Migliora la qualità dell'aria in Sicilia ma le grandi città restano tra i veleni - QdS

Migliora la qualità dell’aria in Sicilia ma le grandi città restano tra i veleni

Rosario Battiato

Migliora la qualità dell’aria in Sicilia ma le grandi città restano tra i veleni

mercoledì 08 Agosto 2018

I risultati del monitoraggio Arpa 2017: superamenti dei valori limite per ossidi di azoto e ozono. Sotto accusa il traffico veicolare, soprattutto i mezzi pesanti e le automobili a gasolio 

PALERMO – Mantenimento generale, miglioramento di alcuni valori e permanenza di criticità per alcune aree dell’Isola. Si riassume in questi termini il bilancio dell’aria siciliana che è stato dettagliatamente esposto nella consueta Relazione annuale sulla qualità dell’aria rilasciata dall’Arpa nelle scorse settimane in relazione al 2017.
 
Le stazioni di monitoraggio, andando nel dettaglio, hanno rilevato una sostanziale continuità nel medio periodo, in rapporto alle rilevazioni che vanno dal 2012 al 2017. Tra le maggiori preoccupazioni restano i superamenti legati ai limiti di legge (d. lgs. 155/2010) per gli ossidi di azoto e per l’ozono.
 
In particolare, per gli ossidi di azoto si è attestato “un trend di riduzione – si legge nella rapporto – delle concentrazioni medie annue su tutto il territorio regionale” anche se “si rilevano, analogamente agli anni precedenti, superamenti del valore limite nelle stazioni da traffico” che si trovano negli agglomerati di Catania, Palermo e nella zona delle aree industriali. Le maggiori responsabilità, come evidenziato dai risultati del monitoraggio che di fatto confermano i dati dell’Inventario delle Emissioni del 2012, arrivano dal traffico veicolare, e, in particolare, dal traffico nelle “strade urbane determinato dai veicoli pesanti maggiori di 3.5 t e dalle automobili a gasolio”.
I pericoli maggiori sembrerebbero comunque arrivare dall’ozono che ha fatto segnalare “il superamento del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana – è riportato nello studio – in 11 su 17 stazioni della rete in cui viene monitorato, con un incremento rispetto al 2016 sia in termini di numero di superamenti che di numero di stazioni interessate dai superamenti”.
 
I superamenti della soglia di informazione, che stabilisce il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana nel caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione, hanno toccato alcune stazioni di Melilli, Siracusa e Trapani, mentre la soglia di allarme, che riguarda il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso, è stata superata nella stazione di Trapani. Per quanto riguarda le politiche di risanamento, i tecnici dell’Arpa avvertono che, poiché l’ozono è un inquinante secondario, devono “necessariamente riguardare la riduzione delle emissioni degli inquinanti precursori ed in particolare degli ossidi di azoto e dei composti organici volatili”.
 
Regione promossa, invece, sul fronte dei numeri che riguardano il Pm10, una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato (le cosiddette polveri sottili), che non hanno fatto registrare superamenti del valore limite, sia come media annua che come numero di superamenti della media su 24 ore. Si confermano “i dati del 2015 e 2016 in termini di distribuzione spaziale sul territorio regionale delle concentrazioni in aria che dipendono fortemente da emissioni naturali, e, per quanto concerne le sorgenti antropiche, dal settore del riscaldamento domestico alimentato a biomasse e dal trasporto veicolare in ambiente urbano”.
 
La Regione siciliana, ricordano dall’Arpa, rientra tra le regioni sottoposte alla procedura di infrazione n. 2015/2043 per i superamenti del valore limite per gli ossidi di azoto (NOx) e alla procedura di infrazione n. 2014/2147 per i superamenti del valore limite per il particolato fine PM10 e per la mancata attuazione di interventi di risanamento della qualità dell’aria.
Alla fine di luglio la giunta regionale ha deliberato il via libera al Piano regionale di tutela della qualità dell’aria, dopo un lunghissimo iter cominciato nel corso del governo Crocetta.

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