Sicilia, terra bruciata senza la spesa del Psr - QdS

Sicilia, terra bruciata senza la spesa del Psr

Chiara Borzi

Sicilia, terra bruciata senza la spesa del Psr

martedì 28 Agosto 2018

Meteo impazzito, fitopatie, crisi generalizzata, ma soprattuto lo stallo delle erogazioni legate ai bandi del Piano di sviluppo rurale 2014-20: 441 mln € su 2,2 mld disponibili. Confagricoltura boccia l’Isola: zero Spighe verdi, riconoscimento di qualità per i comuni rurali

PALERMO – Nuova “calda” estate per gli agricoltori siciliani. Meteo impazzito, fitopatie, crisi generalizzata ma soprattutto i ritardi relativi all’accesso ai fondi del Psr 2014-2020 lasciano poco spazio all’ottimismo.
 
I ritardi strutturali che riguardano la pubblicazione e l’utilizzo di misure e sottomisure sono sommariamente gli stessi evidenziati dal QdS appena due mesi fa e ciò a dispetto delle rassicurazioni giunte a giugno dall’Assessorato regionale all’Agricoltura.
 
 
Effettivamente alcune buone notizie sono arrivate per gli imprenditori agricoli dell’isola. Ad agosto sono state pubblicate le graduatorie provvisorie della misura 6.1 “Aiuto all’avviamento d’impresa per giovani agricoltori”, misura che destina 235 milioni di euro alla nascita di nuove imprenditorie under. Sono stati sbloccati di conseguenza altri 40 milioni di euro per la sottomisure 4.1 (sostegno a investimenti nelle aziende agricole) e 25 milioni per la sottomisura 6.4A (creazione e sviluppo di avvita extra-agricole). È stato pubblicando anche il bando a sostegno della riconversione dei terreni affetti da CTV (sottomisura 5.2), già annunciato dall’assessore Bandiera agli inizi del periodo estivo, e quindi potrà essere inoltrata domanda (termini aperti dal 10 agosto) per ottenere una fetta dei 7,5 milioni di euro disponibili. Le risorse sono così ripartite: 7 milioni destinati alle avversità di natura biotica e mezzo milione per quelle abiotiche. Il contributo è pari al 100% a fondo perduto delle spese sostenute”.
 
Rimangono ancora sul tavolo due misure importanti come la numero 10 “Pagamenti agroclimatico-ambientali” e la numero 11 “Agricoltura Biologica” (dotazione finanziaria iniziale di 417 milioni), di cui non si hanno notizie complice il periodo estivo. A giugno dall’assessorato hanno fatto sapere che i bandi emanati al 30 aprile 2018 sono stati 46, per un totale di 1.221.183.262, 99 euro messi a disposizione e che entro l’ anno saranno esitati ulteriori 18 bandi. La spesa pubblica raggiunta dalla Sicilia ad oggi è di € 441.825.166,9, un dato ancora impossibile da ritoccare in positivo.
 
Altre somme sono state sbloccate nel mese di agosto, esattamente 29 milioni previsti dalla misura 16.1 “sostegno per la costituzione e la gestione di gruppi operativi del pei in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”, di cui 25 milioni destinati a idee progettuali sostenibili che riguardino lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi o tecnologie, ma anche la cooperazione delle filiere, progetti per l’energia rinnovabile, la gestione delle foreste.
 
Il bando – come spiegato nel Psr – ha appunto l’obiettivo di favorire la costituzione dei gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione (Pei) che lavorino sui progetti innovativi e coerenti con i fabbisogni del territorio, per collaudare e applicare pratiche, processi, servizi, tecnologie e metodi gestionali nuovi, anche dal punto di vista dell’adattamento a un nuovo contesto ambientale o geografico. è stabilito che verranno finanziati progetti fino a un importo massimo di 150 mila euro. Le domande di partecipazione potranno essere caricate sul portale Sian di Agea dal 20 settembre 2018 al 22 gennaio 2019. Per partecipare sarà necessario costituirsi in Gruppi operativi formati da almeno due soggetti interessati, come aziende agricole, ricercatori, organismi di ricerca che lavorino nel settore agricolo, alimentare e forestale.
 
