Crescono i casi di cyberbullismo, un ragazzo su dieci ne è vittima - QdS

Crescono i casi di cyberbullismo, un ragazzo su dieci ne è vittima

redazione

Crescono i casi di cyberbullismo, un ragazzo su dieci ne è vittima

sabato 19 Maggio 2018

Osservatorio nazionale adolescenza onlus e Skuola.net hanno intervistato circa 8 mila studenti. Nonostante l’ultimo intervento legislativo, “il fenomeno è aumentato del 30%” 

ROMA – Un ragazzo su 10, tra gli 11 e i 13 anni, ha confermato di essere vittima di violenza in rete, mentre la percentuale scende (di poco) all’8,5% tra gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni. è quanto emerge dai più recenti dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza onlus e Skuola.net ottenuti su 8 mila studenti. Tra gli adolescenti la percentuale è in crescita rispetto alla rilevazione precedente (2016) che vedeva il dato al 6,5%.
 
Inoltre, il bullismo "offline" è un fenomeno ancora frequente e ha interessato lo scorso anno il 28% di adolescenti e il 30% di preadolescenti.
Secondo Skuola.net è ancora presto per comprendere quanto e in che modo la legge contro il cyberbullismo approvata lo scorso anno abbia cambiato le cose, dentro e fuori la Rete, dentro e fuori scuola.
 
Tuttavia, dallo scorso anno, i ragazzi vittime di cyberbullismo hanno acquisito alcuni strumenti per difendersi, e gli istituti hanno un maggiore raggio di azione. è stato poi formalmente identificato il reato di "cyberbullismo", che secondo il testo di legge corrisponde a "qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo".
 
In sostanza oggi in ogni istituto viene individuato un docente referente sulle attività di contrasto al cyberbullismo, e il preside è chiamato a vigilare ed, eventualmente, avvertire le famiglie di episodi di violenza su Internet che coinvolgano gli studenti. In caso di comportamenti scorretti, quindi, il "bullo" potrà essere formalmente ammonito dal questore, che lo convoca insieme a un genitore. Gli effetti dell’ammonimento, tuttavia, cessano al compimento dei 18 anni.
 
La vittima, invece, potrà richiedere al gestore del sito Internet o del social network di bloccare e rimuovere i contenuti diffusi in Rete. La legge prevede infine che venga istituita una struttura presso la Presidenza del Consiglio con lo scopo di realizzare un piano di azione, per contrastare e prevenire il cyberbullismo e creare una banca dati per monitorare il fenomeno.
 
"Il fenomeno del cyberbullismo, già solo nel tempo intercorso tra proposta di legge e la sua approvazione, è cresciuto in maniera apprezzabile, di circa il 30% – dichiara Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – Per cui si sentiva la necessità di un intervento del genere. Ora è strategico monitorarne l’applicazione, perché senza un docente referente in ogni scuola, una formazione specifica in ogni istituto, la certezza della rimozione dei contenuti lesivi in breve tempo, il buon impianto del provvedimento perderebbe drammaticamente efficacia".
 
Per Maura Manca, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza onlus "si deve continuare a lavorare per rinforzare la rete di sostegno di questi ragazzi, creando una solida alleanza tra scuola e famiglia".

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