Finanza: in settembre Governo alla resa dei conti - QdS

Finanza: in settembre Governo alla resa dei conti

Dario Raffaele

Finanza: in settembre Governo alla resa dei conti

lunedì 20 Agosto 2018

Spread alto, titoli greci preferiti a quelli italiani, capitali esteri in fuga mentre incombe il giudizio delle agenzie di rating, che guardano attentamente alle vicende Ilva e soprattutto Atlantia. Quest'ultima crollata in borsa. Così Tria cerca di tranquillizzare i mercati parlando di una manovra cauta rispetto agli annunci elettorali pentaleghisti

In vista degli "esami" di settembre da parte delle agenzie di rating, il Governo italiano cerca di mettere una pezza a una situazione drammatica: spread alto, titoli greci preferiti a quelli italiani, capitali esteri e le vicende Ilva e Atlantia, quest’ultima crollata in borsa dopo le dichiarazioni del premier Conte sulla revoca della convenzione ad Autostrade per l’Italia.
 
Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria in questi giorni ha cercato di tranquillizzare i mercati sottolineando che il Governo sta approntando una manovra "cauta", potremmo dire depotenziata rispetto ai trionfalistici annunci elettorali di grillini e leghisti.
 
E in effetti la Flat-tax nella proposta di legge depositata giorni fa dalla Lega e sottoscritta dai grillini è diventata, per forza di cose, "mini": la copertura prevista è di "soli" 3,5 miliardi a partire dal 2019.
 
Sui mercati la situazione italiana però non migliora e anche se oggi lo spread è sceso da 280 a 277,6, continua la fuga dei capitali esteri e si vendono più Btp di quanto se ne comprino.
 
La fuga dai bond del nostro Paese, come risulta anche dai dati diffusi da Bankitalia, dopo il rosso di 25 miliardi segnato in maggio, in giugno i Btp hanno registrato una fuoriuscita di capitali esteri di 33 miliardi di euro. Questo perché molti fondi che puntavano su quantità significative di titoli italiani, hanno visto impennarsi il rischio e hanno venduto. E dallo scorso maggio il Tesoro già per tre volte ha dovuto comprare titoli.
 
Il risultato è stato che analisti come quelli di Société Générale hanno cominciato a considerate i titoli di stato emessi dalla Grecia un’alternativa più sicura ai bond italiani.
 
La cosa paradossale è che a preoccupare i mercati è il clima di campagna elettorale permanente che si vive in Italia.
 
Le boutade di Salvini e Di Maio, dai migranti alla "cattiva Europa" alla ricerca di un capro espiatorio per il crollo del Ponte di Genova, spingono in secondo piano il dibattito sui temi economici cruciali per il Paese.
 
Così, se una o due aste di Btp a dieci anni andassero male, pur contando su un nuovo intervento di Bankitalia, sarebbe un pessimo segnale in vista del giudizio settembrino delle agenzie di rating sulla situazione italiana.
 
Moody’s, peraltro, ha già annunciato un giudizio negativo in caso di interventi sulla Fornero e le altre agenzie guardano con attenzione in particolare agli sviluppi delle vicende Ilva e soprattutto Atlantia: per chi investe in Italia un’eventuale forzatura giustizialista delle regole del diritto nei confronti delle "cattive imprese" non sarebbe ovviamente un segnale incoraggiante.
 
Intanto oggi Atlantia, che all’inizio delle contrattazioni non riusciva a fare prezzo in Piazza Affari (cedendo il 9% teorico in asta di pre-apertura), è stata ammessa agli scambi cedendo oltre l’8% a 17,76 euro dopo un prolungamento dell’asta di pre-apertura, in quanto il titolo non riusciva a fare prezzo.
 
La decisione del Governo di proseguire con la revoca della concessione ha penalizzato anche gli altri concessionari autostradali, da Autostrade Meridionali (-5,19%) alle società del Gruppo Gavio: Astm (-2,12%) e Sias (-2,48%).
 
Nonostante tutto questo i pentaleghisti – il vicepremier Luigi Di Maio e il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti – continuano a vagheggiare di complotti del mercato, un po’ per non perdere l’abitudine, un po’ nel tentativo di spingere italiani che si dovessero convincere del "complotto" a comprare con i loro risparmi titoli di Stato.
 
Già nei giorni scorsi il sottosegretario Armando Siri aveva confermato di star lavorando ai Cir, "conti individuali di risparmio che hanno come obiettivo promuovere l’acquisto dei titoli di Stato da parte delle famiglie".
 
A quanto è dato sapere, queste emissioni riprenderebbero in parte il modello del Btp Italia – con aste riservate, due cedole all’anno e indicizzazione all’inflazione – con un’estensione della durata e una rendita superiore a quella di mercato.
 
Basterà tutto questo a contrastare una fuga degli investitori esteri?

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