Viadotto Polcevera: tre soluzioni - QdS

Viadotto Polcevera: tre soluzioni

Carlo Alberto Tregua

Viadotto Polcevera: tre soluzioni

martedì 28 Agosto 2018

Controllo e responsabilità

Se un mio giornalista scrive articoli contrari alle norme del Codice penale, riceve una querela che graziosamente viene estesa anche al direttore responsabile oggettivamente.
Nessun direttore di quotidiano è in grado di controllare ogni giorno le migliaia di notizie pubblicate e tuttavia risponde per l’operato dei suoi collaboratori.
Berlusconi fu condannato anche per l’assioma del capo della Procura, Borrelli, e dei suoi sostituti “non poteva non sapere”. Cioè, anche in quel caso si è trattata di una responsabilità oggettiva.
Non si capisce perché i ministri e i direttori generali dei ministeri non debbano rispondere parimenti della responsabilità oggettiva.
Si dirà che la politica non provvede all’amministrazione, demandata alla Burocrazia. Però, l’indirizzo politico deve prevedere tutte le forme di controllo per tutelare le istituzioni di tutti i livelli. Mentre i direttori generali e i loro dipendenti gerarchici hanno una responsabilità oggettiva nel non esercitare, o non aver esercitato, i necessari controlli, affiché coloro, cui sono affidati i servizi pubblici, eseguano puntualmente le attività.
 
Da Di Pietro a Toninelli, i ministri hanno firmato le concessioni ad Autostrade. Nel corpo delle stesse sono indicati tutti i controlli che andavano effettuati. Ma che nel caso in esame non sono stati fatti ovvero i risultati sono stati ampiamente sottovalutati. Vi sono, per conseguenza, responsabilità oggettive.
Tali responsabilità daranno luogo a processi penali e civili. Nel primo caso i magistrati dovranno appurare, al di là di ogni ragionevole dubbio, le responsabilità penali che sono personali di coloro che non hanno osservato la legge. Verosimilmente, i processi dureranno almeno un decennio anche se nella fase delle indagini vi sarà il maggior clamore, perché verranno colpite probabilmente personalità in base ad un quadro indiziario e non probatorio.
Poi vi saranno i processi civili, promossi dai parenti delle vittime per ottenere il risarcimento da parte di Autostrade. Anche in questo caso, i processi dureranno un decennio circa per essere espletati nei tre gradi di giudizio, salvo ulteriore ricorso alla Cedu (Corte europea dei Diritti dell’Uomo).
 
I risarcimenti che i magistrati detemineranno in via definitiva dovranno essere corrisposti da Autostrade ai parenti delle vittime, a meno che non intervengano transazioni, possibili e probabili, che rendano inutili tali processi civili.
Poi vi è il terzo filone e cioè le azioni che devono essere messe in atto da Autostrade per ristabilire la viabilità interrotta. La stessa Società si è impegnata in tal senso, intendendo riaprire l’autostrada in un tempo massimo di otto mesi, non importa quale sarà la spesa.
In questo quadro si inserisce male la questione della revoca o della caducazione della concessione perché sposta i termini della questione dai tre percorsi prospettati ad una situazione magmatica che non offre soluzioni concrete quali quelle prospettate.
Peraltro, la questione di fondo, concessioni o nazionalizzazione dei servizi pubblici, è di antica data. Le esperienze del passato ci dicono con chiarezza che quando banche, trasporti, strade ed altri servizi erano nazionalizzati , la spesa era maggiore e non funzionava niente.
 
Lo Stato è arbitro tra i cittadini ed ha funzione regolatrice e di severo controllore, cioè verifica (o dovrebbe verificare) che le regole vengano osservate da tutti, nei tempi previsti, applicando le sanzioni quando ciò non avviene.
Ovviamente il Legislatore ha il compito di formulare norme semplici, comprensibili e di applicazione indubbia. Purtroppo così non accade, perché i nostri legislatori sono incompetenti, e approvano leggi volutamente tortuose e piene di buchi e finestre, in modo che i soliti furbi possano entrare e uscire a piacimento, pur nel rispetto formale.
In questo colabrodo, pasce e cresce la burocrazia che ne approfitta per non fare il proprio dovere senza subire sanzioni, proprio per la incertezza dell’interpretazione delle norme. Fatica maggiore fanno i magistrati nell’applicare le leggi, spesso contraddittorie, che portano a sentenze magari di senso opposto.
Tre sono,dunque, le soluzioni prospettate: processi, risarcimenti civili e ricostruzione del Ponte. I governanti avranno il buon senso di utilizzarle? Non sappiamo, ma crediamo che preferiscano il bailamme.

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