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Corte dei Conti: dopo Catania, Palermo

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Corte dei Conti: dopo Catania, Palermo

lunedì 06 Agosto 2018

"Anomalie" nei bilanci 2015 e 2016. Sindaco e Consiglio comunale dovranno adottare misure correttive entro due mesii Le opposizioni chiedono le dimissioni di Orlando

Anomalie e incongruenze nei conti, informazioni parziali e intempestive sui bilanci: dopo Catania, la Corte dei Conti ha depositato per il Comune di Palermo una delibera di verifica sui rendiconti dell’ente 2015 e 2016.
 
La sezione di controllo della Corte dei conti ha inviato i rendiconti dei bilanci del Comune di Palermo alla procura regionale della Corte e la ministero dell’Economia e delle finanze per le "valutazioni di competenza su possibili profili di danno erariale" sulle criticità evidenziate.
 
I giudici contabili – che hanno chiesto al sindaco di Palermo e al consiglio comunale l’adozione delle misure correttive entro 60 giorni – in 98 pagine mettono in guardia l’amministrazione sulle gravi criticità emerse spulciando i dati forniti dal Comune quasi mai nei tempi dovuti e con le informazioni richieste.
 
Sotto la lente dei giudici i debiti delle partecipate, Amat, Amap, Rap ma anche i contenziosi delle società fallite Amia e Gesip. E ancora il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il fondo pluriennale vincolato e i residui persistenti.
 
La reazione delle opposizioni non si fa attendere.
 
"Le dimissioni del Sindaco, con il durissimo responso della Corte dei Conti sul Comune di Palermo, risultano non più prorogabili", dicono in una nota i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle.
 
E annuncia battaglia Fabrizio Ferrandelli che sfidò, per il centrodestra orlando alle ultime elezioni.
 
"Sono pronto – dice – qualora Orlando continuasse a fregarsene davanti l’evidenza a recarmi dal notaio e a rassegnare il mio mandato insieme a tutti gli altri consiglieri comunali necessari al decadimento del consiglio per dare un ulteriore freno a questa amministrazione che è una sciagura per Palermo e ha fatto dimenticare perfino quanto di buono era stata capace di fare anni addietro".
 
Molto preoccupati i giudizi della Corte anche sulle partecipate del Comune per cui non sarebbe stato rispettato l’obbligo "di trasmettere con cadenza semestrale la relazione sulla condizione economico-finanziaria".
 
"Tale omissione risulta particolarmente censurabile in considerazione del grave stato di salute delle società partecipate e delle gravi criticità gestionali emerse in sede di verifica amministrativo contabile effettuata dai servizi ispettivi dalla Ragioneria generale dello Stato".
 
"Le gravi carenze di liquidità – scrive la corte – di cui le segnalate disfunzioni sono espressione, trovano importanti concause nelle ridottissime capacità di riscossione delle entrate, reiteratamente segnalate all’ente nei precedenti cicli di controllo".
 
"Particolarmente bassa – aggiunge – risulta la velocità di riscossione delle entrate da recupero evasione tributaria, in costante diminuzione rispetto agli esercizi precedenti (5,75% nel 2015, che scende ulteriormente al 3,36%, nel 2016, a fronte di percentuali pari al 17,4% nel 2014, al 13,97% nel 2013 e al 13,86% nel 2012).
 
"Anche il Collegio dei revisori, in sede di parere al rendiconto 2016, – proseguono i giudici – ha messo in evidenza il peggioramento della capacità di riscossione, nei termini di seguito esposti: 3,37% per la competenza, contro il già modesto 5,75% del 2015, nonché il 2,72% per la gestione dei residui, contro il 4,89% del 2015"
 
 

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