Burocrazia comunale contro le imprese - QdS

Burocrazia comunale contro le imprese

Rosario Battiato

Burocrazia comunale contro le imprese

mercoledì 18 Luglio 2018

Digitalizzazione bloccata: insufficienti servizi informatici per chi ha un’attività. Senza innovazione la Sicilia viene snobbata e resta in coda in Italia ed Europa. Uffici pubblici da età della pietra, che diventano un pantano per cittadini e professionisti  

PALERMO – A Torino, Bergamo e in un’altra trentina di Comuni italiani è possibile concludere interamente online, utilizzando il sito istituzionale, la pratica relativa alla Dichiarazione di inizio attività produttiva (Diap), in altri cinquanta lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) consente di percorrere l’intero iter direttamente da una qualsiasi postazione che consenta l’accesso alla rete.
 
 
E non è tutto, perché nei siti di molti altri Enti locali, lo certifica l’Istat nell’ultimo aggiornamento relativo all’Eco management, è possibile pagare la Tassa di occupazione spazi e aree pubbliche (Tosap) oppure i permessi per costruire (Scia, Dia) e la richiesta di certificati di destinazione urbanistica.
Ma la situazione siciliana è molto lontana da quella appena descritta.
 
Se le altre amministrazioni sembrano essere sulla via giusta per ampliare il panorama dei servizi offerti on-line ai cittadini e alle imprese, per i nove Comuni capoluogo dell’Isola il processo risulta ancora sin troppo lento. Ne risente la qualità dei servizi, ma anche la vitalità del tessuto imprenditoriale.
 
I sei diversi livelli dell’Istat, in relazione alla possibilità di accesso dei servizi resi disponibili on-line dalle Amministrazioni pubbliche, mappano l’avanzamento degli Enti locali sulla strada della digitalizzazione. Si comincia dal primo, che è quello base, e fa riferimento alla visualizzazione e/o acquisizione di informazioni, per poi proseguire, al livello 2, con l’acquisizione della modulistica, e quindi, al terzo livello, con l’inoltro online della modulistica per l’attivazione del servizio. Un ulteriore passaggio è permesso dal livello 4, il massimo consentito, che permette l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter (anche il pagamento, se necessario). Poi ci sono altri due livelli, il 5 e il 6, che certificano rispettivamente che “il servizio non è disponibile sul sito” o che “il servizio non è nelle competenze dell’ente”. In Sicilia, è bene precisarlo in apertura, gli esempi virtuosi, cioè i servizi interamente disponibili sul web da parte dei Comuni, sono pochissimi e riguardano soltanto alcune tipologie specifiche a Catania. Ma andiamo con ordine.
 
Per la Dichiarazione di inizio attività produttiva la migliore è Palermo (livello 3), seguita da Trapani, Catania, Ragusa e Siracusa (2), mentre in tutta Italia ce ne sono 36 col processo completo. Una cinquantina consentono di procedere on-line fino alla fine del processo col Suap, sportello unico per le attività produttive, ma nessuno di questi si trova nell’Isola. La peggiore è Caltanissetta che si ferma al livello 1 sia per il Suap che per il Diap.
 
Una tendenza simile si registra anche in altri servizi. Ci sono venti Comuni in tutta Italia che consentono di chiudere online i procedimenti relativi ai permessi per costruire (Scia, Dia), solo sei per le visure catastali, 26 per lo sportello unico per l’edilizia, dieci per la Tassa di occupazione spazi e aree pubbliche.
 
Inutile stare a cercare avanguardie nell’Isola: non ce ne sono. Si salva in parte soltanto Catania che riesce a offrire un processo completo per le visure catastali, per lo Sportello unico per l’edilizia e per la richiesta dei certificati di destinazione urbanistica. Si ferma un passo prima del traguardo per la Tosap e per la richiesta di concessione di beni del Demanio. Per il resto, la situazione resta particolarmente complicata e persino la prestazione del Comune capoluogo regionale lascia a desiderare. Palermo, infatti, ottiene il terzo livello per le visure catastali, per la Scia, per il Sue e per l’Imu, ma è ancora abbastanza indietro sul procedimento che riguarda l’occupazione di suolo pubblico.
 
Il trend, almeno a livello nazionale, è orientato all’ampliamento della disponibilità dei processi interamente disponibili online. Tra il 2015 e il 2016 sono cresciuti i Comuni di livello 4 in quasi tutti i servizi on-line. Ci sono ben nove siti di Enti locali in più a offrire l’intero l’iter on-line per la Dichiarazione di inizio attività e in generale il dato è col segno in positivo per tutti i servizi, escludendo la richiesta di concessione di beni del Demanio (rimasta a zero) e il pagamento dell’Imu che è rimasto congelato a sette. Tra i siciliani la situazione è rimasta sostanzialmente invariata, con l’eccezione, in positivo, di Catania che si è rilanciata, come si è visto, in buona parte dei servizi.
 

 
Anche per quanto riguarda i pagamenti la Sicilia resta sotto la media nazionale
 
PALERMO – Soltanto in sette Comuni nazionali è possibile completare interamente on-line il processo necessario per pagare gli oneri concessori per le iniziative pubblicitarie. In altri sette Enti il servizio si ferma appena un passo prima del pagamento, mentre in 38 è possibile reperire online la modulistica, anche se poi il lavoro di redazione e consegna andrà fatto presso i consueti uffici comunali.
Anche tra i Comuni siciliani la situazione è abbastanza complicata, ancora più indietro della media nazionale. Nessuno permette il completamento del servizio interamente sul sito dell’Ente, e soltanto Palermo consente di spingersi fino al terzo livello, cioè all’inoltro online della modulistica. Ma non si prevede la chiusura del pagamento con l’ultimo atto. Più indietro tutti gli altri: Ragusa ed Enna si sono spinti fino al livello 2, mentre per Catania, Caltanissetta, Messina e Siracusa ci si ferma al primo passo, cioè alla visualizzazione e/o acquisizione di informazioni.
Di conseguenza, anche le sanzioni per le iniziative pubblicitarie o non sono disponibili sul sito (Trapani, Palermo, Messina, Agrigento ed Enna) oppure si fermano al primo step (Caltanissetta, Catania, Ragusa, Siracusa).
Tra le più avanzate ci sono due liguri: a Genova e La Spezia è possibile completare interamente in rete il processo relativo agli oneri concessori per le iniziative pubblicitarie. E non sono le sole. Seguono lo stesso esempio anche Verona, Modena, Bologna e Ferrara.

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