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Palermo – La Procura conferma l’istanza. Amia a un passo dal fallimento

Luca Insalaco

Palermo – La Procura conferma l’istanza. Amia a un passo dal fallimento

venerdì 22 Gennaio 2010

Rinviati a giudizio, intanto, l’ex presidente Galioto, l’ex dg Colimberti e altri membri del vecchio Cda. Il presidente Lo Cicero: “Gravi ripercussioni anche dal punto di vista sociale”

PALERMO – L’Amia con un piede nel baratro e ancora due settimane di tempo per pensare al proprio destino, compromesso da 180 milioni di euro di debiti. La Procura di Palermo, infatti, rappresentata dal pm Carlo Marzella, ha confermato l’istanza di fallimento per l’azienda di igiene ambientale, bloccando di fatto l’iter di ricapitalizzazione dell’azienda, deliberata meno di un mese fa dal Consiglio comunale.
Non è bastata, dunque, a convincere i magistrati palermitani la politica di tagli messa in atto dal presidente del Cda, ora commissario liquidatore, Gaetano Lo Cicero, che paventa “conseguenze terribili in caso di fallimento, anche dal punto di vista sociale”.
“Sono tante – spiega – le aziende che lavorano nell’indotto collegato ad Amia. Il fallimento metterebbe in crisi anche loro”.
“Attendiamo con fiducia – aggiunge – l’esito della Camera di consiglio del Tribunale fallimentare, convinti del buon lavoro fatto e della bontà della strada che stiamo percorrendo che garantisce la città, i lavoratori, i fornitori”.
Si dice fiducioso anche il sindaco Cammarata, che ricorda “i molti passi avanti per risanare Amia” compiuti begli ultimi mesi: dall’azzeramento delle perdite mensili che ammontavano a 3 milioni e 300 mila euro, alla “definizione dei percorsi per la ripatrimonializzazione dell’azienda”; dal nuovo contratto di servizio “che punta all’equilibrio economico dell’azienda eliminando tutte le cause di costo eccessivo”, al nuovo piano industriale “che ottimizza il lavoro non ridurre la qualità del servizio”. Quindi, per i problemi di liquidità “l’ordinanza della Protezione civile che ci autorizza alle anticipazioni ad Amia oltre ad una proposta di finanziamento per 25 milioni da Sace”.
Chi spera che la decisione del tribunale possa portare a una “operazione verità” sulla gestione dell’Amia è il consigliere del Partito democratico, Maurizio Pellegrino, che definisce una “bufala” il risanamento dell’azienda.
“È semplicemente ridicolo – ha detto – affermare questo in una situazione in cui non si riescono a comprare i cassonetti, a raccogliere in modo ordinario i rifiuti, a controllare l’effettiva presenza al lavoro del personale, a bloccare gli straordinari a fronte di mille addetti in più. Per ora il presidente Lo Cicero ha affrontato soltanto alcuni degli aspetti più madornali della gestione Galioto Cammarata e ha messo un pò di polvere sotto il tappeto”.
Intanto, il Gup di Palermo, Giuseppe Sgadari, ha rinviato a giudizio per falso in bilancio l’ex presidente dell’Amia, il senatore Pdl Enzo Galioto, l’ex direttore generale, Orazio Colimberti, e altre 8 persone tra cui i componenti dell’ex Cda della società, per falso in bilancio e falsi sulle relazioni delle società di revisione.
Il processo comincerà il primo  marzo davanti alla III sezione del tribunale.
 


Rifiuti ingombranti. Ritornano le postazioni mobili
 
PALERMO – Dopo le proteste dei cittadini per lo stop al ritiro a domicilio gratuito, Amia ha riattivato le postazioni mobili per il conferimento dei rifiuti ingombranti. Dal primo di febbraio ripartirà “Facciamo piazza pulita”, il servizio per lo smaltimento gratuito di rifiuti ingombranti, elettrici ed elettronici.
Il servizio – spigano dall’azienda – già operativo dal lunedì al sabato, in piazza John Lennon, nell’ottava circoscrizione, verrà esteso anche alle altre sette circoscrizioni, con altrettante postazioni disponibili per i privati, dalle 7,30 alle 12,00 dal lunedì al sabato, esclusi i giorni festivi ed in un sito (in via San Corleone a Brancaccio) anche, in turno pomeridiano, dalle ore 14.30 alle 18.00.
“L’obiettivo – spiega il commissario liquidatore dell’azienda, Gaetano Lo Cicero – è scongiurare l’annoso e gravoso fenomeno delle discariche abusive sul territorio cittadino”.

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