorso a dossier e a violenze private, noi non li consideriamo Antimafia".
 
"Il rispetto delle leggi – si legge ancora nel documento – non può che esercitarsi nel rispetto della memoria e nel riguardo per le istituzioni e nell’osservanza dei diritti di ognuno. Ed è per questo che, per ricordare le stragi di Capaci e via D’Amelio, proponiamo che nessuno prenda la parola, se non la memoria dei nostri morti".
 
"Dobbiamo lasciar fuori – conclude l’appello – le inutili retoriche dagli anniversari. La sola condizione che possa oggi consentire una qualsiasi manifestazione in ricordo delle vittime della mafia, a nostro avviso, è il silenzio. Manifestiamo in silenzio".
 
Anche se non ha fatto espresso riferimento all’inchiesta della Procura nissena anche le parole pronunciate dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, parlando nell’Università di Messina per la pesentazione del suo libro "La corruzione spiegata ai ragazzi che hanno a cuore il futuro del loro Paese", acquistano un significato particolare.
 
"I giovani – ha detto Cantone – sono vittime collaterali della corruzione, un reato che apparentemente non li coinvolge perché riguarda appalti e consulenze, ma loro sono quelli che pagano il prezzo più alto: la corruzione mette in discussione il merito e la concorrenza e crea la fuga dei cervelli e un sistema che non funziona e che qualcuno ha definito furto di futuro".
 
"La mafia – ha aggiunto il presidente dell’Anac – è inserita anche all’interno delle istituzioni, ha una serie di propaggini che le permettono di avere vitalità, c’è ancor un humus sociale dove si propaga. La cosiddetta zona grigia c’è ancora e come se un pezzo di Paese si sia affidato alle mafie esportandola al Nord, dove è ancora più evidente il rapporto corruzione-mafia".
 
A scagliarsi contro l’antimafia di facciata è stato anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, affermando che "Il quadro sugli intrecci fra potere confindustriale e governo regionale è sempre più fosco".
 
"Emerge – ha sottolineato – un sistema articolato nel quale le politiche della Regione Siciliana sarebbero state non ispirate ma letteralmente asservite a interessi privati in diversi settori strategici".
 
"Se questo quadro sarà confermato – ha concluso Orlando – è evidente che i Comuni hanno subito un gravissimo danno. Per questo Palermo si costituirà parte civile nel procedimento e proporrò all’ufficio di presidenza dell’Anci che l’Associazione faccia lo stesso".

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