Amianto, oltre 20 mila segnalazioni ma i Comuni restano in silenzio - QdS

Amianto, oltre 20 mila segnalazioni ma i Comuni restano in silenzio

Rosario Battiato

Amianto, oltre 20 mila segnalazioni ma i Comuni restano in silenzio

venerdì 07 Settembre 2018

Solo 20 amministrazioni hanno completato i Piani per la mappatura e la bonifica del territorio. A Brancaccio esposto uno striscione per richiamare addirittura l’attenzione di Papa Francesco

PALERMO – Ben 141 pagine, oltre 21 mila caselle occupate. È questo l’elenco, aggiornato al giugno scorso, delle segnalazioni di amianto presenti in Sicilia, con tanto di tipologia di materiale, peso, e dettagli sull’estensione del sito, sulla superficie e sulla presenza o meno di un programma di manutenzione e controllo. Numeri preoccupanti che non trovano adeguata risposta nell’azione delle amministrazioni locali.
 
Non superano le venti unità i comuni che, sul sito del dipartimento regionale di Protezione civile, risultano con piani comunali amianto che possono essere definiti come “completi”. Il dato si ricava dalla mappa rilasciata sul portale informativo Amianto della Regione siciliana che ne vede un’altra cinquantina con uno strumento “parzialmente completo”. Questo blocco, che comprende i “promossi” e i “promossi con riserva”, comunque non supera il 20% del totale dei comuni siciliani. Ce ne sono altri quaranta con piano “incompleto” mentre il resto dell’Isola, quindi la stragrande maggioranza dei comuni, è contraddistinto dall’assenza dello strumento.
 
Eppure i piani sono essenziali nel processo di mappatura e bonifica del territorio. Lo dicono anche le linee guida elaborate dall’Arpa e dal dipartimento di Protezione civile regionale, che derivano da quanto previsto all’articolo 4 l.r.10 del 29 aprile 2014 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto” che fornisce, più in generale, indicazioni per l’adozione, sul territorio regionale, di misure volte alla prevenzione ed al risanamento ambientale rispetto all’inquinamento da fibre di amianto, prevedendo un coordinamento tra la procedure di competenza dei rami dell’Amministrazione regionale, dell’Arp, delle Asp e degli Enti locali.
In particolare, è proprio la norma regionale, comunque non pienamente applicata, che fissa il ruolo dei Comuni come “fondamentale per la tutela della salute dei cittadini dai rischi connessi con l’esposizione all’amianto, mediante il censimento, su base locale, dei siti o edifici in cui lo stesso è presente e la sua progressiva rimozione”.
 
 
Il primo obiettivo del piano, si legge nelle linee guida, è “quello di pervenire in tempi brevi al censimento di tutti i siti, edifici, impianti, mezzi di trasporto, manufatti e materiali contenenti amianto”, un’operazione necessaria per ‘fotografare’ la situazione e “prevenire smaltimenti illeciti con conseguenti abbandoni di rifiuti contenenti amianto che possono diventare, a causa delle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici, fonte di diffusione di fibre”. Passaggi che continuano, invece, a verificarsi nel territorio isolano: nei giorni scorsi a Brancaccio è stato anche esposto uno striscione nel tentativo di richiamare l’attenzione del Pontefice, prossimo a visitare la Sicilia, su una discarica abusiva di amianto sul territorio mentre casi di abbandono materiale si sono verificati anche nell’acese, all’inizio di agosto.
 
Una situazione costantemente a rischio al punto che il Piano amianto è necessario perché permette di perseguire l’obiettivo di “rimuovere rapidamente tutti i rifiuti abbandonati contenenti amianto, rafforzando la vigilanza sul territorio per prevenire e reprimere tali fenomeni” e la “programmazione degli interventi di rimozione e smaltimento dei manufatti contenenti amianto secondo quanto previsto dall’art.10 della l.r.10/2014”.
 
Il tema resta caldissimo anche nelle aree industriali. Ieri, nel tardo pomeriggio, si è tenuto a Priolo Gargallo un Consiglio comunale proprio sul tema “Ambiente, inquinamento e rischi per la salute”, anche per discutere delle contaminazioni derivate dall’esposizione all’amianto di lavoratori e cittadini dell’area.

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