Asp, illegittima legge su nomine: Roma vince ricorso alla Consulta - QdS

Asp, illegittima legge su nomine: Roma vince ricorso alla Consulta

Raffaella Pessina

Asp, illegittima legge su nomine: Roma vince ricorso alla Consulta

giovedì 19 Luglio 2018

Sotto la scure della Corte costituzionale la l.r. 4/17 (sentenza n. 159/18). Manager scaduti ma blindati: adesso governo può nominare i nuovi. Manager scaduti ma blindati: adesso governo può nominare i nuovi
 

PALERMO – La Corte Costituzionale ha dato ragione al Consiglio dei ministri che aveva presentato ricorso su una legge della Regione siciliana nel settore della sanità. La sentenza, la 159/2018, è avvenuta in seguito all’udienza tenutasi il 22 maggio scorso, e depositata il 17 luglio per la pubblicazione in Guri. Il ricorso era stato presentato per la legge regionale n. 4 del primo marzo 2017, in pratica la legge di proroga dell’esercizio provvisorio dello scorso anno al cui articolo 3 veniva introdotta la proroga dei manager delle aziende sanitarie e il divieto di nomina di nuovi direttori nelle more della definizione dell’albo unico nazionale dei manager sanitari, così come stabilito dalla legge nazionale delega n. 124.
 
 
Nello stesso articolo veniva spiegato che si dava seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale che censurava il mancato concerto con le Regioni. L’articolo su cui il Consiglio dei ministri aveva fatto ricorso disponeva il commissariamento di tutte le Asp e le aziende ospedaliere i cui direttori generali erano in scadenza stabilendo la proroga degli stessi manager scaduti e blindandone la posizione. Ora con la sentenza tutti i commissari attualmente alla guida di Asp e ospedali siciliani risultano illegittimamente nominati o prorogati così come è illegittimo il divieto di procedere alla nomina dei nuovi vertici delle aziende sanitarie regionali. Adesso il governo regionale potrà nominare i nuovi vertici. La Sicilia non si è costituita in giudizio e non ha difeso la norma di Crocetta. I giudici hanno sposato la tesi del governo nazionale e dell’Avvocatura dello Stato e considerando la materia delle nomine in sanità come competenza concorrente di Stato e Regione. Secondo la sentenza “la legge regionale viola i principi di logicità e buon andamento della pubblica amministrazione e si pone in contrasto con le norme nazionali. Di fatto tutti i vertici delle aziende sanitarie siciliane sono stati illegittimamente prorogati e sono, allo stato, da ritenere decaduti”.
 
La sentenza provoca due conseguenze: l’assessore alla Sanità potrà nominare nuovi commissari in attesa dei direttori generali in base a requisiti specifici così come previsti dalla precedente legge in vigore e dovrà, al più presto, completare le procedure per procedere alle nomine dei nuovi manager in base all’albo nazionale, a quello regionale in predisposizione, e con criteri chiari che rispecchino le norme. Resta da chiarire se la sentenza provocherà l’effetto che tutti gli atti intrapresi dai commissari, oggi ritenuti nominati illegittimamente, possano ancora avere efficacia o decadano automaticamente. A febbraio di quest’anno era stato pubblicato l’albo nazionale degli idonei al ricoprire la carica di direttore generale nelle asp e negli enti sanitari, di cui fanno parte circa 50 siciliani su un totale di 750 manager in tutta Italia.
 
In questa intricata vicenda si aggiunge anche il pronunciamento del Cga che rispondendo ad una richiesta di parere dell’assessore alla sanità nel febbraio scorso, aveva risposto che quei manager, nella forma commissariale, non si potevano toccare proprio fino alla nomina dei nuovi direttori generali dall’albo nazionale e con concorso regionale. Ora l’assessorato alla Sanità dovrà procedere al più presto alle nomine per adeguarsi alla sentenza.

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