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Catania – Sulla prevenzione antisismica troppe le “distrazioni” in città

Rosario Battiato

Catania – Sulla prevenzione antisismica troppe le “distrazioni” in città

giovedì 28 Gennaio 2010

Individuare aree libere per la raccolta e il primo ricovero degli abitanti in caso di calamità. Intervengono le associazioni e i consiglieri provinciali Tomarchio e Mingrino (Ci)

CATANIA – Nessuna tregua sul fronte sisma nella provincia di Catania. Le responsabilità politiche, più volte evidenziate da questo giornale nella gestione della prevenzione del rischio, soprattutto in un’area particolarmente sismica come la Sicilia Orientale, continuano a essere chiamate in causa per la loro bassa capacità di reagire agli stimoli che provengono da studi di svariato genere. L’ultimo appello in ordine di tempo giunge direttamente da due esponenti politici provinciali che chiamano in causa Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia di Catania, e Raffaele Stancanelli, sindaco del capoluogo  etneo. Infatti secondo quanto dichiarato da Antonio Tomarchio, consigliere provinciale dei comunisti italiani, e Massimo Mingrino, responsabile politiche comunali dei comunisti italiani, i due massimi referenti della politica provinciale catanese “non avrebbero dato seguito alla nota del dipartimento della Protezione civile siciliana che conteneva  raccomandazioni e indicazioni a tutela della pubblica incolumità”. Una gravissima mancanza”, secondo i due esponenti comunisti. L’azione dei due esponenti fa in particolare riferimento ad una precisa zona del comune catanese.
“I Comunisti italiani – si legge in una nota congiunta – diffidano  Stancanelli e Castiglione a adottare le precauzioni e gli accorgimenti dettati dalla Protezione civile regionale e, quanto al capoluogo, a bloccare i progetti edilizi per corso dei Martiri e per il Lungomare di piazza Europa. Ove ciò non accadesse e si verificasse invece malauguratamente un importante evento sismico sarebbe veramente problematico, anche per la magistratura catanese, scindere omissioni e responsabilità penalmente rilevanti”.
L’appello dei due esponenti comunisti fa seguito ad una lettera aperta che a fine ottobre scorso associazioni della città, tra cui Città Insieme, Italia Nostra, Lipu, Wwf Catania, Arcigay Catania, Centro Sociale “De Felice Giuffrida”, Città Felice, Comitato Porto del Sole, Centro Unesco Catania “M. Elisa Brischetto”, Gapa, Associazione giornalistica “Lavori in Corso”, Legambiente, Rifiuti Zero Catania, avevano indirizzato al sindaco di Catania e ai consiglieri del Comune etneo.
Le perplessità delle associazioni sembrano proprio ruotare attorno alla questione della prevenzione visto che “in una città ad alto rischio sismico come Catania – si legge nella lettera – appare assolutamente incomprensibile la mancata previsione di aree di raccolta degli abitanti in caso di sisma,  che non sembrano nemmeno contemplate nell’accordo, probabilmente perché non c’erano ancora nel Piano del ‘73. L’esigenza di una reale prevenzione sismica va sicuramente messa in primo piano: devono quindi essere individuate aree libere di dimensioni adeguate alla raccolta e al primo ricovero, in caso di allarme, degli abitanti del circostante centro storico. Queste aree infatti non potranno certamente essere localizzate al di sopra dei solai di copertura di parcheggi, né di altre costruzioni interrate”.

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