In Sicilia la crisi economica travolge anche le banche - QdS

In Sicilia la crisi economica travolge anche le banche

Raffaella Pessina

In Sicilia la crisi economica travolge anche le banche

venerdì 01 Giugno 2018

Dati del Dipartimento finanze e credito dell’assessorato all’Economia della Regione siciliana. A dicembre del 2017 quelle presenti con sede legale in Sicilia erano 28 

PALERMO – L’Assessorato Regionale all’Economia ha presentato il rapporto, relativo al secondo semestre 2017, dal titolo: Banche con sedi in Sicilia e Operatività Regionale del Sistema Bancario. Il Rapporto, curato dal Dipartimento delle Finanze e del Credito dell’Assessorato all’Economia, contiene nel dettaglio informazioni rispetto all’intero panorama delle banche presenti in Sicilia, sia dal punto di vista strutturale che territoriale, nonché sulla loro trasformazione ed evoluzione. Il Rapporto è stato presentato dal Vice Presidente della Regione e Assessore all’Economia Gaetano Armao. “Una rilevante operazione di trasparenza – ha detto Armao – per fornire un quadro di dettaglio sulla situazione del credito in Sicilia e sul rapporto banche-risparmiatori ma anche rispetto al fabbisogno creditizio del contesto produttivo siciliano”.
 
Secondo il rapporto l’insieme delle banche aventi sede legale in Sicilia è risultato pari a 28 unità, costituito da 22 banche di credito cooperativo, 4 società per azioni e 2 banche popolari per un complessivo numero di 473 sportelli. Le altre banche presenti nella regione ma aventi sede legale fuori dal suo territorio hanno operato nel complesso con 967 sportelli alla data di dicembre 2017 raggiungendo così un complessivo numero di 1440 sportelli bancari. Armao ha detto che il numero degli sportelli nel tempo si è sensibilmente ridotto e che spesso ha ricevuto richieste da parte dei sindaci che invocano la regione affinché convincano le banche a non chiudere. “Purtroppo possiamo fare ben poco – ha detto Armao – perché questa tendenza rientra nella scelta aziendale, anche per lo sviluppo dell’home banking che richiede una presenza meno fisica sul territorio. Restano comunque il credito siciliano con 115 sportelli, la Banca agricola popolare di Ragusa con 92 e la Banca Popolare Sant’Angelo con 28 sportelli, per un totale di 302 sportelli sul territorio. 175 invece sono gli sportelli delle banche di credito cooperativo che peraltro stanno avviando un processo di riorganizzazione connesso anche in base alla riforma nazionale, 4 sono invece le banche con connotazione di società per azioni.
Due sole le banche popolari: la Banca agricola popolare di Ragusa con 92 sportelli e la Banca Popolare Sant’Angelo con 28 per un totale di 120 sportelli in tutta la Sicilia.
 
Il report presentato dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao sulla situazione delle banche in Sicilia prende in considerazione il rapporto impieghi/sofferenze in riferimento sia alle imprese che alle famiglie. A dicembre 2017 i depositi in Sicilia hanno evidenziato un valore superiore rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Gli impieghi hanno mostrato invece un dato inferiore rispetto a quello registrato nel dicembre 2016. Le sofferenze risultano in diminuzione, tendenza in linea con la media nazionale. Nel territorio regionale è stata confermata tuttavia una incidenza percentuale delle sofferenze sugli impieghi particolarmente elevata, con un valore del 14,8% rispetto al dato medio nazionale pari al 9,5% con uno scarto in aumento di 5,3 punti percentuali. Tale divario diminuisce per ciò che concerne il rapporto sofferenze/impieghi relativo alle imprese laddove il dato regionale è del 24,7% contro quello medio nazionale del 23,7% con uno scarto in aumento di un solo punto percentuale. Dal 2016 i depositi sono cresciuti: da 58.374 milioni sono diventati 59 miliardi 021 milioni di euro in Sicilia; mentre sono diminuiti gli impieghi: da 64. 062 milioni del dicembre del 2016 siamo scesi a 61 miliardi 198 milioni. Diminuite anche le sofferenze: da 11.084 milioni di euro del 2016 siamo scesi a 9.033 milioni di euro. Il rapporto tra sofferenze e impieghi in Sicilia nel 2016 era del 17,3% mentre nel 2017 del 14,8%.
 
Armao ha rilevato che il rapporto sofferenze impieghi siciliano è migliorato di più rispetto alla media nazionale. In particolare in Sicilia la riduzione degli impieghi è avvenuta per le attività industriali e nel settore delle costruzioni. Per quanto riguarda le sofferenze delle imprese in Sicilia queste sono diminuite da 7.791 a 6.073 con un rapporto sofferenze/impieghi che è sceso dal 28,3 al 24,7%. “Siamo quasi all’allineamento nel rapporto tra sofferenze e impieghi tra il mercato regionale quello nazionale – ha detto Armao – questo grazie a una forte selettività fatta dalle banche. Purtroppo ad analoghe considerazioni non si può giungere per quanto riguarda le famiglie: i dati evidenziano che la sofferenza delle famiglie è di gran lunga più pesante di quella delle imprese, anche se il dato è in diminuzione.

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