Stallo a Roma, in Sicilia crisi sempre più nera - QdS

Stallo a Roma, in Sicilia crisi sempre più nera

Raffaella Pessina

Stallo a Roma, in Sicilia crisi sempre più nera

martedì 29 Maggio 2018

Armao: “Naufraga ircocervo a trazione M5s che danneggiava l’Isola”. “Si ricomponga il centrodestra ispirato a valori liberali” 

PALERMO – Le vicende politiche nazionali bloccano di fatto le iniziative economiche che il Governo regionale intendeva intraprendere chiedendo a Roma la revisione degli accordi Stato–Regione. Manca, infatti, un interlocutore in grado di dare risposte concrete.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Carlo Cottarelli l’incarico di formare un Governo, ma l’intenzione a Roma è quella di andare nuovamente a elezioni. Cottarelli ha spiegato che “in assenza di fiducia il Governo si dimetterà immediatamente e il suo compito sarà quello dell’ordinaria amministrazione fissando le elezioni dopo il mese di agosto”. Se invece il Governo otterrà la fiducia del Parlamento, prima si “approverà la legge di bilancio” e poi “ci saranno elezioni a inizio 2019”.
 
Cottarelli ha anche aggiunto alcune note di carattere economico: “Negli ultimi giorni – ha affermato – sono aumentate le tensioni sui mercati finanziari. Lo spread è aumentato, tuttavia l’economia italiana è in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. Un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”.


Cottarelli ha inoltre manifestato le proprie intenzioni europeiste, tema, quest’ultimo, su cui è arrivata la spaccatura tra Quirinale da un lato e M5s e Lega dall’altro. “Il dialogo con la Ue in difesa dei nostri interessi – ha detto – è essenziale, ma deve essere un dialogo costruttivo, nel pieno riconoscimento del ruolo essenziale dell’Italia”.


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato oggetto di forti critiche per non aver accettato il nome di Paolo Savona tra i ministri del Governo M5s-Lega, scatenando polemiche a non finire. In sua difesa è però sceso in campo Gaetano Armao, vice presidente della Regione: “Naufraga – ha affermato – un ircocervo a trazione M5s che danneggiava la Sicilia con le ricette grilline”.
“Il Presidente della Repubblica – ha aggiunto Armao in un post su Facebook – come precisato nell’impeccabile discorso, nomina i Ministri tutelando la Repubblica e, altro che stato d’accusa da ignoranti, scioglie le Camere se ve ne sono i presupposti”.
 
“Si ricomponga il centrodestra – ha poi auspicato – ispirato ai valori liberali delle grandi democrazie europee, al rilancio del Mezzogiorno, alla tutela delle libertà contro la dilagante immigrazione clandestina”. Una situazione, quella nazionale, che Armao ha definito comunque “delicatissima”.
 
Dalla parte del Presidente Mattarella anche il Pd siciliano, per voce del suo capogruppo all’Ars, Giuseppe Lupo che ieri ha anche partecipato a un sit–in a Palermo in difesa della più alta carica dello Stato. “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha detto – sta svolgendo un ineccepibile ruolo di garanzia a difesa della Carta Costituzionale e degli interessi degli italiani”.
 
Anche altri parlamentari regionali del Pd, nei rispettivi territori, hanno partecipato a iniziative analoghe: fra loro Michele Catanzaro a Sambuca di Sicilia, Baldo Gucciardi a Trapani, Giovanni Cafeo a Siracusa, Giovanni Barbagallo e Luca Sammartino a Catania, Franco De Domenico a Messina.


Contro il Presidente Mattarella si è espresso invece il leader della Lega Matteo Salvini: “Il Pd, bocciato dagli italiani, torna al governo grazie a Mattarella? Questa non è democrazia, questo non è rispetto del voto popolare. È solo il colpo di coda dei poteri forti che vogliono l’Italia schiava, impaurita e precaria. Le prossime elezioni saranno un plebiscito, Popolo e vita vera contro vecchie caste e signori dello Spread”.
 
I Verdi, per bocca di Angelo Bonelli chiederanno invece alla Magistratura, tramite un esposto, di verificare se Di Maio e Giorgia Meloni, avendo accusato Mattarella di alto tradimento, abbiano commesso il reato di vilipendio nei confronti del Capo dello Stato, ai sensi dell’art. 278 Codice penale, che così recita: “Chiunque offende l’onore o il prestigio del Presidente della Repubblica è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.
 
Diversa, invece, la posizione di Forza Italia. “Pur di scongiurare un governo tecnico – ha affermato Andrea Ruggieri, annunciando incontri con la Lega per discutere della legge elettorale – FI ha dato l’ok, con molti mal di pancia, a un governo politico dando il via libera a Salvini a trattare persino con i 5 stelle, quindi noi votiamo no”.

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