Parchi regionali, belli senz’anima - QdS

Parchi regionali, belli senz’anima

Marina Pupella

Parchi regionali, belli senz’anima

sabato 23 Gennaio 2010

Ieri, a palazzo dei Normanni, il confronto sulla gestione degli Enti di Etna, Madonie e Nebrodi. Aree di grandi potenzialità faticano a competere con le simili strutture del Nord

PALERMO – Parchi più fruibili per i visitatori, un maggior numero di aree attrezzate e soprattutto la creazione di un sistema di Parchi regionali da promuovere a livello internazionale.
Questi in sintesi i contenuti del convegno “Tre governance a confronto: i Parchi regionali dell’Etna, delle Madonie e dei Nebrodi”, tenutosi ieri nella sala gialla di palazzo dei Normanni ed al quale hanno partecipato i commissari straordinari delle tre riserve naturali, sindaci, esperti e docenti universitari. Che si sono confrontati sulle politiche di sviluppo economico messe in campo e su quelle che verranno adottate nel prossimo futuro.
All’incontro, promosso da Media&Service con il contributo dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente, era previsto anche un intervento del neo assessore Roberto di Mauro che però era in volo per Bruxelles.
Fra gli obiettivi condivisi dagli amministratori dei tre Parchi, Angelo Aliquò per le Madonie, Ettore Foti per quello dell’Etna e Antonino Ferro per quello dei Nebrodi, vi è la costituzione di una rete di Parchi regionali da far conoscere all’estero, attraverso iniziative comuni, come conferma Foti: “Già l’anno scorso abbiamo intrapreso insieme una serie di attività, manifestazioni, mostre ed eventi legati al turismo naturalistico internazionale. Ma dobbiamo sviluppare ancora ulteriori sinergie, anche perché ogni Parco non è in concorrenza con l’altro, ma ognuno di essi ha una peculiarità propria che completa quello che manca all’altro.
Creare un sistema di Parchi regionali siciliani, che è un traguardo ambizioso, significa partire dalle Madonie per arrivare sull’Etna con percorsi naturalistici, storico-culturali ed enogastronomici che finiscono per coinvolgere gli operatori di un territorio così vasto”.
I processi di governance europei, all’interno dei quali intendono rientrare i nostri Parchi, prevedono uno stretto rapporto di collaborazione con associazioni, università, scuole ed organizzazioni sindacali. Tante le buone intenzioni, ma la strada per il raggiungimento di altri importanti obiettivi è e rimane tortuosa. “è vero- aggiunge il commissario- ma io non parlerei di obiettivi mancati, semmai di programmi che sono in itinere perché necessitano di tempo per essere realizzati. Ad esempio parliamo di strumenti di pianificazione territoriale, di Piano di coordinamento del parco, una sorta di piano regolatore che, dopo tantissimi anni, è alla sua fase conclusiva grazie all’intervento dell’assessorato regionale al Territorio con il quale stiamo adottando il decreto finale di approvazione”.
Sono tante le attività, anche sportive, che nel corso degli anni sono state realizzate all’interno dei Parchi. Ecco perché c’è chi punta ad una loro maggiore tutela, come Angelo Aliquò che chiede “l’istituzione dei “guardia Parco”, utilizzando le guardie forestali dei comuni madoniti, formandoli e mettendoli alle dirette dipendenze dei direttori dei Parchi e non dei commissari o dei presidenti”. Che però, almeno questi ultimi, non ci sono ancora.
 


Circa 15 mila euro per contare i cinghiali da abbattere
 
PALERMO – I cinghiali del Parco delle Madonie stanno diventando un serio problema per gli abitanti del territorio. Sono tanti, ma soprattutto distruggono tutto ciò che incontrano. E allora, li contiamo e poi li abbattiamo, così come previsto dalla normativa vigente che stabilisce il censimento delle specie da abbattere o catturare. Si è parlato anche di questo ieri a palazzo dei Normanni e cioè di una gestione affidata ai parchi degli aspetti faunistici. “Sarebbe veramente importante- riferisce Angelo Aliquò- che la politica si attivasse in questo senso, perchè è paradossale che noi abbiamo il problema dei cinghiali e non lo possiamo risolvere perché c’è un ricorso al Tar che ci blocca. Li dobbiamo contare per poi eliminarli, ma che senso ha?”
Quest’operazione di conta, che ci ricorda alla lontana quella fatta realizzare dal Comune di Palermo per i tombini, costerà alle casse dell’Ente circa 15 mila euro. Non sarà una cifra esorbitante, ma di fatto non necessaria. Quanto meno ci consoliamo con una bella passeggiata sugli sci, che potremmo fare l’anno prossimo una volta che la Provincia di Palermo avrà terminato i lavori di ripristino dell’impianto di risalita.

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