Giovani sfaticati e obesi dai consumi - QdS

Giovani sfaticati e obesi dai consumi

Carlo Alberto Tregua

Giovani sfaticati e obesi dai consumi

venerdì 14 Settembre 2018

Senza sacrifici, niente risultati

I saperi sono indispensabili per crescere, per capire, per individuare i percorsi che ci possano portare ad ottenere la migliore qualità della vita. Sono indispensabili per renderci liberi e estraniarci dai gravami che quando nasciamo sono caricati sulle nostre spalle.
Ma l’acquisizione dei saperi non è gratuita. Occorrono sacrifici, sudore e soprattutto voglia di acquisirli. Questo capita solo se si ha la consapevolezza che l’ignorante è in balìa degli altri, di tutti gli altri. Chi segue la moda, si veste con la testa degli stilisti, chi si compra l’auto è influenzato dai produttori, chi regala lo smartphone è soggetto alle pressioni dei giovani, ma anche degli adulti, e via enumerando.
Insomma, le influenze diventano sempre più pressanti e la debolezza culturale dei consumatori li rende fragili e permeabili, con la conseguenza che il potere viene esercitato attraverso la comunicazione o altre strategie subdole messe in atto da chi ce l’ha.
 
Quando i giovani sono martellati dalla pubblicità e fra loro competono sulla base della stessa, nelle classi, nelle ricreazioni, nei luoghi pubblici e nelle famiglie, ciò fa aumentare la loro obesità, non solo fisica ma anche del loro intelletto.
L’ignoranza cresce in modo direttamente proporzionale alla diffusione delle influenze. Il nostro legislatore ha persino previsto il reato di influenze, difficile da provare ma che potrebbe costituire una pur debole barriera all’esercizio del favore.
Il nostro Paese va indietro costantemente, sul piano della qualità civica, proprio perché si diffonde sempre di più il metodo della richiesta di un piacere anziché l’esercizio dei doveri e la richiesta dei diritti subordinati ai primi.
I giovani non sono educati alla stagione delle fatiche, né alle battaglie, piccole o grandi, che bisogna affrontare ogni giorno, e neppure alla necessità di fare sacrifici. Questo è conseguenza della caduta dei nuclei familiari per tante ragioni, più o meno valide.
È difficile per quelle famiglie che ancora credono nei valori, far crescere i propri figli in base ad essi, perché i ragazzi vivono in un ambiente che spesso li sconosce. Quindi è una fatica notevole per quelli che vanno controcorrente.
 
La questione che poniamo non risiede nel fare attività straordinarie, bensì nel cercare l’eccezionale nel quotidiano, ovvero nel fare l’ordinaria attività in modo straordinario. Tutto qua è il segreto di quelle persone equilibrate e di buon senso che sono utili al prossimo e a se stesse.
Nello sport vi sono i campioni, cioè colori che eccellono nella loro disciplina. Il loro successo è frutto di sacrifici continui e di sforzi immani, nonché dell’assorbimento e del superamento di delusioni che sovente arrivano, nonostante il talento.
Qui scriviamo dei giovani perché tutti noi dovremmo operare, in relazione alla nostra attività, affinchè essi trovino una situazione migliore dell’attuale.
Invece, i nostri governanti fanno di tutto per peggiorarla, caricando automaticamente di oneri il futuro e quindi gli stessi giovani.
Si tratta di una forma di egoismo, di chi consuma il presente penalizzando il futuro. Questo è molto grave perché è conseguente ad una sorta di irresponsabilità generalizzata per la quale non si vede antidoto.
 
Quanti giovani grassi, piccoli o grandi, vediamo in giro? Sono il frutto scellerato di chi governa il nostro Paese a tutti i livelli, dallo Stato, alle Regioni, dalle Province e ai Comuni.
I cosiddetti responsabili delle Istituzioni danno un pessimo esempio (ingrassando) per cui non si possono lamentare quando l’emulazione porta verso il burrone.
Accontentare tutti non si può e non si deve. Sui piatti della bilancia, civile ed istituzionale, devono essere sempre messi l’interesse generale in confronto con gli interessi di parte. Il primo piatto deve pendere di più, sempre ed in ogni caso.
Questo confronto fra i due piatti della bilancia non viene fatto quasi mai, con la conseguenza che spesso, malauguratamente, pende di più il piatto degli interessi di parte a danno di quello generale.
Le Istituzioni non sono una cosa indecifrabile, ma luoghi dove cittadini sapienti e capaci nonché onesti, dovrebbero operare come mandatari al servizio di tutte quelle persone che vivono insieme, in base a regole chiare ed eque, per somministrare Giustizia ed Equità.

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