Migranti: Catania, Diciotti ormeggiata al molo di Levante - QdS

Migranti: Catania, Diciotti ormeggiata al molo di Levante

Antonio Leo

Migranti: Catania, Diciotti ormeggiata al molo di Levante

martedì 21 Agosto 2018

Porto sicuro con "scalo tecnico" in attesa della ripartizione dei 177 passeggeri nei Paesi Ue. Migranti "in permanenza forzata" sulla nave. Tutti invocano un più deciso intervento del presidente Mattarella. Save the Children e Unhcr, "A bordo persone stremate che hanno subito abusi e torture". Sedici associazioni catanesi contro Salvini, protesta pacifica nel porto. Sciopero della fame del radicale Boni

Nel tardo pomeriggio una portavoce della Commissione Ue per la Migrazione ha riferito: "i contatti con gli Stati membri sono ancora in corso, siamo al lavoro per trovare una soluzione al più presto".
  
I 177 migranti a bordo della Diciotti si apprestano dunque a trascorrere un’altra notte sulla nave, pur se ormeggiati, da ieri poco prima della mezzanotte al molo di Levante del Porto di Catania.
 
Ma in loro favore si sta mobilitando un mondo che sembrava sfaldato, quello che ha sempre difeso i diritti umani.
 
Dalla mezzanotte di oggi, Igor Boni, della Direzione nazionale di Radicali Italiani  è in sciopero totale della fame ad oltranza, "fino al ripristino della legalità, del diritto internazionale e dei diritti umani per i migranti e i militari sequestrati dal Governo italiano".
 
L’azione nonviolenta ha anche l’obiettivo di chiedere al Presidente Mattarella, Capo delle Forze Armate, di intervenire.
 
"Siamo ormai un Paese – ha detto Boni – che non ha vergogna di macchiarsi di crimini contro chi fugge dalle guerre e dalla fame e siamo in una continua e palese violazione dei diritti, che ormai calpestiamo ogni giorno con maggiore veemenza e arroganza".
 
A quanto si è appreso stamattina, a bordo della Diciotti ci sarebbero diversi minorenni e ventotto di questi, secondo Save the Children, sarebbero non accompagnati. In un tweet la portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami ha rivelato che le persone a bordo della Diciotti "non sono criminali e hanno subito abusi, torture, sono vittime di tratta e traffico di esseri umani. Hanno bisogno urgente di ricevere assistenza e diritto a chiedere asilo".
 

 "Sulla Diciotti – ha aggiunto la portavoce di Save the Children Giovanna Di Benedetto – ci sono minori, ci sono donne, ci sono persone che sono state per un periodo molto lungo, anche un anno e mezzo, nei centri di detenzione in Libia, come hanno riferito i migranti già sbarcati a Lampedusa, quindi è inammissibile negare per un periodo così lungo a queste persone e ai minori un approdo ed un porto sicuro dove ricevere finalmente assistenza".
 
"Noi chiediamo al governo – ha concluso la Di Benedetto – di trovare immediatamente una soluzione che metta in primo piano la protezione delle persone ed il rispetto dei loro diritti".
 
Ma a nessuno è stato concesso sbarcare.
 
Lo faranno, ha ribadito il ministro dell’Interno Salvini, solo quando l’Unione europea metterà a punto un piano di ripartizione dei migranti.
 
Salvini è riuscito a rispondere soltanto che sull’accoglienza dei migranti l’Unione Europea non rispetta i patti, spiegando che dei 450 immigrati sbarcati a luglio a Pozzallo "solo la Francia ha mantenuto l’impegno, accogliendone 47 sui 50 promessi. Gli altri Paesi – Germania, Portogallo, Spagna, Irlanda e Malta – ne hanno accolti zero".
 
Il ministro ha invitato inoltre l’Europa a indagare su La Valletta che, secondo i racconti dei migranti, li accompagna verso l’Italia e poi "li abbandona in condizioni di pericolo".
 
