Gastroenterologia e appropriatezza delle cure: tutelare i pazienti e ridurre i tempi dei ricoveri - QdS

Gastroenterologia e appropriatezza delle cure: tutelare i pazienti e ridurre i tempi dei ricoveri

redazione

Gastroenterologia e appropriatezza delle cure: tutelare i pazienti e ridurre i tempi dei ricoveri

mercoledì 29 Agosto 2018

L’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ha avviato un dialogo produttivo con il ministero della Salute

in collaborazione con ITALPRESS
 
ROMA – Il ministero della Salute ha raccolto l’appello dell’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri (Aigo) contro la decisione della Regione Abruzzo di eliminare gli unici posti letto dedicati alle malattie dell’apparato digerente presenti nel suo territorio, trasformando l’Unità operativa complessa (Uoc) di gastroenterologia dell’Ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto (Chieti) in Unità operativa semplice dipartimentale (Uosd). Secondo l’associazione, il declassamento di questi reparti e la conseguente riduzione dei posti letto per la gastroenterologia rappresenta una tendenza in atto in tutto il territorio nazionale, che metterebbe a rischio la salute dei cittadini: una ricerca, sviluppata dall’Associazione e dal ministero della Salute su oltre 4.800.000 casi di pazienti ricoverati in ospedali italiani, evidenzia infatti come in altri reparti, al di fuori delle gastroenterologie, la mortalità per malattie dell’apparato digerente raddoppi, salendo dal 2,2% a una media del 4,1%. Anche in Liguria, proprio in questi giorni è stata decisa la trasformazione dell’Unità complessa di gastroenterologia dell’ospedale di Sanremo in unità semplice.
 
 
“La nostra associazione – ha sottolineato Giuseppe Milazzo, presidente dell’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri – è molto soddisfatta per la risposta arrivata dal ministero di mantenere i posti letto dell’Ospedale di Vasto, perché si tratta di una decisione che tutela la salute dei cittadini, un obiettivo che da sempre perseguiamo. Per questa ragione già in passato ci eravamo impegnati contro simili risoluzioni di declassamento di unità di gastroenterologia a Cuneo e a Grosseto, che in entrambi i casi non erano stati poi portati a compimento dalle autorità regionali. Queste iniziative, che apparentemente sembrano consentire una riduzione della spesa sanitaria pubblica, implicano in realtà un suo aggravio, causato dall’inappropriatezza delle cure e dalla conseguente maggiore durata dei ricoveri: in reparti diversi dalle gastroenterologie, infatti, i ricoveri per malattie dell’apparato digerente sono in media più lunghi di due giorni”.
 
L’Unità operativa complessa di gastroenterologia di Vasto è sempre stata caratterizzata da grandi volumi di attività, tanto che nel 2016 era stata riconfermata e anzi era stato deliberato un aumento dei suoi posti letto. L’Unità, infatti, ha effettuato negli ultimi venti anni 7.000 ricoveri ordinari, 2.500 ricoveri in day hospital e 150.000 prestazioni specialistiche. È inoltre un riferimento sul territorio per l’endoscopia digestive, per l’epatologia, le malattie infiammatorie corniche dell’intestino, la celiachia e la fisiopatologia digestiva.
 
Secondo i dati di un censimento effettuato da Aigo nel Paese, sono oggi operativi 1.425 gastroenterologi ed endoscopisti e presenti un totale di 2.062 posti letto, per una media di 3,4 letti in gastroenterologia ogni 100.000 abitanti. Quest’ultimo dato è, tuttavia, ancora insufficiente.
 
Inoltre, nelle diverse regioni la situazione è profondamente disomogenea, presentando anche aree del Paese dove il numero di letti per la gastroenterologia è anche molto al di sotto di tale soglia, come accade in Friuli Venezia Giulia (0,7), in Abruzzo (1,3) e in Sicilia (1,2).

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