Cna, cresce la pressione fiscale per le Pmi: + 0.3% nel 2018 - QdS

Cna, cresce la pressione fiscale per le Pmi: + 0.3% nel 2018

Eleonora Fichera

Cna, cresce la pressione fiscale per le Pmi: + 0.3% nel 2018

mercoledì 25 Luglio 2018

“Un Paese e tante tassazioni: troppe differenze territoriali, divario consistente e in continua espansione”. Catania maglia nera della Sicilia, male anche Siracusa, Messina e Agrigento 

PALERMO – Nell’ultimo anno la pressione fiscale per le Piccole medie imprese italiane è cresciuta dello 0,3%, raggiungendo quota 61,2%.
 
Ad annunciarlo, la proiezione “Comune che vai, fisco che trovi” del Rapporto 2018 elaborato dall’Osservatorio Cna sulla tassazione delle Pmi della Penisola. Il report, ormai alla quinta edizione, prende in esame 137 Comuni analizzando il peso del fisco sul reddito in ciascuno di essi.
 
 
Due i principali parametri utilizzati per stilare la classifica nazionale: il Total tax rate (Ttr, l’ammontare di imposte e contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi) e il Tax free day (Tfd, il giorno di liberazione delle tassa, quella che nel rapporto è definita come “la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare per l’ingombrante ‘socio’ pubblico”, che in media scatterà l’11 agosto). Punto di partenza, l’impresa tipo italiana con “un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito”.
 
Il quadro che emerge dal report è quello di “un Paese, tante tassazioni”: il divario tra le diverse zone della penisola, è infatti consistente e in continua espansione. Abissali le differenze tra il Comune che maggiormente tartassa le piccole imprese (Reggio Calabria con un Ttr del 73,4 % e il tax free day che scatterà solo il 24 settembre) e quello in cui la pressione fiscale è minore (Gorizia dove il Ttr incide solo per il 53,8% e il Tfd è già scattato il 14 luglio).
 
Qual è la situazione in Sicilia? Nella classifica italiana dei dieci peggiori performer, compare uno dei nove capoluoghi siciliani: Catania, 133esimo in classifica, con un’incidenza fiscale del 69% e il Tax free day fissato per il prossimo 8 settembre. In “rosso” anche Siracusa (123° con un Ttr del 65,8% e il Tfd al 27 agosto), Messina (122° con un Ttr del 65% e il Tfd al 27 agosto) e Agrigento (109° con un Ttr 64,2% e il Tfd al 21 agosto). Gli altri capoluoghi, invece, pur occupando posizioni in classifica piuttosto basse, sono riusciti ad ottenere risultati superiori (anche se di poco) o in linea alla media nazionale. Palermo, ad esempio, si è piazzato solo 98° ma nel capoluogo il Total tax rate registrato è del 62,8% ( più o meno in linea con la media nazionale) e il Tax free day è fissato per il 16 agosto. Storia simile per Caltanissetta (87°), dove il Ttr è del 62% e il Tfd è fissato per il 13 agosto, e per Ragusa (81°) con un Ttr 61,6% del e il Tfd al 12 agosto.
 
Risultati migliori, arrivano invece dai restanti Comuni isolani. Enna e Trapani, infatti, sono riusciti a scalare circa metà classifica. Ad Enna, 56esima in classifica, il Total tax rate è del 60% e il Tax free day scatterà il 6 agosto. Trapani (55°), infine, il Comune siciliano con la miglior performance: la pressione fiscale incide sulle piccole e medie imprese per il 59% e i piccoli imprenditori potranno “liberarsi” dalle tasse già il 6 agosto.

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