Imprese di street food, in Sicilia +51,5% - QdS

Imprese di street food, in Sicilia +51,5%

Paola Giordano

Imprese di street food, in Sicilia +51,5%

giovedì 19 Luglio 2018

Unioncamere – Infocamere 2013-18, saldo positivo per la nostra Isola: +86 nuove attività culinarie on the road. A marzo del 2013 erano appena 167, adesso l’Isola ne conta ben 253.  

CATANIA – Cresce anche in Sicilia il numero di imprese di street food: sono ben 86, infatti, le nuove attività di ristorazione ambulante nate nell’Isola nell’ultimo quinquennio. Dal 31 marzo 2013, quando di imprese nel settore la Sicilia ne possedeva 167, si è passati a contarne 253 alla stessa data di cinque anni dopo. Vale a dire quasi il 10 per cento delle 2.729 attività diffuse in tutta la Penisola. Con tale cifra l’Isola si piazza tra le regioni con la più alta presenza di aziende dedicate alla cucina on the road: numeri più alti si registrano solo in Lombardia (389), Puglia (295) e Lazio (271).
 
 
È quanto emerge dalla fotografia scattata da Unioncamere-Infocamere sulla base dei dati ufficiali del Registro delle Imprese in relazione al periodo 2013-2018.
 
In termini assoluti quello isolano è uno degli saldi più alti, secondo solo a quello della Lombardia, che registra un balzo in avanti di quasi 200 imprese, e della Campania, con le sue 92 attività in più rispetto al 2013. In percentuale, invece, l’incremento siciliano, pari al 51,5 per cento, è lontano dalla media nazionale di 7,4 punti ed è distante anni luce da Umbria, Calabria e Lombardia, che registrano imponenti balzi in avanti: la prima sfiora il 150 per cento, i cugini calabresi toccano quota 129,6 per cento e la Lombardia supera di quasi quattro punti il 100 per cento.
 
I numeri mostrano che quello del cibo di strada è un settore in crescita – più o meno sostenuta – pressocchè in tutta Italia, ad eccezione della Liguria, l’unica regione a riportare nel periodo preso in esame un saldo che, seppur di poco, è negativo: all’appello manca infatti un’impresa rispetto alle 17 attive nel 2013. E mostrano anche che è un ambito in cui importante è l’apporto dei giovani, specialmente per l’Isola, dove il 34,4 per cento delle imprese sono gestite da under 35. Con tale dato, la Sicilia svetta la classifica relativa alla porzione di giovani dediti alla ristorazione da strada, seguita da Puglia (29,5 per cento) e Campania (29,4). In termini assoluti invece l’Isola è prima in ex equo con la Puglia: entrambe hanno infatti 87 attività guidate da giovani.
 
Nettamente diverso è invece il ruolo giocato in Sicilia dagli imprenditori stranieri nel settore della ristorazione ambulante: solo il 5,5 per cento delle imprese è diretto da persone non originarie dall’Italia, vale a dire 14 attività su 253. A dominare tale graduatoria sono Piemonte e Lazio, entrambe con porzioni al di sopra del 20 per cento, seguite dalla Toscana, la cui fetta di imprenditori stranieri ammonta al 18,7 per cento.
 
A livello provinciale, con il suo 95 per cento, è Palermo a registrare l’incremento siciliano più alto degli ultimi cinque anni: se nel 2013 nel capoluogo erano 20 le imprese culinarie on the road oggi esse sono quasi raddoppiate. Seguono Messina, che da 12 è passata a 22 attività, riportando un significativo +83,3 per cento, e a pari merito Caltanissetta e Trapani, entrambe a +80 per cento. Pur essendo lontana dal podio la provincia etnea, con il suo +65,1 per cento, ha visto nascere ben 28 imprese di street food nel corso degli ultimi cinque anni, registrando così la variazione assoluta più alta dell’Isola. Non spiccano le performance di Agrigento (+31,6 per cento), Ragusa (27,8) e Siracusa (27,6), che riportano rispettivamente un aumento che in termini assoluti non va oltre le dieci imprese. Raschia il fondo della classifica Enna, l’unica provincia tra le siciliane a chiudere con un saldo negativo: -2 imprese rispetto al 2013, ovvero il 18,2 per cento in meno rispetto alle 11 attività attive cinque anni fa.
 
Nel complesso, dunque, il settore anche in Sicilia si rivela essere in espansione: che sia l’attività ristorativa del futuro? Ai buongustai l’ardua sentenza.

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