Sicilia, giù il tasso di ospedalizzazione - QdS

Sicilia, giù il tasso di ospedalizzazione

Roberto Pelos

Sicilia, giù il tasso di ospedalizzazione

venerdì 01 Giugno 2018

Sono i dati del Rapporto Censis 2016 dal titolo “Il valore sociale dell’ospedalità privata nella sanità pluralista”. Nell’Isola si attesta a 121 per 1.000 abitanti, in Lombardia 132,5, in Campania arriva a 163 

ROMA – I tagli drastici al settore della sanità provocano senza dubbio disagi alla collettività soprattutto perché vengono applicati in modo intenso e lineare, come nel caso dei posti letto ospedalieri e con una determinazione continuativa nel tempo senza attenzione ai fabbisogni delle comunità coinvolte.
 
È quanto emerge dal rapporto dal titolo: “Il valore sociale dell’ospedalità privata nella sanità pluralista” realizzato dal Censis.
Secondo l’indagine, ad esempio, sui territori sono rimaste strutture ospedaliere pubbliche e private amputate nei posti letto a fronte di una domanda di prestazioni certamente non in declino anche perché d’altra parte non si sono sviluppati quei servizi territoriali e di continuità assistenziale che avrebbero dovuto prendere di fatto il posto degli ospedali.
 
Esito evidente è stato l’allungamento delle liste d’attesa e una difficoltà di accesso che è ormai purtroppo esperienza diffusa anche se con differente intensità nei vari territori.
 
La politica dei tagli, inoltre, ha toccato il settore ospedaliero in modo differenziato poiché a seguito dell’allentamento della pressione per la razionalità economica sugli ospedali pubblici e della persistenza della stessa pressione su quelli privati, questi ultimi hanno pagato il prezzo più alto del disimpegno del servizio sanitario dall’ospedaliero. Conseguenze di tutto questo sono i tagli ai posti letto, il divario tra il fabbisogno ospedaliero reale e l’offerta e la pressione sugli operatori privati accreditati.
 
Per quanto riguarda le differenze nei tassi di ospedalizzazione per regione, tra il 2013 e il 2016, la Sicilia si trova ahinoi al penultimo posto con un desolante -29,1, superando soltanto la Puglia, fanalino di coda, che fa registrare un -30,9.
 
In vetta si trova il Veneto (-2,2). Molto più sopra della nostra regione, si piazzano anche realtà Centro meridionali come la Basilicata (-7,1), le Marche (-7,6), la Sardegna (-7,8); meglio della Sicilia, anche se più in basso in graduatoria troviamo la Campania e la Calabria (entrambe con un -19,7), il Molise (-24,2) e il Lazio (-25,7). L’Italia nel totale si attesta al -15,3.
 
Per quel che attiene ai tassi di ospedalizzazione nel 2016, in Sicilia si attesta a 121,0 per 1.000 abitanti, in Puglia a 135,0 per 1.000 abitanti. In Veneto il tasso raggiunge quota 130,0 per mille abitanti, in Lombardia 132,5 per mille abitanti; sempre ogni 1.000 abitanti, realtà meridionali come Campania, Calabria e Molise arrivano rispettivamente a 163,0; 131,0 e 161,0. Il dato complessivo per l’Italia è 140,9 ogni 1.000 abitanti. La fonte è il “Rapporto Sdo 2016” del 2017 del Ministero della Salute.
 
Diamo un’occhiata adesso al numero dei ricoveri nel nostro Paese nel corso degli anni. Nel 2000, il totale dei ricoveri, escludendo i nido, è stato di 12.320.050 per un tasso di ospedalizzazione di 212,1 per 1.000 abitanti, nel 2008 i ricoveri sono stati 11.677.375 (tasso di ospedalizzazione 192,8 per 1.000 abitanti), nel 2013 si sono registrati 9.450.176 ricoveri per un tasso di ospedalizzazione di 156,2 ogni 1.000 abitanti, nel 2016 i ricoveri sono stati 8.692.371 (tasso 140,9 per 1.000 abitanti).
 
Le variazioni in percentuale sono state: del -29,4% tra il 2000 e il 2016, del -25,6% nel periodo intercorrente il 2008 e il 2016 e del -8,0% tra il 2013 e il 2016.
 
Per quanto riguarda le differenze, tra il 2000 e il 2016 è di -71,2; tra il 2008 e il 2016 è di -51,9 e nel periodo intercorrente il 2013 e il 2016 è -15,3. La fonte è ancora il “Rapporto Sdo 2016” del Ministero della Salute. La ricerca in oggetto è stata presentata nella Capitale alla presenza di Francesco Maietta, responsabile dell’Area Politiche Sociali del Censis, Gabriele Pelissero, presidente nazionale Associazione italiana ospedalità privata, Massimiliano Valeri, direttore generale del Censis.

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