Rifiuti, costi di gestione più alti, balzo del 16% in ultimi 7 anni - QdS

Rifiuti, costi di gestione più alti, balzo del 16% in ultimi 7 anni

Rosario Battiato

Rifiuti, costi di gestione più alti, balzo del 16% in ultimi 7 anni

giovedì 31 Maggio 2018

Monitoraggio Istat: due terzi della spesa in beni e servizi, poco più del 20% per il personale. Nell’Isola il servizio costa in media 50 € pro capite in più rispetto alla Lombardia 

PALERMO – È cresciuto di circa 16 punti percentuali l’indice di costo della gestione dei rifiuti tra il 2010 e il 2017. A trainare la tendenza sono stati soprattutto gli acquisti di beni e servizi (+22,1%), mentre più contenuti, anche rispetto alla media generale, sono stati gli aumenti delle spese del personale (+6,7%) e del costo d’uso del capitale (+1,3%). Gli indici dei costi di gestione dei rifiuti si riferiscono alle attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e al recupero dei materiali.
 
I dati arrivano dall’Istat che, a partire dal mese di maggio, ha avviato la pubblicazione, con cadenza annuale, degli indici dei costi di gestione dei rifiuti, utilizzando come base di riferimento il valore 100 associato al 2015. “Nella struttura di ponderazione delle diverse componenti dell’indice complessivo, i costi per acquisto di beni e servizi rappresentano circa il 67% del peso totale – si legge nel dossier dell’Istat –, il costo del personale circa il 24% e i costi di utilizzo del capitale circa il 9%”.
 
La buona notizia rilasciata dall’Istituto di statistica è tutta nelle due differenti velocità di crescita dell’indice dei costi. Tra il 2010 e il 2014 c’è stata una corsa sostenuta che infatti ha raggiunto il tetto massimo, mentre nell’ultimo triennio la “crescita dell’indice complessivo è più contenuta (+0,8%) e relativamente più omogenea tra le diverse componenti dei costi: +1,6% per l’acquisto di beni e servizi; -1,3% per le spese per il personale; +0,8% per il costo d’uso del capitale”.
 
In riferimento a quelli che sono i due sotto-settori economici che compongono l’indice totale, cioè raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, come primo capitolo, e recupero dei materiali, come secondo, l’andamento dei “costi si dimostra sostanzialmente simile, ad eccezione di un più accentuato incremento nel settore del recupero di materiali nell’ultimo anno”.
 
Da rilevare, inoltre, come “la comparazione della dinamica, tra il 2010 e il 2017, dell’indice dei costi di gestione dei rifiuti (+16,3%) con quella dell’indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali sul mercato interno (+3%) consente di rilevare una notevole divergenza nelle dinamiche di fondo, con una maggiore omogeneità negli ultimi anni, anche se occorre tenere conto della diversa natura dei due indici (di costo quello della gestione dei rifiuti, di prezzo quello sul complesso dei settori industriali, che non comprende il settore della gestione dei rifiuti)”.
 
Focalizzandoci sul locale, nelle scorse settimane anche il Green Book, realizzato per Utilitalia dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti, aveva rilasciato diverse riflessioni sul tema dei costi nella gestione dei rifiuti. Il punto di partenza è chiaro: rifiuti non riciclati o non valorizzati energeticamente saltano il circuito dell’economia circolare e quindi producono soltanto costi con lo smaltimento in discarica. In questo senso, l’Italia è appunto divisa in tre, perché gestioni migliori garantiscono economie di scala e quindi riduzioni dei costi. L’analisi delle tariffe relative al 2017, sulla base di una popolazione complessiva di circa 18 milioni di abitanti nei comuni capoluogo, ha registrato la spesa di 227 euro in un comune sotto i 50mila abitanti e 334 euro in comune con popolazione a 200mila abitanti. Distribuendo per macroarea: al nord la spesa è stata di 271 euro, di 353 al centro e di 363 al sud.
 
Spostandoci ancora più sul dettaglio, e considerando che la Sicilia ha la più bassa media di differenziata e la più elevata percentuale di conferimento in discarica, la media regionale dei costi specifici annui pro capite (euro/abitante), monitorati dall’Ispra, è stata pari a 209,24 euro in Sicilia e a 166,58 euro in Lombardia (dati 2016).

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