Sicurezza attività in mare, protocollo tra Ispra e Mise - QdS

Sicurezza attività in mare, protocollo tra Ispra e Mise

Rosario Battiato

Sicurezza attività in mare, protocollo tra Ispra e Mise

venerdì 08 Giugno 2018

Accordo per migliorare la sicurezza offshore. Previsti anche studi per mitigare impatti ambientali. In Sicilia presente un’attività di produzione in mare in crescita tra il 2015 e il 2016 

PALERMO – Un accordo per “migliorare la sicurezza delle attività in mare nonché minerarie ed energetiche anche da un punto di visto ambientale”.
 
Si presenta in questi termini la firma sul documento che rafforza la collaborazione istituzionale tra l’Ispra e il Ministero dello Sviluppo economico, nello specifico con il reparto che si occupa della sicurezza delle attività minerarie ed energetiche del Mise.
Un momento importante anche per la Sicilia, dal momento che il mare isolano, sul quale è proprio il Ministero ad avere competenza per il rilascio dei titoli minerari, riveste un ruolo importante nell’ambito della produzione nazionale.
 
Diversi i punti fissati, a partire dal “rafforzamento della collaborazione per la sicurezza offshore, la pianificazione e la condivisione di progetti di ispezione, verifica e controllo, sia per le analisi degli effluenti liquidi che per la verifica delle emissioni di idrocarburi in atmosfera”. Si prevede inoltre che i due enti collaborino anche nel delicato campo delle attività di ricerca che si legano in maniera specifica ai “monitoraggi ambientali, nonché per studi e ricerche indirizzati alla mitigazione degli impatti ambientali e alla crescita della sostenibilità nelle attività estrattive, promuovendo iniziative per il recupero del patrimonio geominerario”.
 
Proprio l’implementazione del monitoraggio ambientale servirà come misura per attività di prevenzione e protezione, mentre si garantisce l’approccio internazionale della collaborazione che, infatti, promuove “lo sviluppo di attività congiunte – si legge nel comunicato – anche a livello sopranazionale presso organismi multilaterali; ma anche la promozione all’estero delle competenze italiane nell’ambito delle risorse energetico-minerarie, delle tecnologie per la sicurezza industriale e della protezione ambientale”.
 
Nel quadro delle attività di ricerca ed estrazione in mare, la Sicilia è particolarmente interessata. È proprio il Mise a conferire i titoli minerari per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi in mare in aree della piattaforma continentale italiana istituite con leggi e decreti ministeriali, un’attività che si identifica con lettere dell’alfabeto. “Le zone marine situate a sud della Sicilia – si legge nell’ultimo rapporto Energia redatto dall’Osservatorio regionale – sono la C e la G; la zona C si estende per circa 46.390 kmq e costituisce circa l’8 % della piattaforma continentale italiana, mentre la zona G si estende per circa 36.220 kmq e costituisce circa il 7% della piattaforma continentale italiana. Per entrambe le zone la competenza territoriale è dell’Unmig di Napoli”.
 
E in mare cresce anche maggiormente il peso delle estrazioni: “la produzione di greggio estratto nel corso del 2016 mostra una diminuzione rispetto all’anno precedente, mentre quello estratto a mare risulta in leggero aumento. Nel caso della produzione di gas naturale anche quello estratto a mare risulta in diminuzione”.
 
Lo sfruttamento del mare di fronte le coste della Sicilia, secondo i dati dell’Osservatorio, “non mostra valori di royalties elevati”, così nel 2017 alla Regione Siciliana per le produzioni dell’anno precedente sono stati versati circa 300mila euro.

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