Contro la politica pentaleghista si sono schierate sedici associazioni catanesi che hanno denunciato la "inaccettabile scelta del Governo italiano, e in particolare del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano delle 171 persone stremate e in precarie condizioni di salute".
 
"Nessun obiettivo politico del Governo – si legge nel documento sottoscritto dalle associazioni – può giustificare l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze ma numeri da distribuire o respingere. Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto e che le autorità lascino sbarcare le 171 persone dalla nave Diciotti. Nessuna donna e nessun uomo è illegale. Restiamo umani".
 
Il documento è firmato da sedici associazioni: Lila, Femministorie, I Siciliani giovani, Orione, Welcome to Europe, Cope, Restiamo Umani, Rete Antirazzista catanese, Cobas, Catania Bene Comune, Comitato No Muos-No Sigonella, la città felice, Ragna-tela, Sunia Catania, Emergency gruppo territoriale di Catania.
 
"Stop the attack on refugees" (Fermiamo gli attacchi ai rifugiati) è il testo dello striscione esposto nel Porto di Catania dalle associazioni nel corso della loro pacifica protesta.
 
Sul fronte diplomatico, ieri sera il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi aveva chiesto all’Europa di risolvere il problema suddividendo i migranti tra i Paesi "volenterosi" e Tove Ernst, portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, aveva risposto a tarda sera che si sta lavorando "per trovare una soluzione, la più rapida possibile: siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri".
 
Così, a mezzanotte, sul molo di levante di Catania non era presente il personale delle associazioni di volontari proprio perché era stato già deciso che i migranti avrebbero trascorso la notte sul pattugliatore d’altura della Guardia costiera italiana.
 
Secondo quanto si è appreso, infatti, il porto di Catania è stato indicato come porto sicuro, ma anche come "scalo tecnico", quindi senza sbarco, in attesa delle decisioni dell’Unione europea.
 
Il fatto che lo Stato italiano mantenenga chiuse queste persone all’interno di una propria nave, però, confermerebbe l’ipotesi sullo "status" dei profughi formulata da Mauro Palma, Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà.
 
Della situazione Palma ha informato le "Alte cariche dello Stato", sostenendo che i migranti sono "in permanenza forzata" sulla Diciotti e sottolineando gli aspetti "di rilevanza umanitaria" di questi episodi in cui i migranti vengono mantenuti a forza sulle navi per giorni e giorni.
 
E cresce il numero di persone, da Claudio Fava a Pietro Bertolo, dall’ex sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini all’attuale primo cittadino Salvatore Martello, che chiede al presidente della Repubblica Sergio Mattarella un intervento più deciso di quello che, si intuisce, ieri ha fatto muovere qualcosa in questa intricata vicenda.
 
"Siamo di fronte all’ennesima situazione di stallo, dove a pagare sono sempre i più vulnerabili, soprattutto i bambini, e che viola qualsiasi convenzione sui diritti umani", ha denunciato Ida Di Benedetto, portavoce di Save The Children.
 
Di certo il governo pentaleghista non ha dato prova di saldezza quando ieri, a pochi minuti dal tweet del ministro dei Trasporti, il grillino Danilo Toninelli, che annunciava l’attracco a Catania, è arrivata la dura replica del ministro dell’Interno, il leghista Salvini, che si diceva pronto a rimandare i migranti "nei porti di partenza".
 
In serata fonti dei Trasporti hanno precisato che non c’è stato alcuno "scontro" e che i due ministri "condividono l’approccio complessivo sull’emergenza immigrazione".
 
Intanto nella mattinata di ieri la Procura della Repubblica di Agrigento aveva aperto un’inchiesta e inviato a bordo della Diciotti degli investigatori per identificare eventuali scafisti e accertare le condizioni dei 177 immigrati a bordo della motonave Diciotti.
 
Alla Polizia alcuni dei profughi fatti sbarcare a Lampedusa per problemi di salute, avrebbero dichiarato di essere stati "abbandonati" da una nave maltese che inizialmente li avevano soccorsi.
 
"Sarebbe la prova – ha commentato Salvini – che troppi Paesi fanno i furbi a danno dell’Italia".
 
 

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