Lega: nuovo attacco alla magistratura, durissimi Csm e Anm - QdS

Lega: nuovo attacco alla magistratura, durissimi Csm e Anm

redazione

Lega: nuovo attacco alla magistratura, durissimi Csm e Anm

sabato 07 Luglio 2018

Dopo il sequestro dei conti, il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Morrone, spara contro le "toghe rosse" e il vicepresidente del Consiglio superiore Legnini chiede al ministro Bonafede di prendere provvedimenti contro di lui. L'Associazione magistrati, "Dichiarazioni inaccettabili tanto più perché rese in sede istituzionale"

Nuovo attacco alla Magistratura da parte di esponenti della Lega, dopo le veementi reazioni, anche del segretario del Carroccio Matteo Salvini, alla decisione della Cassazione di far sequestrare "ovunque si trovino" i conti del partito: quasi cinquanta milioni di euro da restituire agli italiani.
 
Ieri il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, parlamentare della Lega, durante i saluti prima di un corso di formazione per giovani magistrati – e a due giorni dalle elezioni dei togati del Csm -, ha sparato contro le cosiddette "toghe rosse"  dichiarando di sperare che la magistratura si liberi dalle correnti, in particolare di quelle di sinistra.
 
Pronta la risposta del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha chiamato in causa il ministro della Giustizia Bonafede annunciando una lettera "per chiedergli di assumere delle determinazioni" perché le parole del sottosegretario della Lega "non possono essere né condivise né accettate".
 
"La libertà di associazione – ha concluso Legnini – è riconosciuta dalla Costituzione a tutti i cittadini e ovviamente anche ai magistrati".
 
Tra i componenti del Csm l’ex pm di Napoli, Antonello Ardituro, ha commentato: "Un incontro di formazione per giovani magistrati non può essere strumentalizzato per finalità politiche da chi è stato invitato per rappresentare il ministero della Giustizia".
 
Ma Morrone – evidentemente sostenuto da Salvini che però, dopo le polemiche dei giorni scorsi, non si espone in prima persona – non fa marcia indietro, pur affermando di aver "parlato a titolo personale".
 
"Ho avuto un’uscita irruente e infelice rispetto al contesto e alla rappresentanza – ammette Morrone – ma la Lega ha sempre criticato le correnti in magistratura perché portano alle storture che sono emerse e a più riprese denunciate in diversi anni".
 
"Ho detto queste parole – ha aggiunto – perché come voi sapete il mio partito ha una questione aperta con questi magistrati".
 
Per l’Associazione nazionale magistrati le parole di Morrone sono "gravissime e inaccettabili sia perchè rese in una sede istituzionale e in un contesto di formazione di giovani magistrati, la cui reazione è stata di sconcerto, sia perchè provenienti da un rappresentante del Governo invitato all’incontro nella sua veste istituzionale".
 
Solo nella tarda serata di ieri è arrivata una risposta del ministro grillino della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Il quale, come Di Maio con i conti della Lega, ha adottato una tattica "democristiana", da una parte gettando acqua sul fuoco, minimizzando, creando distinguo, e dall’altra schierandosi con l’alleato.
 
"Prendo atto – ha affermato – che il sottosegretario Jacopo Morrone ha già chiarito che quello di stamattina era un giudizio politico espresso in un luogo in cui non dovrebbero entrare le opinioni personali. Ritengo l’associazionismo dei magistrati una buona cosa, se non porta alle storture del correntismo".

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