Ed ancora è stato pubblicato un altro bando che punta ad aumentare, invece, l’attrattività delle aree rurali attraverso il recupero, la tutela e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e storico culturale del mondo rurale. Si tratta della sottomisura 7.6 “Sostegno per studi/investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico”, quest’ultima prevede uno stanziamento di quattro milioni di euro, con una spesa massima ammessa per ogni domanda pari a 420 mila euro. Al bando potranno partecipare enti locali e pubblici, le ong, le organizzazioni operanti nei settori ambientali, paesaggistico e turistico. Le domande di partecipazione potranno essere caricate sul portale Sian dell’Agea a partire dal 10 settembre 2018, fino al 24 gennaio 2019.
 

 
Avviamento d’impresa per i giovani agricoltori, pubblicata la graduatoria
 
PALERMO – La macchina burocratica ha ben lavorato quest’estate garantendo la pubblicazione della graduatoria (sebbene provvisoria) della misura 6.1 a favore dell’avviamento d’impresa per i giovani agricoltori e la misura 16.1 (Pei) sottomisura 7.6 (valorizzazione patrimonio rurale) e del Psr 2014-2020, dunque non potevano mancare le dichiarazioni favorevoli del presidente regionale Nello Musumeci e l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera.
 
“In un mercato sempre più esigente e globalizzato – ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – l’impresa agricola regge e si fa spazio solo se si rende competitiva. Il che significa innovarsi e stare al passo con i tempi. Per questo il governo regionale offre una ulteriore opportunità agli agricoltori siciliani”.
 
“Abbiamo deciso – ha detto l’assessore per l’Agricoltura Edy Bandiera – di dare impulso a una misura strategica come quella destinata al trasferimento di innovazione di prodotto e di processo mediante la costituzione di partenariati pubblico/privati con l’obiettivo di rendere sempre più competitiva, attraverso la promozione della ricerca, l’impresa agricola siciliana”. Bandiera ha evidenziato inoltre come “Negli ultimi decenni il patrimonio rurale è stato interessato da un lento e progressivo degrado, che ne sta compromettendo le originarie caratteristiche qualitative. Il suo pieno recupero può oggi rappresentare una risorsa fondamentale capace di apportare un notevole miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali e dell’attrattività di queste ultime nei confronti delle popolazioni residenti, dei visitatori, dei turisti e degli imprenditori che intendono investirvi risorse”.
 

 
“Spighe verdi” 2018, la Sicilia è assente
 
ROMA – Come per le località marine, insignite dalle Bandiere blu per la bellezza e la qualità di spiagge e mari, così per i comuni rurali Confagricoltura ha creato le “Spighe Verdi”, riconoscimento di qualità per le città in cui tutte le sfaccettature del verde portano all’esaltazione del territorio.
 
Come spiega la stessa confederazione degli agricoltori, “Spighe Verdi” è un efficace strumento di valorizzazione del nostro patrimonio rurale, ricco di risorse naturali e culturali, anche in un’ottica di occupazione. Affinché il programma raggiunga il massimo del risultato, sono necessari due elementi essenziali: la volontà dell’Amministrazione comunale d’iniziare un percorso di miglioramento e la partecipazione della comunità e delle imprese, in particolar modo quelle agricole, alla sua realizzazione.
 
Una regione verde, con tanto ottimo territorio da valorizzare come la Sicilia, non ha ricevuto “Spighe Verdi” nel 2018 e il fatto può rappresentare un campanello d’allarme. Sono 16 le sezioni prese in considerazione nei questionari la cui compilazione permette di essere candidati al riconoscimento, tra questi: agricoltura, protezione della biodiversità, tutela del suolo, conservazione del paesaggio, qualità dell’acqua, qualità dell’aria, conservazione e valorizzazione del paesaggio.
 
Quest’anno le regioni che hanno ricevuto una o più spighe verdi sono state 12, una in più rispetto il 2017. Le tre Regioni con il maggior numero di riconoscimenti sono Marche, Toscana e Campania: la prima con 6 località (Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano e Numana), la seconda con 5 (Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona) ex aequo con la Campania (Agropoli, Positano, Pisciotta, Massa Lubrense e Ascea). Seguono, con tre località la Puglia e il Veneto. Vantano due località il Lazio e l’Abruzzo, mentre vi è un Comune rurale per ognuna delle restanti Regioni: Piemonte, Liguria e Umbria.

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