Si parla di “esuberi” per ristrutturazione aziendale dopo la fusione con un’altra grande società. Colpita anche la Sicilia: due sedi saranno chiuse, una a Catania e l’altra a Cinisi
PALERMO – Un pacchetto di iniziative di protesta contro i paventati licenziamenti annunciati dai vertici dell’azienda FedEx in tutta Italia, con conseguenze anche in aziende distaccate in Sicilia. Due le succursali che chiuderanno i battenti: una a Cinisi, in provincia di Palermo, e l’altra a Catania. Soltanto in queste due sedi salterebbero 11 posti di lavoro su un totale di 311 in tutta Italia.
La FedEx svolge attività di trasporto via terra di merci, pacchi, documenti e posta in tutto il mondo. Un’azienda solida in realtà, che non avrebbe quindi difficoltà di fatturato. Nonostante ciò è stato deciso di avviare una “ristrutturazione” che passa attraverso la chiusura di alcune filiali e il taglio di personale considerato in “esubero”.
Anzi, al contrario, questa società ha di recente effettuato l’acquisizione di un’altra grande azienda, la Tnt. Dunque un investimento, altro che tagli: “Operazione che consentirà al gruppo – sostiene nella sua relazione il responsabile dell’area di FedEx, Stefano Passerini – di competere in modo più efficace ed efficiente, con la finalità preminente di poter soddisfare meglio le esigenze, permanentemente e rapidamente in evoluzione, dei clienti nazionali e internazionali e del mercato globale. In particolare le linee guida saranno il miglioramento dell’efficienza dell’area operativa, miglioramento che si è ritenuto di pater ottenere attraverso l’attuazione di nuovi e differenti processi organizzativi, focalizzati al raggiungimento delle sinergie che solo il perseguimento di importanti economie di scala potrà garantire. Per quanta riguarda FedEx Italia, vi è pertanto la necessità di procedere con la razionalizzazione e la riorganizzazione della struttura della FedEx Express Italy Srl sul territorio italiano, per consentire alla nuova struttura di competere efficacemente, e nel lungo periodo, sul mercato nazionale e internazionale”.
Proprio perchè non si parla affatto di crisi i sindacati sono scesi in campo a difesa dei lavoratori e fanno le barricate. Il 17 maggio si è tenuto uno sciopero nazionale di tutti i lavoratori, prima di una serie di iniziative di protesa: “Metteremo in campo ogni iniziativa utile e non permetteremo che si depauperi il patrimonio umano di FedEx – affermano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, in una nota congiunta -. I vertici aziendali di FedEx, insieme a quelli di Tnt, hanno tracciato un percorso inverosimile, confuso e soprattutto inadeguato a mantenere e sviluppare i volumi produttivi e di conseguenza il fatturato in attivo”.
Le organizzazioni di categoria hanno quindi deciso di coinvolgere nella loro vertenza l’Etf, la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti, per fermare in tempo i prossimi licenziamenti: “Proporremo un piano alternativo a quello comunicato il 20 aprile dalle due aziende, che prevede il licenziamento di 315 dipendenti FedEx e 46 lavoratori Tnt, – proseguono i sindacati – oltre a un centinaio di trasferimenti camuffati che si tradurranno in altrettanti licenziamenti, a causa della distanza delle sedi. La sfida che si è aperta con il commercio elettronico sarà giocata sul piano della qualità del lavoro, la quantità e i tempi di raggiungimento del cliente finale, e questa è la vera missione della distribuzione dell’ultimo miglio delle merci”.
FedEx intende chiudere 24 delle sue 34 piattaforme italiane, mentre saranno chiuse due piattaforme di Tnt.