La moda passa, lo stile resta - QdS

La moda passa, lo stile resta

Carlo Alberto Tregua

La moda passa, lo stile resta

venerdì 25 Maggio 2018
Moda è usanza che regola, secondo il particolare gusto del momento, la maniera di vestire, di acconciarsi, di adornarsi e di comportarsi in società.
Nelle antiche civiltà mediterranee, la moda ha avuto variazioni molto lente sia per l’uomo che per la donna. Essa non riguardava solo il vestiario, ma anche le acconciature, i preziosismi, i monili, le scarpe e quant’altro per rendere il più gradevole possibile l’apparenza delle persone.
Nel Sedicesimo secolo, con Luigi XIV, il Re Sole, a Parigi nasce il linguaggio della moda che da allora domina il mondo dell’eleganza.
I cambiamenti sono continui, col passare dei secoli e degli anni. Il significato di moda si estende ai comportamenti, al linguaggio, al confronto fra le persone, fino ad avere un senso così generale da diventare un luogo comune.
Chi stabilisce i canoni della moda, cioè dei vestiari e dei comportamenti? Persone specializzate nell’individuare i gusti, il modo di pensare e quello che con un termine dell’oggi si chiama sentiment.
 
Lo stile è cosa diversa: può significare un’asticella d’osso usata dagli antichi per scrivere su tavolette cerate, o l’attività dello scrivere, oppure un’arma bianca detta più comunemente stiletto. ma quello che qui ci importa è il suo uso figurato. Cioè il modo dell’espressione letteraria e poetica o quella di esprimersi di singoli autori.
Riguarda la musica, il modo di dirigere un’orchestra o di suonare uno strumento, oppure è il carattere dell’opera d’arte. Ma è anche un modo per riferirsi a particolari mobili o nello sport, all’esecuzione ottima di un esercizio. In questa sede ci interessa indicarlo come forma di eleganza non solo nel vestire, ma riferita alla signorilità dei modi, alla correttezza nel comportarsi, sia nei confronti degli altri, sia nei rapporti di lavoro.
Tale eleganza vi è anche in diplomazia, ove è necessario un comportamento sobrio e rispettoso delle regole, qualche volta perfino eccessivamente formale.
Lezioni di stile dovrebbero essere fatte a scuola e all’università, se ne dovrebbe parlare nelle famiglie e nei luoghi di ritrovo, conversando fra amici e conoscenti, anche quando si è molto giovani, anzi soprattutto a cominciare da quando si è giovani.
Lo stile di acquisisce con la lettura e con la cultura e poi non si abbandona mai.
 
Coco Chanel, la celebre stilista dell’haute couture francese (recentemente scomparsa) soleva ripetere “La moda passa, lo stile resta”, indicando così due verità: la prima che riguarda la mutevolezza delle abitudini delle persone umane, che con l’avvicendarsi dei tempi e col mutare delle condizioni ambientali seguono la moda del tempo. La seconda per cui invece, lo stile permane nei decenni e una persona che ne è dotata è in condizione di restare su una sorta di binario fino alla fine del suo percorso lavorativo e umano.
Perché vi scriviamo di moda e di stile? Per una riflessione che ci sembra pertinente: chi fa la moda? Chi indica cosa indossare e come comportarsi? Qualcuno che valuta come le persone siano facilmente indirizzabili e persino controllabili.
Dal che potremmo dedurre che chi segue la moda pensa con la testa degli altri e non con la propria. è di moda un particolare aperitivo: tutti lo bevono; un particolare modo di dire, tutti lo dicono (per esempio, assolutamente); un particolare modo di comportarsi, tutti si adeguano. e così via.
 
La massa segue la moda; chi ragiona con la propria testa segue quello che pensa e che decide, indipendentemente dalle indicazioni dei maitres à penser. Questi signori hanno inventato il lusso e le griffes in tutti i settori dell’abbigliamento, della gioielleria e persino dell’arredamento.
L’intelligenza italiana è diventata una valida concorrente di quella francese ed oggi, insieme alla moda transalpina, primeggia nel mondo.
Ma la moda è sempre moda e cioè vestirsi e comportarsi come hanno deciso altri. E allora? Beh, sarebbe il caso che ognuno di noi diventasse padrone di se stesso, ascoltasse tutti, anche con umiltà, imparasse dagli altri e poi decidesse autonomamente.
Ecco il punto: lo stile è personale, deciso in base a come si è fatti e a come si pensa, e proviene dalla testa. La moda segue gli impulsi della pancia, è ciclica, golosa, non si sazia mai.
Così bisogna interpretare anche gli umori del popolo quando vota, dando il proprio mandato a questa o a quella parte politica, quasi sempre senza una ragione apparente, influenzata da una comunicazione martellante che annebbia i pensieri e ed esalta lo stomaco.
 

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