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Migranti: le magliette rosse colorano l’Italia

redazione

Migranti: le magliette rosse colorano l’Italia

domenica 08 Luglio 2018

All'indomani del successo dell'iniziativa lanciata da Libera, e a due giorni dalla messa di Papa Francesco, reazioni nervose e sprezzanti da parte di grillini e leghisti. Di Battista parla di "facile solidarietà, conformismo e viltà".  A Messina accolti 106 migranti

Una "emorragia di umanità" che colora di rosso sangue le magliette di chi vuole arrestarla.
 
Così è stata definita l‘iniziativa per la solidarietà umana lanciata da Libera e raccolta da Gruppo Abele, Arci, Legambiente e tanti altri e che ha portato in tutt’Italia – negli uffici, nei mercati, sulle strade, al mare, sui social, tra le sale della politica e persino sulle vette del Gran Paradiso -, un incredibile numero di persone a indossare t-shirt e abiti rossi per ricordare i tanti migranti morti in mare nelle traversate.
 
Un’ecatombe che rischia di crescere in maniera esponenziale per i restrittivi provvedimenti adottati dal governo pentaleghista. E contro la quale aveva già puntato l’indice, con la messa di venerdì per i migranti, Papa Francesco.
 
Tra i primi ad aderire alla Giornata è stata l’Anpi: "L’umanità non arretra", ha detto la Presidente nazionale Carla Nespolo.
 
Un’eco raccolta dall’Azione Cattolica Italiana, che ha parlato di "drammatico deficit di solidarietà che sembra interessare il nostro Paese".
 
Altri rappresentanti del mondo cattolico, tra cui padre Alex Zanotelli, hanno invece annunciato un "digiuno a staffetta" con un presidio davanti al Parlamento italiano per dire che "non possiamo accettare questa politica delle porte chiuse che provoca la morte nel Mediterraneo".
 
T-shirt rosse anche al Gay Pride di Bologna, "contro le politiche razziste di immigrazione del nostro Paese".
 
E a Messina centinaia di persone con le magliette rosse, hanno accolto ieri sera a Messina la nave militare irlandese Samuel Beckett con a bordo 106 migranti approdata nel molo Norimberga.
 
 Molte le magliette rosse anche nell’assemblea del Pd a Roma, tra cui quelle del segretario Maurizio Martina e del presidente Matteo Orfini.
 
E ad indossarle è stato anche Pietro Grasso di Liberi e Uguali, con migliaia di persone in piazza a Torino e altre città.
 
Il fronte politico opposto, di fronte a una così massiccia reazione, ha reagito con grande nervosismo.
 
Il vicepremier grillino Di Maio, ha riferito con livore: "vedere il Pd che ha bombardato la Libia, ha fatto soldi sul business dell’immigrazione e ha mandato militari a far le guerre e poi si mette oggi le magliette rosse…doveva metterle dieci anni fa".
 
E Alessandro Di Battista ha bollato l’iniziativa come "facile solidarietà", parlando di "conformismo" e "viltà".
 
Il leghista Alessandro Morelli, poi, nella sua qualità di presidente della commissione Telecomunicazioni, ha puntato il dito contro alcuni giornalisti di Rainews 24, che hanno indossato t-shirt rosse affermando che così "il servizio pubblico radio-televisivo smette di essere pluralista per diventare partigiano".
 
C’è stato anche chi, come Matteo Salvini, ha reagito tentando di fare dello spirito, scrivendo su Facebook: "Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi…".
 
E dai microfoni di Rainwes, don Luigi Ciotti ha risposto: "Gliela porto molto volentieri una maglietta al Viminale, un piccolo gesto, ma un gesto fatto con rispetto".
 
Salvini è tornato aggressivo come sempre parlando di "insulti e minacce" che "hanno l’unico effetto di darmi più forza" replicando a Laura Boldrini che lo ha definito "un bullo", dicendo di augurarsi che "ai suoi figli non avvenga ciò che lui sta riservando a tanti bambini".
 
Un messaggio favorevole alla mobilitazione è stato ritwittato anche dall’account del consolato Usa di Firenze.
 
"E’ stata una mano forse troppo giovane e inesperta", ha cercato di minimizzare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti.
 
"Rosso – si legge nell’appello di Libera – è il colore che ci invita a sostare. Ma c’è un altro rosso, oggi, che ancor più perentoriamente ci chiede di fermarci, di riflettere, e poi d’impegnarci e darci da fare. È quello dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo".
 
"Di rosso – continua l’appello – era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche. Di rosso ne verranno vestiti altri dalle madri, nella speranza che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori".

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