Corte dei conti: manovra correttiva per il Bilancio regionale - QdS

Corte dei conti: manovra correttiva per il Bilancio regionale

redazione

Corte dei conti: manovra correttiva per il Bilancio regionale

venerdì 20 Luglio 2018

La richiesta è contenuta nella relazione sul rendiconto generale per l'esercizio 2017. Diverse le osservazioni: troppo alta la spesa per gli impiegati, poco chiaro il rapporto con le Partecipate, necessaria una nuova Politica sanitaria, il rischio di perdere i fondi europei. I commenti di Musumeci e di Micciché

Il bilancio della Regione siciliana dovrà essere sottoposto a una "apposita manovra correttiva".
 
Si legge nella relazione del giudice della Corte dei Conti per la Sicilia Francesco Albo, sul rendiconto generale per l’esercizio 2017. Albo ha segnalato nel suo intervento una serie di criticità del documento contabile e ha parlato di un "peggioramento del risultato di amministrazione rispetto al 2016".

Altre critiche riguardano la gestione delle spese, "orientate alla gestione corrente", e una "bassissima propensione agli investimenti.
 
 
Negli ultimi dieci anni proprio la spesa in conto capitale ha subito un "drastico ridimensionamento".
 
Alla Corte appaiono allarmanti alcune inadempienze.
 
Lacunose poi le informazioni fornite che hanno compromesso la "veridicità e l’integralità delle risultanze contabili".
 
Alla fine la Corte ha dichiarato regolare il bilancio regionale per il 2017 ma, a causa della criticità di alcune voci, ha escluso dall’approvazione alcuni punti riguardanti i rischi, le passività e alcune entrate per importi consistenti.
 
Questa parte del bilancio dovrà essere quindi rivista e riformulata dall’Assemblea regionale.
 
TROPPO ALTA LA SPESA PER GLI IMPIEGATI
 
La relazione segnala un arresto della riduzione della spesa per il personale della Regione siciliana.
 
E’ vero che gli impegni per retribuzioni e contributi sociali registrano una riduzione al 4,5%, attestandosi a 791 milioni di euro, ma sono compensati dagli incrementi (+4,1%) di spesa per le pensioni. E quindi la contrazione annua della spesa complessiva per il personale in servizio e in quiescenza "è stata di scarsa rilevanza (-0,8%)".
 
Il dato non comprende tra l’altro l’ulteriore aumento della spesa pensionistica sostenuta dal Fondo pensioni Sicilia per il personale del cosiddetto contratto 2. L’entità della spese per il personale dipende dalla consistenza, ancora molto alta, dei dipendenti che sono 14.797.
 
Ma occorre considerare altre 2.885 unità che, a vario titolo, sono retribuiti con fondi regionali. Il personale è lievemente diminuito ma resta, a giudizio della Corte, sempre il più alto d’Italia: un quarto dei dipendenti di tutte le Regioni.
 
Troppi anche i dirigenti: alla Regione ce n’è uno ogni dieci impiegati.


POCO CHIARO IL RAPPORTO CON LE PARTECIPATE
 
Il rapporto finanziario con le società partecipate e controllate è uno dei punti più critici e oscuri del bilancio della Regione siciliana.
 
La Corte dei conti registra da un lato la "mancata dimostrazione" dei rapporti di debito e credito e dall’altro una "situazione fortemente problematica e lacunosa".
 
"Particolarmente grave – si legge nella relazione per il giudizio di parifica del rendiconto generale 2017 – risultano le inadempienze non solo nella fase di riconciliazione ma soprattutto in quella, propedeutica, di ricognizione delle singole posizioni di debito-credito".
 
La lacunosità delle informazioni fornite solo su quattro delle partecipate hanno finito, a giudizio della Corte dei conti, per compromettere la "veridicità e l’integralità delle risultanze contabili". La Regione, aggiunge la relazione, ha pure sottovalutato il "coefficiente di rischio".
 
Ha cioè "trascurato il critico stato di salute di molte società e organismi regionali" spesso segnalato dalla Corte dei conti.
 
NECESSARIA UNA NUOVA POLITICA SANITARIA
 
Il servizio sanitario regionale ha compiuto sforzi rilevanti per un graduale rientro dai debiti ma per la Corte dei conti non bastano per migliorare l’efficienza della spesa, razionalizzare l’impiego del personale e rimodulare i servizi ospedalieri.
 
Mancano infatti "linee guida e atti di indirizzo in grado di orientare la politica sanitaria regionale". In sostanza, la Regione è chiamata a svolgere "in maniera più significativa un’adeguata azione di governance".
 
Lo richiede l’elevata incidenza della spesa sanitaria che nel 2017 è stata di 12 miliardi e 474 milioni di euro, cioè il 63,7 per cento dell’intera spesa della Regione. Necessaria anche una maggiore efficienza della spesa farmaceutica mentre migliorano i conti delle Aziende sanitarie con una contrazione del debito di 94 milioni e un incremento significativo dei crediti.
 
IL RISCHIO DI PERDERE FONDI EUROPEI
 
Uno dei pericoli maggiori riguarda la gestione dei fondi europei che "è in allarmante ritardo".
 
Si profila quindi il rischio di una "consistente perdita di risorse finanziarie, con un ulteriore incremento delle differenze economiche territoriali" con il resto del Paese, "una mancata crescita delle imprese, dell’apparato produttivo regionale e delle famiglie".
 
In ballo ci sono 9,73 miliardi di euro per il programma 2014/2020.
 
Per non perderli occorre che il governo regionale adotti "misure correttive" e acceleri il "ritmo di spesa" indirizzandolo verso iniziative più produttive.
 
IL COMMENTO DEL GOVERNATORE MUSUMECI
 
"È stata richiamata – ha risposto il presidente della Regione Nello Musumeci – l’attenzione dei magistrati contabili sulla realtà delle società partecipate: serve maggiore controllo da parte della Regione. Dobbiamo smetterla di tenere in vita enti che non producono alcuna utilità e dobbiamo tutelare le risorse umane e riconvertirle".
 
"Dobbiamo inoltre – ha detto ancora il governatore – abbandonare una logica del passato secondo la quale la Regione deve essere utilizzata come una sorta di bancomat. Ogni ente della Sicilia, piccolo o grande, deve adoperarsi per produrre ricchezza sul territorio altrimenti diventa un cancro e il cancro va estirpato".
 
LA "SODDISFAZIONE" DI MICCICHE’
 
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha accolto con "soddisfazione" il giudizio delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, presieduta da Maurizio Graffeo che, in apertura della relazione, gli ha riconosciuto l’accelerazione impressa alla riduzione della spesa della stessa Assemblea regionale.
 
A margine del giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana per il 2017, Micciché ha evidenziato che "Fin dall’inizio della legislatura abbiamo operato in questa direzione, tant’e che la Corte dei Conti mi ha ringraziato formalmente per quello che è stato fatto relativamente al taglio della spesa".
 
I giudici contabili hanno esortato Miccichè a proseguire nell’accertamento della copertura finanziaria delle leggi che implicano spesa.
 
"E’ stata la prima cosa che abbiamo fatto – ha aggiunto -, e continueremo in questa direzione, non a caso fin dal primo insediamento mi sono impegnato per il rafforzamento dell’ufficio di Bilancio dell’Ars".
 
Le Sezioni riunite della Corte dei Conti hanno suggerito, così come avviene alla Camera e al Senato, che anche all’Ars venga chiesta la cosiddetta ‘bollinatura’ al Ragioniere generale della Regione.
 
"La bollinatura? Ben venga", ha concluso il presidente dell’Ars.

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