Fuoco incrociato su Gianfranco Miccichè, il doppio incarico nel mirino - QdS

Fuoco incrociato su Gianfranco Miccichè, il doppio incarico nel mirino

Raffaella Pessina

Fuoco incrociato su Gianfranco Miccichè, il doppio incarico nel mirino

mercoledì 29 Agosto 2018

Presidente Ars ed eurodeputato: Movimento 5 stelle all’attacco. Già annunciata l’intenzione di optare per il Parlamento siciliano

PALERMO – Scontro aperto tra il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché (Forza Italia) e il Movimento 5 stelle. Dopo la polemica scoppiata giorni fa in occasione della vicenda dei migranti a bordo della nave Diciotti, la frattura sembra non volersi sanare. Miccichè aveva rivolto dure parole, con tanto di insulti, contro il ministro della Lega Matteo Salvini e il suo comportamento ha provocato reazioni da parte dei politici siciliani. Tra essi Vincenzo Figuccia, deputato all’Ars e leader del Movimento Cambiamo la Sicilia, che ieri ha sollevato la questione della doppia carica di Miccichè, regionale ed europea.
 
“Miccichė – ha detto – si dimetta da una delle cariche di coordinatore regionale di FI in Sicilia o da Presidente del Consiglio regionale e ancora, da quella di eurodeputato, carica nella quale è subentrato dopo l’elezione di Salvo Pogliese a sindaco di Catania, dal momento che questi beneficia di circa 3.000 euro erogati agli europarlamentari per viaggi a Bruxelles”.
 
“Con le sue dichiarazioni – ha aggiunto – mette in imbarazzo la maggioranza regionale nei rapporti con il Governo nazionale, minando costantemente le interlocuzioni che servono al Governo regionale per portare avanti con successo le tematiche legate allo sviluppo della Sicilia. Andare contro la linea nazionale incrina gli spazi, i risultati e le possibilità che la nostra regione può trarre da rapporti pacifici e normali”.
 
“Non credo – ha concluso Figuccia – di essere stato il solo ad accorgersene. Persino il suo leader nazionale, Silvio Berlusconi, ha espresso solidarietà a Salvini e ha preso, di fatto, le distanze dalle affermazioni di Micciché”.
 
Anche Giancarlo Cancelleri, vice presidente dell’Ars e componente del gruppo 5 stelle a Palazzo dei Normanni ha chiesto a Micciché di dimettersi da una delle cariche. Dal 19 luglio scorso, infatti, l’esponente di Forza Italia ha uno scranno anche all’Europarlamento, effetto delle dimissioni di Salvo Pogliese, neo sindaco di Catania. Il 20 agosto avrebbe dovuto comunicare a Bruxelles il doppio incarico e quindi formalizzare la sua opzione. Al suo posto salirebbe Innocenzo Leontini. Ma la più alta carica di Palazzo dei Normanni non ha ancora fatto comunicazioni ufficiali sulla scelta. In ogni caso, non potrà percepire due stipendi perché vige il divieto di cumulo, e quindi non riceverà una indennità aggiuntiva. Gli spettano, però, circa 3 mila euro al mese per spese di segreteria. In ogni caso, lo stesso Micciché ha fatto sapere che opterà per l’Ars e formalizzerà di persona il giorno della prima seduta plenaria utile a Strasburgo.
 
Una presa di posizione che però non ha placato i pentastellati, come dimostrano le parole di Ignazio Corrao, deputato nazionale M5s: “La doppia poltrona venuta fuori grazie alla solerzia di due giornalisti siciliani – ha detto – è l’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini. Una vergogna targata Forza Italia per la quale chiediamo il parere del presidente Tajiani, sempre pronto a giudicare tutto e tutti. Cosa dice Tajani adesso? Prova imbarazzo o no?”.
 
“Quello che fa ancora più specie – ha aggiunto Corrao – è che Micciché avrebbe continuato a far finta di niente, giocando anche sul nome di Giovanni, certamente meno riconoscibile rispetto a quello di Gianfranco e pure in barba agli stessi regolamenti di quell’Assemblea regionale di cui lui stesso si definisce garante. Un’Assemblea che peraltro lavora pochissimo, grazie anche alla sua gestione. Cosa ancor più grave è la spocchia con la quale l’onorevole Micciché continua a parlare di indennità e soldi, pensando di fare uno smacco al Movimento 5 stelle o ai suoi compagni di partito”.
 
“Lo smacco – ha concluso – lo sta facendo soprattutto ai siciliani, mostrando loro tutto il suo attaccamento alle poltrone e alle indennità, facendo carta straccia dei regolamenti dell’Ars e della gestione dell’Aula”.

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