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Dopo otto lunghi anni, la Grecia volta pagina

redazione

Dopo otto lunghi anni, la Grecia volta pagina

martedì 21 Agosto 2018

Concluso programma assistenza Ue a finanze anche se secondo gli esperti le sfide economiche per il Paese sono lungi dall’essere concluse

ATENE – La Grecia volta pagina dopo otto anni di tagli alla spesa e tre salvataggi internazionali, anche se secondo gli esperti le sfide economiche per il Paese sono lungi dall’essere concluse. “La conclusione del programma di sostegno alla stabilità segna un momento importante per la Grecia e l’Europa”, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, salutando “un nuovo capitolo” nella “storia del paese” del paese.
 
L’Unione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale hanno erogato prestiti alla Grecia indebitata per un totale di 289 miliardi di euro in tre programmi successivi nel 2010, nel 2012 e nel 2015.
Le riforme economiche richieste dai creditori come contropartita hanno messo il Paese in ginocchio, con un quarto del suo prodotto interno lordo (PIL) che si è evaporato in otto anni e la disoccupazione che ha raggiunto il 27%.
 
Ma ora la Grecia è tornata alla crescita, il suo ampio deficit pubblico è stato trasformato in un solido avanzo di bilancio – al lordo degli interessi pagati sul debito – mentre il tasso di disoccupazione è sceso al di sotto del 20%. “Per la prima volta dall’inizio del 2010 la Grecia può cavarsela da sola”, ha aggiunto Mario Centeno, che presiede l’Eurogruppo, l’organo composto dai ministri delle finanze dell’eurozona e che ha monitorato le operazioni di salvataggio. “Ciò è stato possibile grazie allo straordinario sforzo del popolo greco, alla buona cooperazione con l’attuale governo greco e al sostegno dei partner europei attraverso prestiti e sgravi del debito. Ci è voluto molto più tempo del previsto ma credo che ci siamo”, ha detto Centeno.
 
Atene stima che il suo fabbisogno finanziario sia coperto fino alla fine del 2022, aprendo la possibilità di pianificare il futuro. Il primo ministro Tsipras ha dichiarato a giugno dopo l’accordo dei ministri dell’Eurozona che ha messo fine al programma di salvataggio che la Grecia potrebbe iniziare a concentrarsi su uno “stato sociale”.
“Ora abbiamo l’opportunità di procedere misure di sostegno mirate, di procedere alla riduzione delle tasse nel 2019 e di sostenere lo stato sociale e il welfare”, ha affermato.
 
I conti per ora sembrano dare ragione al Governo. Nel 2016 e nel 2017 il Paese potrebbe aver conseguito avanzi di bilancio escludendo i pagamenti sul debito, di circa il 4% nel 2016 e 2017, ma le sue mani restano legate per quanto riguiarda la spesa per lo stato sociale. La Grecia ha già legiferato per nuove riforme per il 2019 e il 2020 e rimarrà sotto la supervisione internazionale per diversi anni.
 
Ad ogni modo gli indicatori economici in miglioramento non si stanno ancora traducendo in miglioramenti tangibili nella vita quotidiana dei greci. “Il salvataggio è finito i ceppi e lo strangolamento sono ancora “, ha scritto domenica il quotidiano Vima.
L’economista accademico Nikos Vettas ritiene che sia “imperativo” generare “una crescita molto forte” nei prossimi anni.
Altrimenti, “le famiglie che si trovano in una posizione molto debole a causa dei 10 anni di recessione cumulativa continueranno a soffrire”.
 
La Grecia, comunque, ha guadagnato una certa credibilità nella comunità internazionale. “Gli impegni assunti dalla Grecia per il futuro sono chiari, non ho dubbi sul fatto che saranno rispettati”, ha detto ieri il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ai media greci, insistendo sul fatto che il piano di salvataggio è stato un “grande successo”.

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