Giovani alla ricerca di un impiego nel secondo trimestre 2018 sono il 56% - QdS

Giovani alla ricerca di un impiego nel secondo trimestre 2018 sono il 56%

redazione

Giovani alla ricerca di un impiego nel secondo trimestre 2018 sono il 56%

mercoledì 11 Luglio 2018

CornerJob ha pubblicato l’indagine condotta sui dati dell’Osservatorio sul mercato del lavoro. Deciso cambio di direzione rispetto al periodo precedente in cui si sfiorava il 70%  

MILANO – CornerJob, l’app per il mobile recruitment, ha pubblicato, nei giorni scorsi, i risultati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro per il secondo trimestre 2018 e le previsioni per il terzo.
 
Secondo quanto rilevato da CornerJob nel Q2 2018, la percentuale dei giovani (sotto i trent’anni) presenti sulla piattaforma alla ricerca di un lavoro si assesta a quota 56% e la maggior parte di essi ha meno di un anno di esperienza.
È un deciso cambio di direzione rispetto al trimestre precedente, in cui questa fascia d’età sfiorava il 70%.
 
 
Un dato positivo quindi che assume ancora più significato se ponderato con la stagionalità. Stiamo parlando infatti di Millennial che si approcciano alla stagione estiva. Già in una recente ricerca abbiamo rilevato che gran parte di essi utilizzerà il periodo tradizionalmente dedicato alle vacanze per arricchire la propria esperienza professionale. Ci aspetteremmo quindi una percentuale superiore o per lo meno pari al trimestre precedente. Questo calo suggerisce invece che gli under 30 stanno riuscendo nel loro progetto. E che il mercato ha ritrovato un chiaro dinamismo.
 
Per quanto riguarda la fascia d’età compresa tra i 31 e i 45 anni in cerca di lavoro non ci sono variazioni sostanziali rispetto al trimestre precedente, assestandosi al 23% del totale (-2% rispetto al Q1).
 
Sale invece considerevolmente la quota degli over 45 che si assesta al 16% del totale (+10% rispetto al Q1). “Questo ultimo dato”, commenta Eva Maggioni, Head of Sales and Strategy di CornerJob, “frena l’ottimismo che abbiamo registrato in area Millennials. Stiamo parlando infatti di persone che non sono più alle prime armi e che sono nella fascia centrale della loro vita professionale.
Però, ciò, solo in parte conferma la tesi dell’aumento del precariato evidenziata su molti fronti negli ultimi giorni, ovvero di una condizione “subita” circa la crescente instabilità delle posizioni professionali.
 
Una quota molto alta (quasi il 44%) di chi cerca un’occupazione è costituita da donne: per molte di esse, la flessibilità (come ad esempio contratti a termine, part time o lavoro occasionale) è una scelta consapevole e dettata dalla necessità di far quadrare il work-life balance. Ma anche sul fronte maschile la cultura del “posto fisso”, trimestre dopo trimestre, si indebolisce, lasciando spazio a progetti professionali più articolati e dinamici. Non è casuale che molti degli utenti della piattaforma interpellati ci abbia rivelato che cambiare lavoro è vissuto come opportunità di crescita. Anche se non si è più ragazzi. E che non pensa di rimanere nella stessa azienda per più di tre-cinque anni”.


La Lombardia mantiene la guida del mercato del lavoro, tallonata a vista dal Lazio.
Sul fronte delle offerte, il Q2 2018 vede al primo posto La Lombardia che catalizza il 27% del totale (-1% rispetto al Q1), seguita, a distanza di un solo punto, dal Lazio che raccoglie il 26% del totale (con una decisa crescita del 5% versus Q1). Seguono l’Emilia Romagna a quota 10%, il Veneto al 9% e Piemonte e Campania a quota 8%. La Lombardia mantiene il primato anche sul fronte dei candidati (43% del totale), seguita dal Lazio (32%) e dal Veneto (12%).


Ristorazione e turismo i settori più fiorenti
Le posizioni in ambito turismo e HoReCa guidano le offerte di lavoro del Q2 2018 catalizzando il 31% del totale (+6% rispetto al Q1). Seguono le offerte nel manifatturiero (a quota 24%) e nel commerciale (13%). Sul fronte delle posizioni più ambite dai candidati troviamo di nuovo al primo posto del podio il settore turismo-HoReCa con il 35% (+10% rispetto al Q1), seguito dal manifatturiero (17%) e dal commerciale (12%).
 
“Anche se con qualche inversione di tendenza, dovuta più che altro a fattori stagionali”, puntualizza Maggioni, “nel trimestre appena concluso troviamo conferma di quanto i millennials abbiano sviluppato un mindset diverso rispetto alle generazioni precedenti.
Scelgono i settori che sono le colonne portanti del Made in Italy: turismo e manifatturiero. Settori che, forse più di altri, offrono la possibilità di una crescita e di esperienza di ampio respiro non solo dal punto di vista professionale”.

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