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Bankitalia: Sicilia, nel 2017 timidi segnali di ripresa

redazione

Bankitalia: Sicilia, nel 2017 timidi segnali di ripresa

mercoledì 20 Giugno 2018

Cresciuti i consumi delle famiglie, migliorata la qualità del credito e il fatturato delle imprese, decollato l'export (+30%), aumentata l'occupazione con segnali positivi dal turismo

Timidi segnali di rispesa in Sicilia nel 2017: erano cresciuti i consumi delle famiglie, migliorata la qualità del credito e il fatturato delle imprese, decollato l’export (+30%), aumentata l’occupazione (+1,1%), ma a tempo, mentre i disoccupati sono oltre il 20%, il doppio della media nazionale.
 
A fotografare l’andamento dell’economia nell’isola è stato il report di Bankitalia presentato a Palermo.
 
Il 2017 narra di un aumento del numero di imprese attive (0,8%, (sono 368 mila 428), con una crescita nell’industria (+0,2%) e in agricoltura (+0,9%). Resta in affanno l’edilizia, dove in modo più marcato che in altri settori, oltre alle aziende (-0,1%) diminuiscono pure le ore lavorate (-11,3%). Se più in generale, l’indagine di Bankitalia sulle imprese indica un aumento del 2,6% del fatturato (era il 3,1% nel 2016), lo stesso non si può dire per la spesa per gli investimenti, che risultano in calo o stabili per oltre due terzi delle aziende.
 
Segnali positivi, invece, dal turismo, vola l’export in particolare di prodotti made in Sicily nei mercati extra Ue. Le presenze di stranieri e connazionali sono aumentate del 7% e la spesa dei ‘vacanzieri’ supera di gran lunga la media nazionale. Ripartono i consumi e aumenta il reddito delle famiglie. Quello pro capite si attesta sulla soglia dei 13 mila euro, quello per consumi a 12 mila. Eppure nell’Isola un quinto dei nuclei familiari è a rischio emarginazione sociale: le famiglie dove nessun componente lavora sono il 30%.
 
Infine, seppur registrando un cambio di passo, rispetto agli anni della crisi quando tutti indicatori economici erano in caduta libera, l’analisi nel complesso segnala un divario ancora ampio rispetto ai livelli pre-crisi.
 
IL CALO DEI DISOCCUPATI DELLO 0,6%
 
Nel 2017 è calato di un timido 0,6% il numero di senza lavoro in Sicilia, dove il tasso di disoccupazione si attestaVA al 21,5% e risultaVA il doppio della media nazionale (11,2%) e più alto di circa 10 punti percentuali rispetto alla media del Mezzogiorno (12,4%).
 
Bankitalia, dunque, stima una crescita dell’occupazione pari a 15 mila unità. Si tratta di lavoratori impiegati con contratti a termine (20,6%).
 
Negli anni della crisi in Sicilia sono andati in fumo 160 mila posti di lavoro su 800 mila a livello nazionale; il gap recuperato risulta pari a 50 mila unità.
 
Restano in affanno le costruzioni, dove il numero di addetti è diminuito dell’8,2%, mentre risultano in crescita i lavoratori nel comparto agricolo (10,4%) e nell’industria in senso stretto (5,7%).
 
 
EXPORT A +30%
 
Dopo quattro anni di calo consecutivo, vola l’export in Sicilia, che nel 2017 registra una crescita del 30,4% in termini di fatturato. In particolare l’export dei prodotti petroliferi risulta pari al 60% del totale regionale, recuperando il calo del 2016; negli altri settori si registra un aumento del 15,9%.
 
Il contributo maggiore deriva dal comparto chimico farmaceutico e dall’agroalimentare.
 
Andando, invece, al mercato di destinazione di prodotti made in Sicily, gli scambi con l’estero sono stati più intensi con i Paesi extra Ue (39,3), mentre con l’Eurozona si attestano al 19,1.
 
AUMENTATA LA SPESA DELLE FAMIGLIE
 
Nel 2017 la dinamica positiva dell’occupazione e condizioni di accesso al credito più favorevoli hanno sostenuto la spesa per consumi delle famiglie siciliane (+1,2), restando comunque più basso rispetto al resto del Paese.
 
Il reddito pro capite annuo stimato nell’anno appena trascorso ammonta a 13 mila euro; i consumi pro capite, invece, risultano pari a 12.794 euro.
 
Tra le le voci di spesa delle famiglie è cresciuta la quota destinata alle abitazioni (fitti, utenze, manutenzioni), consistente anche la sposa per generi alimentari che registra un leggero aumento insieme a quella per l’abbigliamento, mobili e articoli per la casa.

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